Segnali di disgelo

CARACAS – Primi passi e timidi segnali di disgelo. Nonostante non sono stati fatti passi avanti in tema di Legge di Amnistia per coloro che l’Opposizione considera ‘prigionieri politici’, governo e l’opposizione hanno concordato di procedere a un esame medico di Ivan Simonovis – ex responsabile della sicurezza di Caracas che sconta una pena di 30 anni di carcere per la sua presunta partecipazione nel golpe contro Hugo Chavez del 2002 – in vista di possibili “misure di grazia al suo riguardo”.

E’ un timido segnale assai timido di disgelo, ma allo stesso tempo anche assai importante, frutto delle conversazioni lanciate dopo oltre due mesi di proteste antichaviste che hanno lasciato un bilancio di 41 morti.

Ramon Guillermo Aveledo, segretario del Tavolo dell’Unità Democratica (Mud, coalizione di opposizione) ha annunciato l’accordo, dopo una nuova sessione di dialogo, questa volta a porte chiuse, sottolineando che non risponde alla richiesta di liberazione dei cittadini imprigionati per cause politiche, perché “il governo vede questa situazione in modo differente al nostro”, ma “alla lunga è una questione che dovremo dirimere”.

Simonovis è stato condannato nel 2009 per il suo ruolo nel cosiddetto eccidio del Ponte Llaguno, vicino al palazzo presidenziale di Miraflores dove 19 persone -manifestanti chavisti ed oppositori- morirono l’11 aprile del 2002, durante il tentativo fallito di golpe contro Chavez, quando unità della polizia e franchi tiratori aprirono il fuoco sulla folla. Aveledo ha ricordato che oltre a Simonovis -che soffre di diverse malattie, e per il quale era già stata richiesta varie volte la liberazione per motivi umanitari- altri agenti della polizia di Caracas sono in prigione per i fatti del 2002, sottolineando che “abbiamo concordato esaminare questi casi con attenzione speciale, in uno spirito di riconciliazione nazionale e nel rispetto e la considerazione più assoluti per il dolore delle famiglie” delle vittime di Ponte Llaguno.

 

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