Grecia: il dossier sul tavolo del G7. Varoufakis rassicura il Fmi

Greek Prime Minister Alexis Tsipras at Economist conference

ROMA. – Il copione della crisi greca già visto nei mesi scorsi rischia di ripetersi al G7 di questa settimana, con gli Usa in pressing e l’Eurozona che cerca una soluzione all’ultimo minuto che eviti il peggio. Ma il baratro finanziario sempre più vicino potrebbe fare la differenza. Il dossier Grecia, ormai è chiaro, è finito di prepotenza nell’agenda del vertice dei ministri delle Finanze e governatori a Dresda che inizia oggi e finisce venerdì. Il rischio di un mancato pagamento da parte di Atene al Fondo monetario internazionale, il prossimo mese, potrebbe scatenare il default in una spirale in fondo alla quale c’è il ‘Grexit’, l’addio all’euro.

Le tensioni per la Grecia – spiega il governatore di Bankitalia Ignazio Visco mentre lo spread italiano sfiora i 140 punti base – finora contenute, potrebbero diventare “gravi e potenzialmente destabilizzanti”. Più cauto il premier Matteo Renzi: “sono abbastanza convinto che ci siano le condizioni per fare l’accordo”, ma anche se così non fosse “non ci sarebbe alcun rischio per il contribuente o il correntista italiano”. Sulla stessa linea del premier il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan. Un eventuale default greco potrebbe causare “qualche problema sui mercati, ma non sono assolutamente preoccupato per l’Italia: l’Italia è molto solida, lo spread potrebbe salire ma per un periodo di tempo breve, troppo breve per impattare sul debito”, spiega il titolare del Tesoro.

L’allarme però c’è, visto che Washington torna a farsi sentire: come riferiscono all’Ansa fonti bene informate sui lavori del G7, gli Usa nei colloqui tecnici pre-summit avrebbero fatto trapelare un certo nervosismo, rappresentando l’urgenza di disinnescare il rischio-Grecia e trovare un compromesso. L’amministrazione Usa – forte anche dell’appoggio del Fmi che potrebbe sfilarsi dal prossimo salvataggio (secondo molti ad Atene serviranno altri 50 miliardi), già si era mossa al G20 di Istanbul e, successivamente, al meeting del Fondo stesso. Ma il tempo è quasi esaurito a dieci giorni esatti dal 5 giugno, quando la Grecia deve oltre 300 milioni al Fmi, prima di una serie di tranche da quasi 1,6 miliardi solo a giugno.

Dopo l’ipotesi di un mancato pagamento al Fmi, anche il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, cerca di rassicurare: “nella misura in cui saremo in grado di pagare i nostri debiti, li pagheremo”, ed “è responsabilità del governo essere in grado di pagare”. Varoufakis è convinto che si trovi prima del 5 giugno l’accordo in grado di sbloccare almeno una parte dei sette miliardi attesi come prossima tranche del salvataggio. Il ‘piano B’ sarebbe quello di consolidare i pagamenti al Fmi alla fine del mese, guadagnando qualche settimana per trattare. Ma dal Brussels Group non emergono svolte nella trattativa: i rappresentanti di Atene si sono sentiti oggi con quelli di Fmi e Commissione Ue via conference call, rinviando a domani un incontro faccia a faccia.

Come spiega il portavoce di Atene, Gabriel Sakellaridis, restano da sciogliere nodi difficili: obiettivi di surplus primario, Iva, pensioni e mercato del lavoro. Varoufakis, che vorrebbe evitare una stretta generalizzata sull’Iva, valuta una sanatoria sui depositi bancari nascosti all’estero, con un’aliquota del 15%. E non esclude una tassa su transazioni bancarie e prelievi ai bancomat, che però rischia di assomigliare a un congelamento ‘soft’ dei depositi per evitare una fuga di capitali.

Un barlume nel negoziato, se riconosciuto dall’Euro Working Group che giovedì giovedì riunisce i tecnici dei ministeri delle Finanze dei 19, potrebbe portare alla convocazione di un Eurogruppo d’emergenza. E non è escluso che la decisione possa arrivare durante il G7, caldeggiata dagli Usa e favorita dai colloqui a Dresda.

La Germania, che presiede il summit, minimizza: “la Grecia non è all’ordine del giorno” ma “ci sarà spazio per qualche domanda”. Ma Berlino rischia di ritrovarsi il tema in cima all’agenda, che include la proposta francese per un ennesimo sforzo di coordinamento nella lotta al finanziamento del terrorismo, la situazione in Ucraina, possibili aiuti al Nepal, l’introduzione dello yuan nel paniere Fmi.

(di Domenico Conti/ANSA)