Ambasciatore Usa accoltellato a Seul, la Corea del Nord plaude

Mark Lippert

TOKYO. – “Sto bene e di ottimo umore! Robyn, Sejun, Grigsby & io-profondamente commossi dal supporto! Tornerò al più presto per far avanzare l’alleanza Usa-Corea del Sud”. Il cinguettio di Mark Lippert, postato nel tardo pomeriggio sull’account Twitter a nome di tutta la famiglia, ha aiutato ad allentare la tensione di una giornata vissuta freneticamente a Seul con pesanti interrogativi ancora aperti sulla sicurezza. L’ambasciatore americano, 42 anni, il più giovane a ricoprire la delicata carica diplomatica Usa nella Corea del Sud, non è in pericolo di vita malgrado le ferite per le coltellate inferte da Kim Ki-jong, 55 anni, nazionalista pro-unificazione e, secondo la polizia, anche attivista pro-Corea del Nord. Pyongyang ha espresso un singolare plauso all’attacco: una “meritata punizione” contro un paese “guerrafondaio come gli Usa”, ha tuonato l’agenzia ufficiale del Nord, la Kcna. Kim, nelle ricostruzioni dei media locali, avrebbe detto dopo l’arresto che il gesto mirava a far cessare le esercitazioni militari in corso tra Washington e Seul, un serio ostacolo al processo di riunificazione delle Coree. Partite lunedì, sono le manovre annuali ‘Key Resolve’ e ‘Foal Eagle’, osteggiate dal Nord che le considera la prova di un’invasione ai suoi danni, rispondendo anche con il lancio di due missili a corto raggio. L’aggressione, rapida anche per il servizio di sicurezza, è avvenuta al Sejong Cultural Institute, vicino al ministero degli Esteri e alla stessa ambasciata Usa, intorno alle 7:40 locali (quasi mezzanotte in Italia) dove Lippert avrebbe dovuto parlare a un breakfast forum del Korean Council for Reconciliation and Cooperation sulla riunificazione della penisola. Cinque ferite procurate da altrettanti colpi, di cui una alla guancia destra che ha richiesto 2 ore e mezzo di intervento chirurgico e 80 punti di sutura allo Yonsei Severance Hospital. Un taglio lungo 11 centimetri e profondo tre che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi: la lama non è andata in profondità danneggiando la carotide per la resistenza opposta dal diplomatico, un ex agente dell’intelligence con i Navy SEALs. E’ la prima volta che un ambasciatore americano diventa il target di un attacco in Corea del Sud. Kim, ed è la cosa che farà più discutere, è stato l’autore del primo assalto mai fatto nel Paese contro un diplomatico straniero. A luglio del 2010, il bersaglio fu l’ambasciatore giapponese Toshinori Shigeie, contro cui scagliò pezzi di cemento. Il gesto gli costò la condanna a tre anni di carcere con la condizionale. Fonti di intelligence sudcoreani hanno riferito che Kim aveva visitato il Nord per sei volte tra il 2006 e il 2007 e tentato di realizzare un monumento a Seul dedicato al “caro leader” Kim Jong-il, morto a fine 2011. Lippert è considerato un esperto nelle vicende regionali: è stato assistente segretario alla Difesa per gli Affari della sicurezza in Asia e Pacifico dal 2011 al 2012 ed è stato alla guida della segreteria dell’ex capo del Pentagono, Chuck Hagel. Il diplomatico ha ricevuto una telefonata del presidente Barack Obama. E la solidarietà della presidente sudcoreana Park Geun-hye che, in missione ad Abu Dhabi, ha definito il gesto “un intollerabile attacco” alla alleanza bilaterale.
(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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