Save de children: un milione e 400mila minori in povertà assoluta

ROMA. – Per contrastare il forte aumento della povertà minorile in Italia, Save the children chiede un intervento del governo con misure a sostegno del reddito e a supporto dei nuclei familiari, a partire dal potenziamento del Sostegno di inclusione attiva. Nel nostro Paese, dal 2012 al 2013, sono più di 1 milione 400 mila i bambini e adolescenti che vivono in povertà assoluta, un aumento del 3,5%. Una crescita più marcata al Sud (+5,2 punti percentuali, passata dal 13,9 al 19,1, pari al 37% in più), ma non ha risparmiato le regioni del Nord (+2,9 punti percentuali, dall’8,3 all’11,2%, pari al 35% in più) e del Centro Italia (+2 punti percentuali, dall’8,2 al 10,2%, pari ad un aumento del 24%). “Se gli ultimi dati sull’incidenza dei minori in povertà assoluta e relativa in Italia sono allarmanti, lo è forse ancor di più dover constatare che il nostro Paese si è caratterizzato negli ultimi anni per una profonda inefficacia degli interventi governativi che sulla carta avrebbero dovuto contrastare questo fenomeno”, spiega Valerio Neri, direttore Generale di Save the children Italia. Per l’organizzazione occorre agire subito con misure concrete come: utilizzo mirato dei fondi strutturali europei 2014/2020 con specifica attenzione alla tutela dei diritti dell’infanzia; rafforzamento dei servizi dedicati al sostegno alla genitorialità e all’infanzia; consolidamento della rete dei servizi per la prima infanzia. “In particolare – continua Save the children – riteniamo di avviare la sperimentazione del Sostegno per l’inclusione attiva su tutto il territorio nazionale, incrementando significativamente la copertura prevista dalla legge di stabilità 2014” procedendo nell’utilizzo “dei 168 milioni di euro previsti per l’estensione a tutto il Mezzogiorno della sperimentazione precedentemente avviata in 12 città”. L’organizzazione ha inoltre comparato i dati su povertà di reddito, di lavoro e indici di deprivazione tra Italia e resto d’Europa. Il nostro Paese, nonostante c’è stato un leggero miglioramento nel welfare, dal punto di vista della povertà risulta dietro solo i nuovi stati membri Ue (Bulgaria, Romania, Ungheria e Lituania), Irlanda e Grecia (profondamente colpiti dalla crisi). La stessa Commissione europea chiede di agire intervenendo proprio sui minori perché è il gruppo maggiormente esposto al rischio povertà, evitando così una loro peggioramento. “Non si tratta solo di un problema di quantità di risorse messe a disposizione, ma soprattutto di come queste risorse vengono spese e di quanto siano efficaci”, ha concluso il direttore generale Valerio Neri.