La Lega ha deciso, il Parma torna in campo

Calcio: Parma torna in campo, si gioca con l'Atalanta

MILANO.- Cinque milioni per permettere al Parma di finire il campionato: è quanto riceverà il curatore fallimentare dalla Lega di Serie A che ha dato il via libera al piano presentato da Carlo Tavecchio. Il presidente della Figc, dopo aver incassato il si’ dell’assemblea, ha raggiunto Collecchio per esporre le intenzioni della Lega ai giocatori i quali, nonostante qualche dubbio, e dopo due partite rinviate, hanno deciso di tornare in campo domenica al Tardini per la partita contro l’Atalanta. Si chiude con una notizia positiva una giornata piena di attese e di colpi di scena. In mattinata, la Guardia di Finanza si presenta in via Rosellini per acquisire i documenti del club emiliano. Poco dopo si riunisce la Lega Calcio per trovare una soluzione che arriva nel primo pomeriggio: i club con alcuni distinguo, qualche mal di pancia e un contenuto dissenso, danno il via libera al piano di Carlo Tavecchio. Viene stabilito un impegno economico di cinque milioni di euro: una parte arriva dal fondo multe, l’altra da liquidità a disposizione della Lega. In assemblea si svolgono due votazioni, una sulla disponibilità ad aiutare il Parma, l’altra sull’entità dell’intervento. La prima riceve 16 sì, il no del Cesena, e tre astensioni (Napoli, Roma e Sassuolo). La seconda, invece, sposta un po’ gli equilibri interni, con i sì di 15 club, il no di Juventus, Napoli e Cesena, l’astensione di Roma e Sassuolo. Al termine, prendono la parola il presidente Beretta e il dg Marino che si affida a Tavecchio e si dice disponibile a disputare la partita contro il Parma. Prima della riunione, esternano invece Preziosi, Zamparini e Lugaresi. Il presidente del Genoa afferma di non fidarsi di Tavecchio e auspica un cambio delle regole, il patron del Palermo invece è impietoso: “Non piango se Cassano non prende lo stipendio, non sono giocatori di Serie C”. Andrea Agnelli lascia via Rosellini senza spiegare la propria posizione. Alla fine, è il presidente Beretta a riassumere il senso della lunga e complicata assemblea: “I club si sono riuniti prima delle condizioni necessarie. Ci sono due aspetti. Uno di principio, votato con una larghissima maggioranza, cioè dare disponibilità a prendere in considerazione le proposte del curatore fallimentare. La seconda era di dare una cifra di riferimento”. Oltretutto secondo Beretta le verifiche effettuate dalla Lega Serie A sono state corrette: “Il modello di controllo per quanto riguarda la competenza della Lega ha funzionato e continua a funzionare – dice -. Le posizioni del Parma in Lega, infatti, sono coperte”. La partita però non è conclusa, c’è da convincere i giocatori gialloblù, e così Tavecchio si trasferisce a Parma per incontrarli e vedere il sindaco Pizzarotti. I vertici dell’Aic, con il presidente Tommasi, il vice Calcagno, e il dg Graziooli, partecipano alla riunione a Collecchio tra i calciatori, lo staff gialloblù, il presidente federale e il dg della Lega, Brunelli, che illustrano loro il piano. Ore difficili e la decisione, per nulla scontata, si fa attendere. Il capitano Lucarelli spiega che la squadra giocherebbe due partite senza certezze, prima della dichiarazione di fallimento, sollecitando che i soldi trovati dalla Lega vadano solo a copertura dei debiti sportivi. C’è perplessità e delusione tra i suoi compagni. Tavecchio si sposta in Comune a Parma, senza nessuna certezza, ma alla fine riceve la telefonata di Tommasi con l’ok dei giocatori: “E’ un gesto di responsabilità e rispetto nei confronti delle altre squadre e delle tifoserie per la regolarità del campionato”, ha spiegato il presidente dell’Aic, facendo capire che il boccone è stato duro da digerire.

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