Scuola: Renzi apre l’anno scolastico, ministri in classe

ROMA. – Missione speciale per i ministri del governo Renzi. Tutti mobilitati per l’avvio del nuovo anno scolastico: tra i banchi, assieme agli studenti e agli insegnanti, lungo tutto lo Stivale, per dimostrare, non soltanto a chiacchiere, che l’istruzione è una priorità e per invitare a partecipare alla consultazione sulle Linee guida varate dal Governo (sul sito ‘labuonascuola.gov.it’) con il dichiarato intento di far “crescere il Paese”. Di buon’ora sono partiti i ministri e pure qualche contestazione: all’alba la Rete degli studenti ha fatto un blitz davanti al ministero dell’Istruzione, a Roma, per appendere uno striscione con la scritta ‘La scuola siamo noi!”. “Nel piano scuola non abbiamo visto nessun cenno – è la loro denuncia – a molti temi fondamentali per una vera rivoluzione: riforma dei cicli, legge nazionale per il diritto allo studio, orientamento in entrata e in uscita”. Le proteste di un centinaio di edili e prof precari hanno accolto anche il presidente del consiglio che ha scelto una zona ‘calda’ per il d-day della scuola, l’Istituto don Pino Puglisi a Palermo, nel quartiere Brancaccio. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, hanno fatto gli onori di casa. “La mafia è ancora forte non solo a Palermo anzi soprattutto al Nord per le sue connessioni economiche. Ma noi siamo qui per fargli abbassare la testa” ha avvertito il Premier che ha poi spiegato come sia un obbligo assumere 149.000 persone nella scuola: “li portiamo dentro non per farli contenti ma perché siamo in condizione di valorizzare il merito e chi fa bene il proprio dovere non ha nulla da temere. Con la prossima legge di stabilità cambieremo il sistema di funzionamento della scuola”. La titolare del dicastero dell’Istruzione, Stefania Giannini, di prima mattina ha twittato un “Cari ragazzi buon primo giorno. Oggi comincia l’anno de #labuonascuola. Partecipate anche voi su http://www.labuonascuola.gov.it”. E poi ha inaugurato in un istituto della periferia romana, il tecnico agrario “Emilio Sereni”, un birrificio realizzato dagli studenti assieme a un gruppo di detenuti di Rebibbia. “Dialogare è il nostro metodo” ha assicurato ad alcuni indignati manifestanti (docenti precari e studenti) che la aspettavano all’ingresso della scuola e ha fatto loro notare che “insieme al piano assunzioni, c’e’ un concorso che parte subito, rivolto agli insegnanti con meno di 40 anni”. “E questa – ha aggiunto – credo sia una vera grande innovazione: ritornare ai concorsi e farli subito e regolarmente”. Interventi che non sembrano essere sufficienti a convincere i sindacati ai quali non è affatto piaciuto che la Giannini abbia detto di non ritenerli più interlocutori privilegiati. “Ci auguriamo che le pretese di autosufficienza che si colgono in certe dichiarazioni non nascondano il tentativo di mascherare il pressapochismo che qua e là si coglie nel documento del governo su questioni che meritano ben altra profondità di riflessione e di discussione” ha commentato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, mentre il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, ha puntualizzato: “non ci interessa essere ‘interlocutori privilegiati’ quello che vogliamo è continuare a essere ‘interlocutori’ e comunque “attendiamo il Governo alla prova dei fatti”. Fatti concreti reclama pure il Codacons: “tante belle parole oggi in occasione della riapertura delle scuole”, ma le famiglie “con l’inizio dell’anno scolastico stanno affrontando una vera e propria stangata, con una spesa media tra corredo e libri pari a 840 euro a studente”. Chissà se basterà a fugare i timori la rassicurazione arrivata oggi dal ministro Giannini: quello presentato dal Governo “non è un libro dei sogni, ma i sogni sono la base della concretezza”.  (di Tiziana Caroselli/ANSA)