Colle, obiettivo riforma contro stallo, non rottura

ROMA. – Gli obiettivi del Colle non cambiano: stabilità politica e riforme per archiviare quei “conservatorismi” che frenano l’Italia. E per centrare il bersaglio grosso del Jobs act occorre un mix di determinazione, coraggio e precisione nella tempistica parlamentare e nell’accuratezza dei provvedimenti. Massimo riserbo al Quirinale sull’incontro tra il presidente Napolitano e il premier Renzi che ha preceduto – probabilmente non a caso – una direzione di fuoco del Pd: ma da quelle poche parole che filtrano – (“si è parlato anche degli sviluppi prossimi dell’attività parlamentare”) – si capisce che il capo dello Stato ha voluto essere informato non solo sulla linea che Matteo Renzi avrebbe tenuto in direzione ma anche e soprattutto sui prossimi passaggi alle Camere. Che non sono pochi e vanno ben oltre la riforma del mercato del Lavoro. Stanno infatti per partire due mesi caldissimi per il Parlamento che, tra Camera e Senato, sarà impegnato su diverse riforme delicatissime come quella elettorale e della pubblica amministrazione ma anche sulla definizione della Legge di stabilità. Lecito pensare che il presidente abbia consigliato al giovane premier di approfondire il dialogo – per esempio con i sindacati? – senza snaturare l’impianto della riforma. Da giorni Napolitano ha spinto il piede sull’acceleratore rafforzando l’endorsement sulle scelte di palazzo Chigi consapevole che il tempo stringe e che i dati economici non permettono un’ulteriore melina sulle riforme strutturali, come gli confermerà ancora una volta Mario Draghi a Napoli mercoledì in occasione del direttivo della Bce. “Conservatorismi, corporativismi e ingiustizie” rallentano il Paese, aveva detto solo pochi giorni fa in un durissimo discorso dal Quirinale il cui cuore del messaggio sembrava indirizzato proprio a “sinistra”. E’ arrivato il momento di vincere resistenze antiche, di passare dalle parole ai fatti e “rinnovare l’Italia”, sottolineò Napolitano vedendo che la ferita dell’articolo 18 poteva incancrenirsi al punto da mettere a rischio la legislatura. Quindi avanti tutta ma con attenzione perchè – è da tempo il ragionamento del Colle – la portata dei provvedimenti e la prostrazione del Paese non permettono scivoloni tecnici sui provvedimenti nè ulteriori inciampi parlamentari. Non a caso il capo dello Stato ha pubblicamente richiamato anche il Governo chiedendo maggiore concretezza: “Confidiamo nella chiarificazione e concretizzazione degli impegni annunciati del governo per il superamento di situazioni ormai insostenibili, che le politiche del passato non hanno mai risolto”. Ciò chiarito, se il Jobs act rimane il bersaglio grosso, non si può certo correre il rischio di uccidere il malato con troppe medicine: di interruzione anticipata della legislatura al Colle neanche si mormora. (Fabrizio Finzi/Ansa)