Isis: rispunta al Baghdadi, “jihad avanti fino a Roma”

NEW YORK. – “La marcia dei mujaheddin andra’ avanti fino a quando non raggiungera’ Roma”: ad affermarlo, in un nuovo messaggio audio, e’ un ‘redivivo’ califfo dello Stato Islamico, Abu Bakr al Baghdadi, che torna rilanciare la chiamata alle armi per i credenti, annuncia l’estensione del califfato verso altri Paesi e sostiene che, “grazie a Dio, i crociati saranno sconfitti”. E soprattutto, dimostra che non e’ stato ucciso: la sua voce serve a smentire le voci che nei giorni scorsi lo davano per morto o quantomeno ferito. Si tratta di un messaggio di 17 minuti diffuso dal al-Furqan Media Foundation dell’Isis, la cui attendibilita’ non e’ stata al momento dimostrata, ma che viene dato per autentico da Site, l’autorevole sito americano di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web. Il presunto Baghdadi appare dunque piu’ battagliero che mai, e le sue parole vengono peraltro diffuse proprio mentre alti funzionari dell’amministrazione Obama, citati in forma anonima dalla Cnn, affermano che il presidente americano ha chiesto al suo team per la sicurezza nazionale di rivedere la strategia Usa in Siria, dopo aver realizzato che l’Isis non puo’ essere sconfitto senza una transizione politica a Damasco e senza la destituzione del presidente siriano Bashar al Assad. E arriva anche la notizia – che potrebbe avere un impatto non da poco sulla strategia Usa per armare l’opposizione filo-occidentale in Siria – di un’alleanza siglata tra l’Isis e al Qaida per unire le forze contro i nemici comuni siriani: il regime di Assad e i ribelli moderati. Nel messaggio al Baghdadi cita opportunamente avvenimenti verificatisi dopo che si erano diffuse le voci sulla sua morte. Voci che il Pentagono non ha ne’ confermato ne’ smentito, mentre sul web sono persino apparse delle foto del suo presunto cadavere. In particolare, il leader dell’Isis parla di Obama che la settimana scorsa ha ordinato il dispiegamento di altri 1.500 soldati, perche’ i raid aerei “non hanno impedito l’avanzata dello Stato Islamico, ne’ indebolito la sua determinazione”. E parla anche di eventi ancor più recenti, come l’impegno di fedelta’ allo Stato Islamico da parte del gruppo egiziano Ansar Beit al Maqdis e di altri in Libia, Arabia Saudita, Algeria e Yemen, che risalgono a qualche giorno fa, consentendogli cosi’ di annunciare l’espansione del califfato a tali Paesi. Con i consueti toni apocalittici dei leader radicali islamici, il califfo esorta quindi i mujaheddin a “far eruttare i vulcani della jihad, ovunque”, e afferma che “i missili dei crociati non fermeranno la nostra avanzata su Roma”. Non e’ la prima volta che il califfo minaccia il centro della cristianita’. Sulla copertina del numero di ottobre della sua rivista online ‘Dabiq’ campeggia persino un fotomontaggio in cui la bandiera dell’Isis sventola sull’obelisco di piazza San Pietro, mentre lo scorso settembre il portavoce dello Stato islamico Abu Muhammad al Adnani ha esortato a “conquistare Roma e spezzare le croci, con il permesso di Allah”. Roma di solito viene considerata nei messaggi jihadisti piu’ come simbolo dell’ Occidente “crociato”, che come luogo fisico, ma certo il messaggio e’ comunque inquietante. Frattanto, il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, in una audizione al Congresso, ha negato che l’amministrazione stia cambiando la sua strategia in Siria e ha affermato che la campagna aerea della coalizione contro l’Isis si intensifichera’ in futuro, non appena le forze irachene di terra diventeranno piu’ efficaci. Ma ci vorra’ tempo. Il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore interforze, ha dal canto suo affermato che “abbiamo bisogno di 80 mila soldati iracheni competenti per ricatturare il territorio perso” in Iraq, e ristabilire quindi la frontiera con la Siria. (di Stefano de Paolis/ANSA)

1 comments

Sembra proprio che l’Umanita’ abbia paura della propria ombra ed abbia scelto di vivere la vita di Pinocchio pur sapendo che e’ bugia.
Un parallelo si potrebbe fare per la politica e per la scienza.
Nella scienza sara’ impossibile andare avanti e chiudere il cerchio a meno che uno dei perni su cui la scienza si e’ basata da ormai oltre 80 anni, il principio di Heisenberg, sara’ totalmente rimosso da ogni referenza scientifica e da ogni libro. Non solo e’ errato di per se’ ma da troppo tempo e’ una spina nel fianco del progresso. Molti scienziati lo sanno cio’ nonostante sono tutti rimasti allineati ed all’interno dei vecchi binari.
Nella politica mondiale in parallelo quel pilastro da riguardare e’ l’evento dell’Undici Settembre.
L’interpretazione di quell’evento e’ alla base di tutto quello che sta accadendo da ormai tredici anni. Ancora oggi il futuro di tutte le genti dipende proprio da come l’Undici Settembre e’ inteso.
E’ quindi una politica folle continuare a far finta, allinearsi con alcuni Paesi e contro altri come se l’Undici Settembre fosse stato davvero un evento causato dall’Islam o da Osama bin Laden.
Tutti quelli che l’hanno osservato da vicino sanno bene che l’Undici Settembre e’ stato compiuto da George Bush in combutta con i servizi Israeliani e Saudi. Cio’ nonostante questi politicanti agiscono come se loro non lo sapessero e come Ponzio Pilato se ne lavano le mani.
Questa loro debolezza tornera’ per colpire come un boomerang sulle faccie di tutti.
Dovrebbero adesso confrontare i responsabili e trovare quel coraggio prima che arrivi l’anno 2016.
Adesso e’ l’ora per una nuova investigazione dell’Undici Settembre.
Quando Jeb Bush sara’ eletto presidente USA un altro cerchio si sara’ chiuso e con esso anche la bocca della gente.

http://www.wavevolution.org/it/humanwaves.html

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