Il Papa chiave nel disgelo di Washington con L’Avana

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L’AVANA. – In una Cuba che deve ancora prendere le misure dello storico riavvicinamento con gli Stati Uniti è arrivata in queste ore un’altra notizia chiave per i profondi mutamenti in corso nell’isola comunista, e cioè la possibile visita del Papa. I media ufficiali per ora non fanno commenti, mentre i siti web della dissidenza ne hanno subito parlato.

“Sarebbe un’ottima notizia, soprattutto nel caso di una tappa all’Avana prolungata, in modo da poter avere contatto con il popolo cubano”, ha d’altro lato commentato all’Ansa monsignor José Felix Pérez Riera, segretario aggiunto della conferenza episcopale. In attesa quindi di un’eventuale conferma, l’ipotesi del viaggio ribadisce il ruolo chiave della Chiesa nel paese e il fatto che il dialogo Cuba-Usa passa proprio dalla mani del Papa argentino, che conosce molto bene il caso Cuba.

Poco dopo lo storico viaggio di Giovanni Paolo II all’Avana, fu proprio Bergoglio il ‘coordinatore’ di un libro sui ‘Dialoghi’ tra Wojtyla e Fidel Castro, volume che affrontava tematiche quali il socialismo, l’ateismo, la libertà, la democrazia e, appunto, l’embargo. Qualche giorno fa, dopo un incontro con Fidel, il frate domenicano ed esponente della Teologia della liberazione, Frei Betto, ha tra l’altro riferito che il ‘lider máximo’ cubano sente “una profonda ammirazione” nei confronti del Papa.

A parlare d’altra parte del disgelo con gli Usa è stato negli ultimi tempi un protagonista di tale processo, e cioè il cardinale Jaime Ortega, arcivescovo dell’Avana da 34 anni, sempre in prima fila nel dialogo con i Castro, e che con il Papa ha da anni un forte rapporto. In un’intervista qualche tempo fa alla rivista cattolica ‘Vida Nueva’, Ortega si era riferito ai passi che, con grande gradualità, avevano portato alla svolta Washington-L’Avana, raccontando per esempio il colloquio in Vaticano il 27 marzo dell’anno scorso tra Bergoglio e Barack Obama.

“Il Papa gli disse una frase molto importante”, il fatto cioè che “tutta l’America Latina è unita e respinge” l’embargo Usa contro Cuba e che quindi – ha proseguito Ortega – se Washington non trovava una via di uscita a tale questione “sarebbe rimasta molto distante dall’America Latina”.

Quello della fermezza con la quale l’America Latina chiede a Washington di rimuovere il ‘bloqueo’ anti-Cuba è infatti un punto chiave, emerso tra l’altro con forza durante il Vertice delle Americhe a Panama di qualche giorno fa. Nell’intervista, Ortega ha inoltre ricordato altri due aspetti: il fatto che Obama nel colloquio con Francesco abbia definito “totalmente obsoleto” l’embargo, misura presa addirittura “prima della sua nascita”, e la posizione di Raul Castro, il quale – precisa il cardinale – “fin dal suo arrivo al potere, sette anni fa, ha sempre detto di avere in mano un ramoscello di olivo con gli Usa”, mentre il “linguaggio impiegato” sia da Raul sia dagli “uomini del suo governo è stato più civilizzato”.

(di Martino Rigacci/ANSA)

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