Casa di Riposo “Villa Pompei”, un atto d’amore degli italiani in Venezuela

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SANT’ANTONIO DE LOS ALTOS. – Nel cuore di Sant’Antonio de los Altos, lontano dal caos della città, dal viavai di gente, dal ruggire degli autobus e dal rombo sordo delle moto. Vi si respira il clima sereno della tranquillità, una pace bucolica che invita alla sana riflessione. E’ la Casa di Riposo Villa Pompei. Circondata dalla natura lussureggiante e ricca di colori caldi, vivaci, accesi che è particolare di Los Altos Mirandinos, ospita connazionali che ci accolgono con un sorriso carico di tenerezza.

Fondata il 18 ottobre 1992, Villa Pompei, oggi, si estende su una superficie di 7000 metri quadrati. Le sue origini risalgono al 1975, anno nel quale il Padre Ettore, sacerdote scalabriniano, e il presidente dell’associazione riuscirono ad avere in affitto due case nel quartiere “caraqueño” di Colinas de Bello Monte.

– Dopo tanti anni di grande impegno siamo riusciti ad acquistare questo terreno – ci spiega il dottor Giorgio Mazzucchelli, presidente dell’Associazione Civile “Cristoforo Colombo” che, assieme agli altri membri dell’Esecutivo e ad altri connazionali con spirito di volontariato e grande solidarietà umana, spende tempo, denaro e tanta energia per mantenere viva la struttura -. Questo terreno – aggiunge – è stato un acquisto speciale perché abbiamo potuto contare sull’aiuto di un importante avvocato italiano, Cesare Mendoza Leonelli.

A dir la verità, chissà per quale ragione era un terreno che nessuno voleva e che quindi Il dottor Mendoza Leonelli  riuscì a procurarsi a buon prezzo. E’ iniziata così un’avventura che si é conclusa con la costruzione di un meraviglioso centro che ospita i nostri pionieri. Non tutti purtroppo. E, si sa, oggi i connazionali bisognosi della nostra solidarietà sono tanti. E sono sempre di più.

Il dottor Mazzucchelli racconta che l’Associazione aveva pochissimi capitali. Ma nessun connazionale al quale è stato chiesto di collaborare ha negato il proprio aiuto.

– Un bel giorno, nell’ottobre del 1982, grazie al nostro spirito pioneristico, siamo  riusciti ad inaugurare Villa Pompei. L’architetto responsabile del progetto è stato Antonio Pinzani, lo stesso che progettò quello che è oggi l’Edificio sede del Centro Italiano Venezuelano di Caracas.

– A “Villa Pompei” vivono circa 100 persone – spiega -, tra ospiti e personale: infermiere, impiegati della pulizia e della manutenzione e le suore. Queste ultime – pone l’accento il dottor Mazzucchelli – sono i nostri angeli. Si occupano un po’ di tutto, soprattutto dei lavori più difficili.

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La vita di questa istituzione non è costituita solo dall’aspetto spirituale. La solidarietà, nell’atto pratico, si trasforma in 450 pasti al giorno per gli ospiti. Di ciò si occupano quattro suore, coordinate dall’attenta e dinamica suor Domitilla Pellegrino in qualità di Superiora della Congregazione delle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù. Le suore si occupano anche dell’assistenza agli anziani.

– Queste opere se non vengono amministrate da religiosi, sono destinate a chiudere o peggio ancora, a finire in mano a persone che non hanno lo stesso spirito di solidarietà che ha ispirato il nostro percorso fin dall’inizio. Detto in altre parole, non è facile trovare persone disposte a fare del bene e al tempo stesso a rispettare il settimo comandamento: non rubare. Questo è molto importante dirlo, sottolinearlo e farlo sapere.

La direzione religiosa delle suore, è stata possibile grazie al grande interesse e all’impegno di don Zelindo Ballen, padre scalabriniano, del dottor Giorgio Mazzucchelli, del nostro editore Amedeo Di Lodovico e di chi vi collabora da sempre. La proposta fu fatta nel 1992 all’’Istituto delle Riparatrici del S. Cuore, a Roma e fu accolta immediatamente con entusiasmo, giacché la finalità di “Villa Pompei” rientra nella missione dell’Istituto.

Visitiamo “Villa Pompei” accompagnati dal dottor Giorgio Mazzucchelli e dal nostro editore Amedeo Di Lodovico. Nel refettorio vi sono alcuni degli ospiti della “Casa di Riposo”- E’ ora di pranzo. Nelle cucine c’è un gran da fare. Le suore sono tutte indaffarate. C’è chi prepara i piatti da servire, chi il pane e chi i dolci.

Le stanze da letto sono nel piano superiore. C’è anche una sala “comune”, con divani, televisioni e un pianoforte. Gli ospiti possono praticare yoga, “ballo-terapia” e altre attività che li aiutano a mantenersi attivi.

Andiamo poi in infermeria. E’ una struttura molto ben attrezzata: ha una farmacia, apparecchiature per ecosonogrammi, elettrocardiogrammi, piccoli interventi di chirurgia e una sala di fisioterapia.

Uno degli spazi più belli della casa è la biblioteca. Ha una vista stupenda. Le vetrate danno ai giardini che sono un carnevale di colori.

