Borse volatili, la Russia va in soccorso del rublo e delle banche

Central Bank of the Russian Federation

ROMA. – L’emergenza del crollo del rublo fa scattare la rete di sicurezza per le banche, che fra gli interventi per vendere valuta estera e voci di prossime cessioni di oro da parte di Mosca fa risalire la valuta russa e la Borsa di Mosca, complice anche il recupero del petrolio. Le borse europee chiudono mediamente in pareggio dopo una giornata negativa per i timori russi, con gli occhi puntati sul voto presidenziale in Grecia e le decisioni della Federal Reserve. In una giornata volatile e in un clima da emergenza economica a Mosca dopo il crollo di ieri, il rublo viaggia con una fiammata di oltre il 10% con le quotazioni a meno di 60 rubli per dollaro. Pur restando in calo del 45% da inizio anno, la valuta russa torna a respirare dopo il pacchetto di misure d’emergenza annunciato dalla Banca di Russia, che include un sostegno sia dell’istituto centrale che da parte del governo a ricapitalizzare le banche nel 2015 in quella che si profila come una probabile nazionalizzazione, oltre a maxi-iniezioni di liquidità un allentamento dei vincoli patrimoniali di fronte all’erosione in valore degli asset e alle perdite sui crediti innescate da sanzioni, crollo valutario e petrolio a picco. Una rete di sicurezza fatta per isolare il sistema bancario ed evitare una fuga dei depositi che avrebbe il potenziale per innescare una spirale incontrollabile per Mosca, mentre il premier Dmitri Medvedev chiede ai big energetici, forti nell’export, di vendere in modo stabile e regolare le loro riserve di valuta estera in modo da prevenire sbalzi nel cambio. Boccata d’ossigeno anche per la Borsa di Mosca, con l’indice Rts (denominato in dollari) che chiude con un balzo del 17,6%, il maggiore degli ultimi cinque anni, sostenuto (come il rublo) dalla ripresa dei prezzi petroliferi sopra la soglia psicologica dei 60 dollari per barile, con il greggio del mare del Nord, il Brent, a 62,44 dollari. Dopo una seduta nuovamente negativa dopo le perdite di ieri, quando si temeva un avvitamento della crisi russa in grado di contagiare altri paesi emergenti con un inevitabile impatto globale, anche le Borse europee reagiscono positivamente, trainate dai petroliferi: Parigi è in rialzo dello 0,46% in chiusura, Francoforte e Londra poco mosse mentre Milano resta negativa con un -0,54%. SI distingue, dopo settimane di alta volatilità e perdite elevate, Atene, con un +3,24% prima che la prima tornata per eleggere il nuovo presidente della Repubblica ellenico si è conclusa con una fumata nera che, di fatto, conferma i timori di uno stallo che potrebbe portare a elezioni anticipate. I mercati, dunque, rimangono in guardia, anche per l’annuncio, che potrebbe arrivare stasera dalla Fed americana, di una piccola svolta nella politica monetaria Usa: la banca centrale infatti dovrebbe abbandonare la frase secondo cui terrà i tassi al minimo storico “per un periodo considerevole”. Mentre il bund tedesco e il treasury americano rallentano, in una giornata caratterizzata dal rientro di molti acquisti difensivi, recupera il Btp italiano, con rendimento decennale tornato sotto il 2% anche grazie a Benoit Coeuré che avvicina ulteriormente il ‘quantitative easing’, dicendo che c’è consenso sul fatto che Francoforte debba “fare di più”. Lo spread chiude in calo a 137 punti base.

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