Obama rassicura Giappone, “con voi su isole contese”

TOKYO. – Barack Obama rassicura il Giappone: gli Stati Uniti sostengono il prezioso alleato del Far East nel contenzioso con la Cina sulla sovranità delle isole Senkaku, rivendicate da Pechino con il nome di Diaoyu. Giunto a Tokyo in serata e accolto con il massimo degli onori, come una rock star, in quella che è tappa d’esordio del viaggio in Asia che seguirà in Corea del Sud, Malaysia e Filippine, Obama si è fatto precedere da un messaggio mai espresso “così chiaramente” da un inquilino della Casa Bianca, ha rimarcato il giornale Yomiuri Shimbun, a corredo di un’intervista del presidente americano. “La politica Usa è chiara. Le isole Senkaku sono amministrate dal Giappone e, pertanto, rientrano nel campo di applicazione dell’art.5 del trattato Usa-Giappone di reciproca cooperazione e sicurezza. Ci opponiamo a qualsiasi tentativo unilaterale che mini l’amministrazione del Giappone”, ha ammonito Obama. L’art.5 fissa gli obblighi di difesa degli Stati Uniti verso il Giappone, che si applicano ai territori controllati da Tokyo: in caso di blitz di Pechino sulle isole, gli Usa sono tenuti a muoversi, fino all’apertura del cosiddetto “ombrello nucleare”. Il messaggio è musica per le orecchie del premier Shinzo Abe, impegnato a rafforzare le posizioni in uno scontro diplomatico con Pechino che si protrae da quasi due anni. E provoca, invece, la piccata reazione cinese. Gli Usa, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang, devono “rispettare la promessa di non schierarsi nelle dispute territoriali” tra altri Paesi. Resta da vedere se la dichiarazione congiunta che Abe e Obama rilasceranno, giovedì dopo il faccia a faccia, farà menzione del caso Senkaku. Gli Stati Uniti sono sempre stati restii alla specifica menzione in atti ufficiali all’arcipelago disabitato e ricco di risorse naturali, occupato dagli Usa alla fine della Seconda guerra mondiale e restituito a Tokyo negli anni ’70. C’è un altro fattore destinato a irritare Pechino, aprendo timori del passato: Tokyo vuole rivedere l’interpretazione della Costituzione che vieta l’esercizio del diritto di autodifesa collettiva. Obama, nell’intervista, ha rilevato di aver “accolto con entusiasmo il desiderio del Giappone di svolgere un ruolo maggiore nella difesa della sicurezza internazionale”. Dopo la criticata visita di 140 parlamentari al contestato santuario Yasukuni e saltato l’annuncio sulla Trans-Pacific Partnership (Tpp) – l’accordo di libero scambio a guida Usa per mostrare la centralità del Pacifico e in stallo con Tokyo per divergenze sui settori agricolo e dell’auto -, Abe ha lanciato la ‘diplomazia del sushi’, invitando l’illustre ospite a una cena informale per “uno scambio franco di idee”, al fine di sviluppare un rapporto di reciproca fiducia. La scelta è caduta su Sukiyabashi Jiro, un ristorante a tre stelle Michelin nel cuore del salotto buono di Ginza, militarizzato dalla polizia. Una cena di 90 minuti, cui hanno partecipato l’ambasciatore americano a Tokyo, Caroline Kennedy, e il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Susan Rice, al termine della quale Abe ha raccontato la soddisfazione di Obama (“è il miglior sushi che abbia mai mangiato”) rivendicando un esempio del “cool Japan”. Domani il presidente inizierà la visita di Stato ufficiale, per la prima volta dopo Bill Clinton. Vedrà l’imperatore Akihito e la consorte Michiko, visiterà il santuario Meiji e parteciperà alla consueta cena ufficiale di Stato. (Antonio Fatiguso/ANSA)

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