Ucraina: Russia,”pronti a rispondere come in Georgia”

MOSCA. – Se i suoi interessi saranno attaccati, Mosca risponderà così come fece in Georgia nel 2008 dopo l’intervento armato di Tbilisi contro la regione secessionista russofona dell’Ossezia del sud: è il monito del ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, all’indomani della decisione presa da Kiev di riprendere l’operazione militare contro i secessionisti filorussi del sud-est del Paese. Attivisti armati hanno confermato anche di aver sequestrato il reporter americano Simon Ostrovski, della testata Vice News, accusandolo di essere un informatore di Pravi Sektor, il gruppo paramilitare di estrema destra protagonista del Maidan. E’ la sedicesima persona, secondo il Kiev Post, ”rapita” in quei territori nell’ultima settimana, tra cui vari giornalisti. Washington si è detta ”molto preoccupata” e ha chiesto a Mosca di usare la sua influenza per liberare tutti gli ostaggi. Ma l’unica mossa della Russia è stata quella di offrire di tenere a Mosca lunedì prossimo l’incontro tripartito con Kiev proposto dalla Ue per discutere la sicurezza delle forniture energetiche, rilanciando nel contempo la minaccia di passare a metà maggio ad un sistema di pagamenti anticipati perché il debito ucraino sta diventando ”intollerabile”. Intanto l’offensiva militare rilanciata da Kiev ha portato alla riconquista incruenta della piccola ma strategica Sviatogorsk. ”L’operazione era stata avviata immediatamente dopo la visita a Kiev del capo della Cia John Brennan ed é chiaro che hanno scelto il momento della visita del vice presidente Usa americano Joe Biden per annunciarne la ripresa”, ha accusato Lavrov. ”Non c’è motivo per non credere che siano gli americani a dirigere lo show”, ha aggiunto. Le accuse sono reciproche, perché anche Washington contesta a Mosca di orchestrare le azioni dei filorussi. Ne é convinta Kiev, che ha accusato un tenente colonnello dei servizi segreti militari russi (Gru), Igor Bezler, di aver ordinato l’uccisione dopo tortura di Vladimir Ribak, un consigliere comunale di Gorlovka del partito Patria di Timoshenko, il cui cadavere è stato ritrovato sulle sponde di un fiume vicino a Sloviansk, insieme ad un altro ancora non identificato: sono due dei 16 ”scomparsi”. E’ stato il superamento di questa “linea rossa”, ha spiegato il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turcinov, a far riprendere l’operazione militare. Ma Lavrov ha messo in guardia Kiev: ”se i nostri interessi, i nostri interessi legittimi, gli interessi dei russi saranno attaccati direttamente, come per esempio è successo in Ossezia del sud, non vedo altro modo se non quello di rispondere nel rispetto della legge internazionale. Un attacco contro i cittadini russi é un attacco contro la Russia”. In realtà la minaccia non sembra così chiara. L’intervento in Ossezia del sud, infatti, fu giustificato dal fatto che l’aggressione armata ordinata da Saakashvili causò vittime tra i peacekeeper russi, oltre che tra i sudosseti in gran parte con passaporto russo. Nel sud-est ucraino, invece, Mosca nega ufficialmente di avere militari, quindi l’unica presenza di cittadini russi può essere quella di volontari arrivati dalla Crimea e dalla regione di Krasnodar e di gente che si é sposata in loco mantenendo il passaporto di Mosca. A meno che il capo della diplomazia non includa nei ”legittimi interessi russi” anche gli ucraini russofoni e filorussi che fanno appello a Putin. Nel sud-est i secessionisti insistono per un referendum l’11 maggio sull’indipendenza, possibile preludio di una annessione alla Russia. Il sindaco e il governatore di Donetsk aprono ad un referendum per un più moderato decentramento, da tenersi il 25 maggio con le presidenziali. Le parti sembrano lontane, l’accordo di Ginevra resta lettera morta. E, come ha detto il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, la soluzione alla crisi diventa ”sempre più difficile da trovare”. (Claudio Salvalaggio/Ansa)

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