Expo: Bolivia, la quinoa degli indios è il futuro

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MILANO. – Orgoglio indigeno a Expo in chiave boliviana. In occasione del suo National Day, il Paese sudamericano ha celebrato anche il 190esimo anniversario dell’indipendenza, e si è presentato ai visitatori dell’Esposizione con “il meglio di ciò che i popoli delle Ande hanno lasciato in eredità” ha detto il ministro degli Esteri, David Chequohuanca. A cominciare dalla quinoa, l’alimento simbolo del Paese.

“I nostri antenati ci hanno regalato un alimento tanto antico quanto pregiato, così nutritivo che rappresenta oggi una risposta valida alle sfide della fame e del cambiamento climatico, e può garantire la sopravvivenza della specie umana” ha detto Chequohuanca. “Ma non siamo qui solo per la quinoa – ha proseguito -. Expo è un’occasione unica per mostrare la nostra cultura, la nostra musica, la nostra filosofia di vita. Vogliamo dialogare con gli altri popoli e condividere tutto ciò che abbiamo di bello e prezioso”.

Via libera, quindi, alle danze tradizionali che hanno animato il decumano con circa 350 ballerini di origine boliviana che oggi vivono in Italia. Tra loro anche il gruppo del Carnevale di Oruro, il secondo carnevale più importante dell’America Latina e, dal 2001, “Opera maestra del Patrimonio orale immateriale dell’umanità” dell’Unesco. “Tutti gli esseri umani, gli animali e le piante – ha ricordato Chequohuanca – si alimentano con il latte della ‘Pachamama’, la Madre Terra, ovvero l’acqua. Da questa considerazione deriva un valore che per i nostri antenati era fondamentale. Gli indigeni lo chiamavano con una parola lunghissima, che esprimeva l’invito a vivere in armonia gli uni con gli altri”.

Secondo il ministro boliviano, se oggi siamo attanagliati da problemi come “la povertà, la corruzione, la crisi energetica, la fame, il cambio climatico e le migrazioni”, è perché “il sistema capitalista ci ha imposto un modello di vita basato sul ‘vivere meglio’, anche a discapito della felicità altrui. Noi invece proponiamo il ‘buen vivir’, il vivere bene tutti insieme”. E’ per questo che in Bolivia “le risorse naturali non rimangono in poche mani, ma sono distribuite”, ha aggiunto il ministro, sottolineando come, dal 2006, il Paese abbia ridotto la povertà estrema dal 38% al 18%, come il reddito pro capite “che era fermo da 30 anni sui mille dollari, ora ha raggiunto i 3 mila”, e come si sia potuto “investire sull’educazione e su politiche di inclusione sociale, in particolare per le donne e gli anziani”.

“Non abbiamo più paura del futuro – ha concluso Chequohuanca -. Siamo costruendo insieme la nuova Bolivia con speranza e sogni. Oggi qui a Expo ho visto un popolo orgoglioso delle proprie radici, è stato bellissimo”. Anche per questo – ha concluso riferendosi alle divergenze con il Cile, approfittando della visibilità internazionale offerta da Expo – è tempo che la Bolivia abbia uno sbocco al mare. “Anche il Papa è con noi”.

(di Ilaria Liberatore/ANSA)

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