Chiude la scuola venezolana della nostra “Agustín Codazzi”

CARACAS – Prima ha chiuso la scuola ‘paritaria’ della “Bolívar e Garibaldi”. Ora, tocca a quella ‘venezolana’ della “Agustín Codazzi”. Certo, i tempi e i modi con cui la Giunta Direttiva della storica scuola italiana di Caracas sta cercando di gestire questa difficile transizione sono assai diversi dal polemico procedimento seguito nel caso della “Bolívar e Garibaldi” ma, anche così, il fatto desta preoccupazione. Una scuola, lo abbiamo detto e torniamo a ripeterlo, non è un supermarket; è un servizio pubblico che si offre alla comunità. La decisione di chiudere ha sempre conseguenze traumatiche, difficili. Sono ferite che tardano a cicatrizzare.


– Anzitutto mi sia permesso di chiarire che non è una nostra scelta quella di chiudere il settore venezolano della nostra scuola. E’ purtroppo una necessità; una decisione dolorosa e sofferta alla quale siamo stati obbligati per un senso di responsabilità nei confronti della comunità educativa – precisa immediatamente Adriano Giovenco, presidente della Giunta Direttiva dell’Associazione Civile Agostino Codazzi. E lo fa con amarezza ma anche con determinazione e onestà. Non parla volentieri dell’argomento ma accetta d’incontrare la Voce alla cui Redazione è giunta una lettera di alcuni genitori preoccupati per la sorte della scuola e per il futuro dei propri figli (lettera che riproduciamo integralmente in questa stessa pagina).
– Il problema di fondo può riassumersi in tre punti – prosegue -. Il primo è quello finanziario. Le spese che la nostra scuola deve affrontare sono abbondantemente superiori alle entrate. Ciò si traduce in un deficit di circa un milione e mezzo di ‘bolívares fuertes’ ogni anno.


Confessa che gli insegnanti non ricevono lo stipendio che meriterebbero per il loro impegno e le loro responsabilità. E riconosce che i docenti, con ammirevole dignità, “affrontano una circostanza che gli è avversa”.


– E’ nostro desiderio migliorare gli stipendi – aggiunge -. Ma se decidessimo di farlo il deficit a fine anno raggiungerebbe i 2 milioni di “bolìvares fuertes”. In ogni caso, se accettassimo che la scuola continuasse a funzionare nelle circostanze attuali, a metà del prossimo anno scolastico saremmo comunque costretti a chiudere. La situazione sarebbe insostenibile. Consideriamo irresponsabile interrompere un percorso scolastico già iniziato. Preferiamo farlo ora.


Non lo dice apertamente ma ritiene che il danno che si arrecherebbe agli alunni sarebbe incalcolabile. Il presidente dell’A.C. Agostino Codazzi, quindi, ci spiega che il secondo aspetto importante è quello economico. Sostiene che il livello di morosità è elevato e afferma che ciò comporta difficoltà nei flussi di cassa.


– Quest’anno – precisa – abbiamo avuto addirittura ritardi nei pagamenti dell’assicurazione scolastica obbligatoria. Ben 163 alunni l’hanno pagata con ritardo e circa una ventina ancora non l’hanno fatto. Abbiamo affrontato noi questa spesa, coscienti della necessità di assicurare tutti i nostri alunni.
Asserisce che il fenomeno della morosità permette di dedurre che se si procedesse all’aumento delle rette, portandole ai livelli necessari per il buon funzionamento della scuola, alcuni genitori non potrebbero affrontare una tale spesa.


– In ultimo – sottolinea -, c’è l’aspetto legale. Gli incrementi nelle rette vengono determinati dalla “Resolución Conjunta” dei ministeri dell’Istruzione e del Commercio. Questa, resa nota annualmente, stabilisce la percentuale degli aumenti. Negli anni scorsi, è stato autorizzato un incremento che oscilla dal 15 al 20 per cento. E, in una circostanza, neanche quello. Ma se ci è proibito aumentare nella proporzione necessaria per coprire il deficit non si può continuare.


Afferma che le alternative alla chiusura della scuola sono: incremento delle rette o l’uso dei fondi destinati agli impiegati. Molti di essi, sottolinea Giovenco, “lavorano nella nostra scuola da più di quarant’anni”. Quindi commenta che “una decisione del genere sarebbe senz’altro la peggiore”.
– Avete sostenuto incontri con autorità del ministero dell’Istruzione? Avete illustrato le vostre ragioni?
– Si – risponde secco.


La reazione dei responsabili del ministero dell’Istruzione è facilmente prevedibile: resistenza ad accettare la decisione; una riluttanza che non si può certo biasimare. D’altronde è stata la stessa reazione della Collettività quando è stata presa la decisione di chiudere la scuola “paritaria” italiana della “Bolívar e Garibaldi”.


– Avrete altri incontri con i responsabili del ministero dell’Istruzione?
– Sì – afferma il presidente dell’A.C. Agostino Codazzi -. Ci è stato detto che saremo convocati dopo la parentesi pasquale. Attenderemo.

Una scuola bi-culturale


La chiusura del settore venezolano della scuola “Agustín Codazzi” pare ormai un evento irreversibile. La fredda logica economicista e contabile, che d’altronde spesso ha il sopravvento sui sentimenti e sui nostri desideri, pare non permettere altre opzioni. Ed allora chiediamo:
– Avete offerto alternative ai genitori degli alunni?


– Abbiamo cercato alternative – ci dice -. E volevamo spiegarle ai genitori. Ma il ministero, durante una ispezione, ce lo ha proibito.


