Le imprese italiane guardano al Cile, presto accordo doppia imposizione

CONFINDUSTRIA: NUOVA SQUADRA SQUINZI CON PESENTI E MATTIOLI

SANTIAGO DEL CILE. – Le imprese italiane tornano in missione in Cile per cogliere e “sfruttare” quel “potenziale ancora inespresso” nelle relazioni economiche tra i due Paesi e “sfruttarlo appieno” per costruire “una partnership più solida e di lungo periodo” tra i sistemi industriali.

A spiegare così la scelta della seconda tappa dell’iniziativa è il presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione di Confindustria, Licia Mattioli, intervenendo al business forum Italia-Cile. E i due Paesi, fa sapere il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, stanno lavorando all’accordo sulla doppia imposizione.

Accordo basato su “un principio di riconoscimento dei due sistemi fiscali”, per cui nei casi di una impresa che opera in entrambi i mercati si evita che le tasse vengano pagate due volte. “La bozza sarà pronta entro l’estate. I tempi sono stretti”, aggiunge il viceministro. Calenda e Mattioli sottolineano l’importanza strategica dell’apertura del Cile al commercio internazionale, visti i tanti accordi di libero scambio di cui è protagonista, grazie ai quali (come per la Colombia, prima tappa della missione) può diventare “un hub produttivo e logistico”, rimarca Mattioli, un ponte non solo per tutto il Sud America ma anche per l’Asia.

I rapporti economici vanno però potenziati. “La nostra presenza in Cile non è sufficiente né in termini di commercio né di investimenti”, va rafforzata e le condizioni per farlo ci sono, sottolinea il viceministro dello Sviluppo economico, ricordando che l’interscambio tra Italia e Cile, pari a circa 2 miliardi di euro nel 2014, “è importante ma limitato”. Di qui “l’obiettivo – prosegue Calenda – di spostare l’attenzione delle imprese dal Mercosur”, i paesi del mercato comune dell’America del Sud, “ai paesi dell’Alleanza del Pacifico, con al centro il Cile”.

Questa Alleanza tra Cile, Colombia, Messico e Perù dal 2012 garantisce la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone. Inoltre, “stiamo sviluppando un programma operativo”, aggiunge il presidente dell’Ice-Agenzia, Riccardo Monti, spiegando che l’obiettivo di “consolidare la nostra presenza avviene su tre direttrici: intensificazione dell’attività promozionale, maggiore collaborazione con le istituzioni cilene, creazione di un centro tecnologico a Santiago in collaborazione tra università italiane e cilene”.

Punto della missione – promossa dai ministeri dello Sviluppo economico e degli Esteri e organizzata da Confindustria, Ice, Abi, Rete imprese Italia, Alleanza delle cooperative e Unioncamere – anche sul settore bancario e il plafond messo a disposizione. Sono oltre 2,3 miliardi di euro già stanziati dalle banche per le imprese che scelgono di operare in Cile, come indicato dal membro del Comitato di presidenza dell’Abi incaricato per le relazioni internazionali, Guido Rosa.

I rapporti economici tra Italia e Cile “sono ottimi”, afferma l’ambasciatore d’Italia in Cile, Marco Ricci, “convinto della possibilità di rafforzare i vincoli già presenti”, grazie ad ulteriori “progetti e accordi”. Il Cile avrà la sua vetrina in Italia all’Expo, che vedrà la partecipazione della presidente Michelle Bachelet a giugno.