Libri: Fulvio Bernardini, il Dottore che andò oltre i confini

ROMA. – La storia di un mito che travalica ogni confine. E’ quella di Fulvio Bernardini che Marco Impiglia ha raccolto nel volume ”Fulvio Bernardini. Il Dottore del calcio italiano” (Kollesis Editrice). Romano, classe 1905, ‘Fuffo’ è stata una delle figure più carismatiche e traversali della Capitale; un centromediano metodista unico nello stile, cresciuto nella Lazio e poi, dopo una parentesi all’Inter, diventato icona della Roma giallorossa, tanto che il centro sportivo di Trigoria è intitolato in suo nome. Ma Bernardini è stato anche un tecnico vincente: il primo allenatore a conquistare lo scudetto con due squadre diverse, Fiorentina e Bologna, rompendo l’egemonia del Nord. Ma anche il ct che gettò le basi all’Italia campione del mondo nel 1982. Fu poi dirigente federale e giornalista brillante delle maggiori testate sportive italiane, capace di tener testa a Gianni Brera. Una carriera intensa che Impiglia ha scelto di ripercorrere nelle tappe fondamentali anche nella promozione del volume: ecco quindi che la presentazione si è svolta presso il circolo canottieri Lazio, sotto i colori biancocelesti con cui il Dottore (era uno dei pochi calciatori laureati) esordì. Ma prossimamente sarà presentato anche sulla sponda giallorossa di Roma e poi a Firenze, Bologna e Genova. ”A 30 anni di distanza dalla morte di mio padre, la maniera migliore per celebrarlo è questo libro, un lavoro eccezionale di Impiglia – riconosce Mariolina Bernardini -. Sapeva godersi la vita scegliendosi gli amici giusti. Aveva trasformato la sua passione nel suo lavoro e questo l’aveva reso l’uomo che era”. ”Nessuno ne aveva fatto una storia completa – rileva l’autore -, ho capito che potevo dare i giusti onori a uno dei più grandi calciatori che ha avuto Roma. Un fine allenatore e un grande giornalista. È stato un po’ come scoprire la sua visione del mondo”. Innamorato del calcio totale ‘Fuffo’ era completo anche nella vita. ”E’ stato un personaggio totale – ricorda Italo Cucci che del libro ha scritto la prefazione -. Anche un ottimo giornalista. Scriveva in modo così chiaro e leggibile che noi del Resto del Carlino finimmo per vendere i suoi articoli alla Gazzetta”. Bernardini fu il rimpianto dei laziali e il grande amore dei romanisti, ma soprattutto un gentiluomo capace di andare oltre ogni confine.

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