Premi Oscar: L’Italia ci riprova con la crisi raccontata da Virzì

ROMA. – Per Paolo Virzì e il suo ‘Il capitale umano’ è grande sfida. Essere candidati all’Oscar per l’Italia, l’anno dopo la vittoria de ‘La grande bellezza’ di Paolo Sorrentino non è facile. E così fa bene a dire il regista, che ha ricevuto la notizia in un giorno davvero brutto, quello dei funerali della mamma Franca Antongiovanni: ”E’ una grande responsabilità quella di rappresentare il nostro paese in un momento così complicato e vivo del nostro cinema”. Insomma, dopo aver vinto tutto il possibile (sette David di Donatello, sette Nastri d’argento, Il Globo d’oro per il miglior film e al Tribeca Film Festival, migliore attrice a Valeria Bruni Tedeschi) ora Il capitale umano dovrà vedersela con un agguerrito drappello di film. Per citarne solo alcuni dei più temibili concorrenti: per il Belgio scenderà in campo ‘Due giorni, una notte’ di Luc e Jean-Pierre Dardenne; per la Francia il patinato ‘Saint Laurent’ di Bertrand Bonello; per Israele ‘Gett: The Trial of Vivian Amsalem’ di Ronit e Shlomi Elkabetz dedicato alle donne israeliane alle quali non viene concesso il divorzio dai mariti; per la Polonia lo stupendo ‘Ida’ di Pawel Pawlikowski che mette a confronto una donna anche troppo navigata e una novizia solo purezze; per la Svezia,’ Turist’ di Ruben Oestlund, Premio della Giuria in Un Certain Regard al Festival di Cannes 2014 e per la Turchia, infine, il plumbeo e cerebrale ‘Il regno d’inverno’ – Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan (Palma d’Oro Cannes 2014). ‘Il capitale umano’ ha dalla sua il fatto che è un film dal taglio internazionale in quanto parla di crisi. In più il film è il libero adattamento di un libro dello scrittore americano Stephen Amidon che racconta i problemi economici degli States (un connubio tra Virzì e Amidon che sembra si sta rinnovando per la prossima opera). E ancora parla a favore del film, il fatto che ha incassato ben 6 milioni e mezzo ed è stato venduto in 35 paesi. Di scena le velleità di un oscuro e pavido immobiliarista della Brianza, Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio), che sogna di fare il salto nel mondo della finanza. Padre di una figlia, Serena (Matilde Gioli), e con una fedele compagna psicologa (Valeria Golino) in attesa di due gemelli, l’uomo non manca di indebitarsi quando si ritrova amico di un famoso e straricco finanziere come Giovanni Bernaschi (un freddo e spietato Fabrizio Gifuni). Ma poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, complica tutto e fa emergere la miseria di un’Italia senza valori e dignità dove conta solo il denaro. Tra gli interpreti: Valeria Bruni Tedeschi nei panni della moglie di Bernaschi, ex attrice senza talento e ora svampita signora con velleità da mecenate, e Luigi Lo Cascio, professore meridionale, tutto entusiasmo e piccineria. Un uomo pronto a mettere in campo la sua ostentata cultura al seguito di un progetto della bella moglie di Bernaschi. Insomma, un film forte, pieno di dramma, realtà e dark humour che racconta di un’Italia cialtrona, di finanzieri truffaldini e gente ‘piccola-piccola’ che ha voglia di fare i soldi, costi quel che costi. Chissà forse a Hollywood qualcuno ci si riconoscerà. (Francesco Gallo/Ansa)