Il dottor Mazzucchelli spiega che sotto il profilo dell’alimentazione e della pulizia, “Villa Pompei” è autonoma. E infatti, la struttura ospita una lavanderia industriale ed una piscina per purificare l’acqua. E così non dipende da nessuno:

– Abbiamo un sistema idropneumatico per l’acqua – illustra -. Siamo riusciti a costruire due serbatoi aggiuntivi di oltre 10.000 litri. Ma l’aspetto più importante è la presenza delle suore – sottolinea –. Sono loro che si prendono cura degli ospiti con grande spirito di sacrificio. Per loro è un apostolato. Si alzano tutte alle 4-5 del mattino per seguire i lavori della casa e assistere i nostri pionieri. La loro giornata si conclude a sera tardi.

Insomma, oggi, Villa Pompei è una bella realtà. E’ il fiore all’occhiello della nostra Collettività assieme alla Scuola Agostino Codazzi. E’ un progetto che si è fatto strada ed è cresciuto negli anni grazie all’impegno disinteressato di alcuni connazionali. Da sempre il suo scopo non è stato produrre profitti ma dare amore a chi ormai percorre il viale del tramonto. Amore e tanta solidarietà a chi non ha avuto fortuna nella vita. E’ un progetto che si è conquistato uno spazio nel cuore dei tanti italo-venezuelani che vi collaborano. E’ un’opera che ogni giorno compie il miracolo di restituire il sorriso ai nostri anziani.

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Non solo solidarietà e calore umano

Non solo solidarietà. Non solo calore umano. Purtroppo, opere come quella svolta dall’Associazione Civile “Cristoforo Colombo” che mantiene la  “Casa di Riposo Villa Pompei” richiedono anche, anzi soprattutto, un impegno economico non indifferente. E’ un motivo di preoccupazione costante. E il signor Giorgio Mazzucchelli lo fa presente. Tanto impegno ma anche una costante ansia legata alla crescita del numero degli ospiti, dell’inflazione… delle spese. E’ un aspetto che desidera sia capito chiaramente.

– All’inizio noi eravamo molto preoccupati perché i nostri ospiti crescevano in numero.  Non si tratta solo di assicurare dare un pasto a queste persone, – racconta Mazzucchelli -. La struttura è grande e ha bisogno di manutenzione costante. E allora abbiamo cominciato a riflettere.  Ci siamo chiesti: come possiamo coinvolgere altre persone per assicurare il futuro di “Villa Pompei”?  Come garantire la sua autonomia?

La risposta è stata semplice:

– Tutto ciò che c’è donato, offerto è benvenuto – spiega – Ma ci vuole un ritmo costante. E allora quando una persona ci affida un suo familiare, le chiediamo, nel limite delle loro possibilità, una beneficienza mensile alla “Cristoforo Colombo”, l’associazione civile senza scopo di lucro proprietaria di “Villa Pompei”. Una cosa è l’associazione e un’altra ciò che esce dall’associazione. E’ così che abbiamo potuto mantenere il concetto della gratuità in Villa Pompei. Questo è l’ingranaggio. Non c’è nessun mistero – assicura Mazzucchelli-. E’ una cosa logica, giuridica, fatta bene e fatta come si poteva fare, né più né meno. Qui nessuno ruba. Anzi, quando manca qualcosa, c’è sempre uno di noi pronto a mettere la mano in tasca.

È così che questa meravigliosa realtà, tra le poche in America Latina e forse nel mondo della nostra emigrazione, si è mantenuta nel tempo ed è cresciuta. E’ il risultato non solo del grande impegno del suo presidente, Giorgio Mazzuchelli, dei suoi vicepresidenti, il nostro editore Amedeo Di Lodovico, e il signor Guglielmo Faccioli o del suo Segretario, Franco Piccardo. E’ uno sforzo collettivo, in cui la nostra Collettività svolge un ruolo di primissimo piano.

Giorgio Mazzucelli sostiene che chi si muove nel campo delle assistenze deve saperlo.

– L’assistenza non è regalare 100 bolivares – precisa -. E’ un qualcosa che deve essere ben organizzata. Non può dipendere dalle autorità italiane. E’ indispensabile creare un’organizzazione che aiuti a chi ha meno. Questo è tutto.

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“Villa Pompei” non risolve i problemi familiari di altri

Disciplina. E’ forse questa la “parola chiave”. E’ una delle caratteristiche di Villa Pompei e la base del suo buon funzionamento. Fin dal primo momento è stato redatto un regolamento, uno statuto. Chi pensa avere i requisiti per ricevere l’assistenza che offre la “Casa di Riposo”, solo deve riempire dei moduli. Insomma, fare una domanda d’ingresso che sarà valutata da un comitato “ad hoc”. Una procedura non solo necessaria ma indispensabile, come spiega il dottor Mazzucchelli:

– Ci siamo trovati di fronte a tanti tristi casi di persone che mettevano alla porta i propri anziani; che pretendevano che Villa Pompei risolvesse i loro problemi familiari.

E aggiunge con determinazione:

– Una mamma, un padre, un nonno non si abbandona… mai!

Quindi una riflessione:

– Si dovrebbe sempre aiutare chi non ha. Gli anziani, i bambini non dovrebbero soffrire. Gli anziani sono nel viale del loro tramonto ma hanno una gran cosa… i ricordi che li aiuta a vivere.

(Arianna Pagano e Yessica Navarro/Voce)

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