Nuove sanzioni Usa. Mosca indignata, minano il disgelo

Russian President Vladimir Putin (C-R) waves to journalists as Kremlin spokesman Dmitry Peskov (C- L) looks on EPA/ALEXEI DRUGINYN / RIA NOVOSTI / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT
Russian President Vladimir Putin (C-R) waves to journalists as Kremlin spokesman Dmitry Peskov (C- L) looks on EPA/ALEXEI DRUGINYN  / RIA NOVOSTI / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT
Russian President Vladimir Putin (C-R) waves to journalists as Kremlin spokesman Dmitry Peskov (C- L) looks on EPA/ALEXEI DRUGINYN / RIA NOVOSTI / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT

MOSCA. – Si allontana sempre di più il disgelo russo-americano, dopo la visita ‘rompighiaccio’ del segretario di Stato John Kerry in maggio a Sochi e il successo in luglio dell’accordo sul nucleare iraniano. Alla vigilia della partecipazione del presidente Vladimir Putin alla maxi parata cinese per il 70/mo anniversario della fine della guerra contro il Giappone, gli Usa hanno introdotto nuove sanzioni contro la Russia, suscitandone la reazione sdegnata. Questa volta non per il perdurare del conflitto del Donbass, che ha indotto l’Ue a confermare nello stesso giorno le sanzioni europee per altri sei mesi, ma per la presunta violazione della legislazione americana del 2000 sulla non proliferazione in Iran, Corea del Nord e Siria.

Nella blacklist sono finite alcune importanti aziende della difesa, come Rosoboronexport, Instrument Design Bureau, Russian Aircraft Corporation Mig, Katod company, Npo Mashinostroyenia. Mosca ha reagito immediatamente promettendo risposte ‘”non necessariamente simmetriche” contro sanzioni che minano la ripresa della cooperazione bilaterale e la stabilità internazionale. “L’ampliamento delle sanzioni annunciate da Washington il 2 settembre…non e’ solo un’altra manifestazione dell’incapacità dell’amministrazione Usa di valutare adeguatamente quello che succede in Ucraina, ma la continuazione della linea tipica dei circoli governativi americani, che consiste nella cosciente e continua distruzione delle basi per la normalizzazione dei rapporti russo-americani”, ha commentato la diplomazia russa.

“La crisi in Ucraina, per molti versi provocata e alimentata da oltreoceano, è usata dall’ amministrazione Usa come pretesto per imporre un modello di comportamento per noi inaccettabile”, accusa il ministero degli esteri. “Gli Usa non si facciano illusioni di poter continuare questo corso senza conseguenze negative per se stessi”, minaccia Mosca, ricordando gli aspetti contradditori della politica americana, che alterna la ricerca della collaborazione con il Cremlino su alcuni dossier internazionali, come Iran, Siria, Isis, allo scontro e alla competizione aperta, dall’Ucraina al controllo dell’Artico.

Anche Dmitri Peskov, portavoce di Putin, ha assicurato che Mosca risponderà, a suo avviso in modo speculare. Il presidente della commissione del Senato per la difesa e la sicurezza, Viktor Ozerov, sostiene che le nuove sanzioni americane sono “una forma celata di competizione, perché oggi le nostre armi e i nostri equipaggiamenti militari sono richiesti nel mercato internazionale delle armi, e gli Usa vogliono indebolire questi affari”.

Franz Klintsevich, numero due del partito putiniano Russia Unita, ha sottolineato la coincidenza della decisione americana con l’imminente intervento di Putin all’assemblea generale dell’Onu: “probabilmente gli Usa pagherebbero un sacco perche’ questo discorso non ci fosse, ma non ci sarà ‘nessuna inversione di rotta sull’Atlantico’ e Putin a New York dirà al mondo tutto ciò che vuole”, ha osservato, rievocando lo storico ‘Loop di Primakov’, quando nel 1999 l’allora premier russo, mentre sorvolava l’Atlantico per una visita ufficiale negli Usa, ordinò al suo pilota di tornare indietro dopo aver saputo che l’Alleanza Atlantica aveva deciso di lanciare i primi raid aerei contro la Yugoslavia.

Certo, le coincidenze non mancano, dopo la parata cinese, l’atteso discorso di Putin alle Nazioni Unite, il visto Usa ‘ristretto’ alla presidente del Senato russo Valentina Matvienko che ha fatto cancellare la visita della delegazione di Mosca all’Unione interparlamentare: la tensione tra Usa e Russia si riaccende sullo sfondo della campagna elettorale americana proprio quando l’Ucraina sembra tornare tanto più nel caos quanto più si avvicina ad una possibile soluzione della crisi nell’est. Con la maggioranza del presidente Poroshenko che perde pezzi in parlamento mentre vota le riforme previste dagli accordi di Minsk-2 e il segretario del consiglio per la sicurezza ucraina Oleksandr Turcinov che ha chiesto nuovamente agli Usa armi letali dopo aver accusato la Russia di destabilizzare l’Ucraina con infiltrazioni politiche interne.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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