Bagarre sulla Legge di Stabilità. Dopo molti rinvii arriva maxiemendamento

L.Stabilità: Morando, tutti dipendenti Province ricollocati

ROMA. – Ventiquattro ore di ritardo e quattro rinvii in Aula: il maxiemendamento alla legge di stabilità approda all’esame dell’Assemblea di Palazzo Madama dopo una giornata ad alta tensione. E quando, in serata, il governo pone la questione di fiducia è bagarre nell’emiciclo del Senato dove la Lega protesta battendo i pugni sul tavolo. “La ricreazione è finita”, interviene il presidente Pietro Grasso per interrompere il caos che accoglie il ministro Maria Elena Boschi. Opposizioni che già nel pomeriggio avevano incalzato il governo per l’andamento dei lavori, chiedendo che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan venisse a riferire Parlamento. “Non siamo perfetti”, è la replica del premier Matteo Renzi ma lavoriamo, aggiunge, “perché la Legge di stabilità non sia quel monstrum di norme con magari le varie leggi marchetta”. E proprio il pacchetto di norme microsettoriali e territoriali, concordate tra governo e senatori in commissione Bilancio ma non approvate a causa dell’interruzione dei lavori senza aver terminato l’esame della manovra, sono state una delle ragioni principali del ritardo dell’approdo in Aula. Un elenco nel mirino in particolare del M5S: “nella manovra – è la denuncia del movimento – sono stati infilati all’ultimo momento emendamenti per assecondare gli interessi dei lobbisti che affollano in queste ore il Parlamento”. Rincaro Pellet, Istituto tecnologico Genova, Italia Lavoro, Salva Piemonte, Italia Expo, Tempa Rossa, deroghe per i dirigente Mef; Telesina, siti di interesse nazionale e sono alcuni dei capitoli messi in evidenza dai pentastellati. Una altolà che costringe il governo, per evitare un ostruzionismo fiume da parte dei senatori M5S, a riprendere in mano il testo del maxiemendamento e a correggerlo. Alla fine, sono un po’ meno di venti le misure che sono state cancellate durante l’esame incrociato di Palazzo Chigi-Tesoro-Ragioneria dello Stato: si va dall’albo unico dei consulenti finanziari allo stop al pagamento delle accise per carburanti e alcolici rubati passando per le nuove assunzioni per il Parco del Gran Paradiso e l’indicazione della priorità per la tratta ferroviaria Roma-Pescara. E per alcune norme che saltano altre però restano, nonostante le polemiche, come nel caso della Cig in deroga per la pesca. La speranza – viene però riferito – è che il compromesso sia sufficiente per evitare che in Aula i lavori vadano per le lunghe, facendo slittare l’ok a dopo Natale. Lavori che secondo il calendario messo a punto dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama si chiuderanno comunque in nottata con il voto finale al provvedimento atteso per le 3 di notte. Le difficoltà legate alla scelta di cosa lasciare fuori dal testo della Legge di stabilità si sono poi sommate nel corso a quelle della relazione tecnica a firma della Ragioneria, corredo necessario perché i testi possano essere presentati in Parlamento. Al terzo rinvio infatti lo stesso viceministro all’Economia Enrico Morando si è trovato costretto a annunciare ai senatori la mancanza del dossier di accompagnamento spiegando di non essere “in grado di prendere un impegno preciso sui tempi”, non avendo ancora ricevuto il testo bollinato. Bollinatura che poi a sera è finalmente arrivata. (di Chiara Scalise/ANSA)

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