Pensioni: più flessibilità, senza una data fissa, uguale per tutti

ROMA. – Rendere “più flessibile” il sistema pensionistico, senza “una data fissa, uguale per tutti” di “uscita dal mondo del lavoro”. E’ questo il monito del commissario straordinario dell’Inps, Vittorio Conti, che sta per concludere il suo mandato, la scadenza è prevista per la fine del mese, ma si dice disponibile a restare per un “ultimo miglio, pochi mesi”. Conti aveva già, due mesi fa davanti al Parlamento, invitato a togliere rigidità all’architettura previdenziale, in un’ottica di equità. E adesso, in occasione di un seminario della Febaf (Federazione banche, assicurazioni e finanza) rilancia la sua proposta, scendendo nel dettaglio e parlando direttamente di età pensionabile. D’altra parte, osserva, “non tutti i lavori sono uguali e ad esempio un minatore non può lavorare fino a 80 anni”. Insomma non si può trattare allo stesso modo chi svolge attività diverse e il riferimento va ai mestieri “usuranti”. Quindi per Conti “raggiunta una certa quota di contribuzione” si potrebbe “lasciare la libertà” ad ognuno su quando mettersi a riposo. Secondo il numero uno dell’Inps la flessibilità è senz’altro la carta da giocare dopo tutte le riforme fatte, che come risultato hanno avuto l’innalzamento dell’età di ritiro dal lavoro. Ciò senza stravolgimenti, in un quadro che si mantenga “stabile nel tempo”, precisa Conti. Anche perché altrimenti sarebbe difficile mettere a punto delle valide ‘buste arancioni’, le lettere che dovrebbero arrivare ai lavoratori italiani con dentro le informazioni per conoscere il futuro pensionistico. L’operazione fa parte di uno dei progetti cardine del mandato di Conti e il commissario fa sapere che “il modello” per le simulazioni “c’è e funziona”. Resta quindi solo da testarlo, ma, avverte Conti, la decisione finale “spetta alla politica”. Comunque, assicura “il progetto è avviato e con i tempi ci stiamo”. Lo stesso, aggiunge, vale per la ridefinizione della governance dell’Istituto, con la redistribuzione delle competenze. A riguardo, rimarca Conti, “ci sono delle proposte parlamentari, non troppo distanti”. Le richieste sono per lo più orientate a rendere il sistema più duale, affiancando, ad esempio, al presidente un Civ (Consiglio di indirizzo e vigilanza) più forte. Si tratterebbe così di portare a completamento i piani già messi in campo, tutto entro fine anno, e allungando di qualche mese l’incarico ricevuto dopo le dimissioni, a febbraio scorso, di Antonio Mastrapasqua. Giusto il tempo per designare anche un nuovo presidente, la cui nomina è tutt’altro che semplice (c’è un iter complesso, comprensivo di passaggio parlamentare). Ma Conti mette le mani avanti, chiarendo di non sapere “nulla” sul futuro capo dell’Inps, se non, appunto, che scade il 30 settembre.

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