– Quali erano?


– Abbiamo sostenuto conversazioni con le scuole vicine, con gli istituti della zona – spiega -. Ci hanno assicurato la loro disponibilità ad accogliere i nostri alunni. Alcune scuole lo hanno fatto per iscritto. Abbiamo anche offerto ai genitori dei nostri alunni la possibilità di guidare un processo di emigrazione verso la scuola italiana che è in procinto di trasformarsi in liceo scientifico, con la soppressione del latino come materia di studio.


– E la scuola bi-culturale? Ci avete pensato?


Commenta che questo è un vecchio progetto, che ha riposato per anni nel cassetto. Pur assicurando che, con la chiusura della scuola venezolana, si aprono nuovi scenari e, quindi, la possibilità che la “biculturale diventi realtà” chiarisce:
– Un tale progetto richiede tempo. Noi abbiamo bisogno di soluzioni immediate.


Nel tentativo di evitare la chiusura della scuola, e quindi di scrivere una triste pagina di storia per l’A.C. Agustín Codazzi, la Giunta Direttiva dell’istituto non ha lasciato alcun cammino inesplorato. Ed infatti, Giovenco commenta:
– Abbiamo anche chiesto al nostro Consolato generale se era previsto un ‘finanziamento speciale’, un ‘finanziamento d’urgenza’, a cui attingere, visto che le circostanze che vive oggi la nostra scuola venezolana ha importanti riflessi anche in quella italiana. La risposta, come purtroppo temevamo, non è stata positiva.

Lettera alla Voce


La preoccupazione dei genitori


Caracas, 15 Aprile 2011


Eccellentissimo Ambasciatore d’Italia in Venezuela Dott. Paolo Serpi Ambasciata d’Italia Caracas.


-Noi, genitori e rappresentanti degli alunni del centro Educativo del “Colegio Agustin Codazzi” di Caracas, ci dirigiamo a Sua Eccellenza per comunicarLe la nostra profonda preoccupazione e l’incertezza che, ogni anno, ci affligge nel momento in cui sta per concludersi l’anno scolastico, e si delineano situazioni che compromettono la continuitá degli studi dei nostri figli.


Sappiamo che la Giunta Direttiva dell’Associzione Civile, che é padrona del suddetto Collegio, sta realizzando tutti gli sforzi necessari per assicurare la continuitá della scuola stessa, ma sembra che ció non sia sufficiente.
Sentiamo perció la necessitá di sollecitare il Suo autorevole coinvolgimento nella soluzione di questo problema, e ci impegnamo a seguire le iniziative che Ella riterrá opportune e le direttive che vorra darci .
Attualmente nel Collegio privato Codazzi, fondato nel 1951 da immigrati italiani, e funzionante solo come scuola italiana, dal 1986 funziona anche una “Unidad Educativa” che segue i programmi di studio locali.
La presenza contemporanea di due ordinamenti di sudio diversi ha permesso agli aspiranti studenti di poter scegliere il sistema educativo consone alla propria cultura italiana e/o venezuelana.


In questi ultimi anni le misure legali approvate “in loco” nell’ambito economico-finanziario (limitato aumento della retta scolastica, aumento dei costi di gestione della Scuola e degli stipendi del personale attivo) e la non collaborazione dei genitori e dei rappresentanti degli alunni che frequentano la “Unidad Educativa” , non hanno permesso di ricavare le risorse economiche sufficienti a garantire la continuitá della stessa “Unidad Educativa”.


Pertanto la Associazione Civile che amministra due entrate economiche differenziate, una scaturita dal “Centro Educativa” e l’altra dalla “Unidad Educativa, ha presentato queste due alternative:
1.- Aumento notevole delle rette scolastiche degli alunni del Centro Educativo per finanziare e sostenere il funzionamento della “Unidad Educativa”


2.- La chiusura della “Unidad Educativa”.


Dopo attento e responsabile esame della situazione, la Giunta Direttiva della Associazione ha optato per la seconda alternativa e ha iniziato l’“iter” legale presso gli organismi ministeriali locali competenti.
Questo “iter “ sembra diventare lungo e difficile in quanto presenta difficoltá di carattere legale, poiché si tratta della chiusura di un’attivitá economica la quale a sua volta si attiene a un sistema complesso e tortuoso che influisce negativamente sul normale e sereno funzionamento del Centro Educativo.
Noi genitori, di fronte a questa situazione cosí drammatica, rinnoviamo la preghiera del Suo autorevole intervento, nella ricerca della miglior soluzione possibile che possa garantire ai nostri figli la continuitá degli studi e il loro futuro.


Conosciuta la seconda alternativa, sopra menzionata, alcuni funzionari del “Ministerio del Poder Popular para la Educación” hanno ventilato la possibilitá della chiusura del Centro Educativo e l’espropriazione dell’immobile e del terreno pertinente.


Un’azione cosí drastica potrebbe minare quel delicato tessuto di intesa e di compenetrazione tra la comunitá italiana e quella venezuelana che é stato l’obiettivo principe della attivitá educativa di questa Associazione.
Si fa presente che il Console Generale d’Italia Dott. Giovanni Davoli si é adoperato ripetutamente e autorevolmente a favore del Centro Educativo, ma riteniamo che ora sia necessario attivare in istanza superiore interventi di maggior peso e piú significativi.


Siamo certi che Ella saprá percorrere i canali idonei e necessari a risolvere questa spinosa questione a favore degli alunni e della scuola.


La ringraziamo per quanto fara e Le porgiamo i nostri piu distinti saluti.