Sulle riforme Renzi non tratta. Parte l’operazione numeri

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ROMA. – Sull’elettività del Senato Matteo Renzi non intende andare oltre la proposta di un listino che indichi i futuri senatori. Per questo, a meno di ripensamenti della sinistra che ha già bocciato la mediazione, il vertice Pd sta studiando la strategia per approvare, a Palazzo Madama, il ddl Boschi entro ottobre. Sulla decisione del presidente Grasso, al netto della smentita di ieri, la maggioranza si fa poche illusioni e si prepara a portare la riforma direttamente in aula, saltando la commissione. E ad andare alla conta evidenziando che “non serviranno 161 senatori, cioè la maggioranza assoluta” ma un voto in più della maggioranza semplice.

In vista della ripresa dei lavori in commissione, l’8 settembre, i luogotenenti renziani si sono messi al lavoro per un’operazione di allargamento dei numeri al Senato, che possa supplire il voto contrario dei 26 (dichiarati) dissidenti Pd. Il premier ha già chiarito che non c’è alcuno scandalo se gli uomini di Verdini voteranno la riforma come già fatto in prima lettura quando Fi era seduta al tavolo delle riforme. Ma l’obiettivo è di andare al di là dei verdiniani e, a quanto si apprende, sono partiti contatti con i senatori azzurri.

“Ma non c’è alcuna caccia al voto, siamo certi che i numeri ci saranno”, spiegano ambienti di maggioranza, convinti che la paura del ritorno alle urne spingerà, al momento delle voto, molti senatori ad evitare che il governo vada sotto. E ottimista si mostra Renzi, concentrato soprattutto sulla stesura della legge di stabilità e a spiegare, come farà sabato per la prima volta al Forum Ambrosetti a Cernobbio, che la ripartenza è in atto e che “l’Italia e’ più forte – scrive oggi su facebook lodando il successo dell’Expo – di chi scommette solo sui fallimenti”.

Anche perchè, trattandosi della terza lettura, non servirà più la maggioranza assoluta dei voti, ovvero 161 sì, ma basterà la maggioranza semplice. Certo, se Grasso ammetterà la mole di emendamenti all’art.2, quasi 600mila solo dalla Lega, l’incidente è dietro l’angolo. E’ per questo che in settimana, a quanto si apprende, Renzi dovrebbe incontrare gli alleati di governo per compattare la maggioranza in vista di una ripresa che, tra riforma istituzionale e ddl sulle unioni civili, si annuncia calda.

L’altra tattica che si annuncia quasi certa è che si decida di saltare l’esame del ddl in commissione e di andare direttamente in aula. Lì, tra la possibilità di “canguri” e di varie tattiche parlamentari, è possibile sfoltire migliaia di emendamenti, accelerando l’iter. “A meno che l’opposizione – spiegano fonti Pd – non giochi di astuzia e ritiri molti emendamenti, costringendoci così di fatto all’esame in commissione”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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