Referendum confermativo, che cosa prevede la Carta

ROMA. – E’ l’articolo 138 della Costituzione che prevede il referendum confermativo per le leggi costituzionali. Il referendum serve a sottoporre ai cittadini la riforma costituzionale votata dal Parlamento, ma non può essere richiesto se i sì della Camera e del Senato superano i due terzi dei componenti dell’assemblea. Se invece l’approvazione della riforma avviene senza superare l’asticella dei due terzi, il referendum può essere richiesto. Secondo quanto suggerito dal premier Renzi, la maggioranza potrebbe far mancare di proposito qualche voto in modo da non raggiungere il quorum e rendere possibile il referendum. Tre sono i modi previsti dalla costituzione per far partire la macchina referendaria: a chiedere il referendum possono essere o un quinto dei membri di una delle Camere, o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. A differenza dei referendum abrogativi per la validità del referendum costituzionale non è obbligatorio che vada a votare la metà più uno degli elettori aventi diritto: la riforma costituzionale sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi, indipendente da quante persone si recano ai seggi. Due i referendum confermativi che si sono finora svolti in Italia. Il primo, nel 2001, in contemporanea con le elezioni politiche, confermò la riforma del titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra sulle competenze dello Stato e delle Regioni; il secondo, nel 2006, bocciò la riforma approvata dal centrodestra che eliminava il bicameralismo perfetto e introduceva il premierato. (di Marco Dell’Omo/ANSA)

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