Usa 2016: Trump più forte delle gaffe vola nei sondaggi

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WASHINGTON. – Una valanga di critiche, polemiche infuocate e un botta e risposta al limite del decoro: eppure Donald Trump corre veloce nella campagna per la nomination repubblicana, sparigliando le carte, lasciando molti di stucco, irritando il partito e rischiando di favorire il fronte opposto. E nonostante le condanne ai massimi livelli (Casa Bianca), vola nei sondaggi risultando in testa alla lunga lista dei contendenti Gop, fino anche a doppiare colui che ‘sulla carta’ è il più quotato come frontrunner, Jeb Bush.

Stando ad un rilevamento Washington Post-Abc, il ricco imprenditore riscuote il 24% dei consensi tra elettori tradizionalmente repubblicani, confermando una tendenza che ‘a sorpresa’ va registrandosi da settimane. Al secondo posto Scott Walker, cui guarda con favore il 13% degli interpellati, solo a seguire Jeb Bush con il 12%. Ed è caos nell’affollato fronte Gop che, con la discesa in campo oggi del 63enne governatore dell’Ohio John Kasich, conta 16 candidati alla nomination.

Eppure nessuno sembra riuscire a stare dietro a Donald Trump, che in questa campagna dello stile senza peli sulla lingua sembra aver tracciato una nuova frontiera, sfidando a volto aperto il politically correct e prendendo di petto senza esitazione uno ad uno avversari e non.

Per ultimo è toccato a Lindsey Graham, a sua volta candidato alla nomination repubblicana e tra coloro che aveva preso le parti di John McCain nel terremoto che Trump aveva scatenato (ancora tutto in corso) dicendo che il senatore dell’Arizona, veterano della guerra del Vietnam e torturato durante la prigionia, non può essere considerato un eroe di guerra solo perché fu fatto prigioniero. In un intervento in South Carolina, Trump ha definito Graham “un idiota” e poi ne ha scandito pubblicamente perfino il numero di cellulare. Un momento che sarebbe surreale, se non fosse che Trump a questo punto non può più essere considerato un eccentrico candidato ‘per caso’ visti i sondaggi.

Le condanne fioccano e sono bipartisan: Hillary Clinton ha definito “vergognose” le parole di Trump su McCain. “Non c’è nulla di divertente nell’insultare un vero eroe di guerra”, ha detto la candidata democratica. Jeb Bush ha liquidato le parole del compagno di partito come “calunnie”. Anche la Casa Bianca ha manifestato la sua irritazione e, in un intervento inusuale, ha esortato Trump a “scusarsi con i veterani”.

Ma niente da fare, Trump a chiedere scusa non ci pensa nemmeno, del resto perché cambiare strategia se porta questi risultati? A guardar bene però a gongolare sono soltanto i democratici, e la frontrunner Hillary Clinton in particolare. Lo sintetizza bene il portavoce del repubblicano Lindsey Graham che, dopo l’ennesima sparata di Trump oggi, è sbottato: “Le due persone più esaltate dalla candidatura di Donald Trump sono Hillary Clinton e Barack Obama”.

Segnali in questo senso arrivano anche da un territorio prezioso, l’Iowa, che dà il via alle primarie e che quindi i candidati devono conquistare subito. In un editoriale pubblicato sul Des Moines Register – giornale molto ascoltato in quella comunità che spesso fa la differenza nelle presidenziali americane – a chiare lettere si invita Donald Trump a ritirarsi dalla corsa.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)