Passaporto agli emigranti, come prevede la legge italiana

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ROMA. – “Il Ministero degli Affari esteri, rispondendo a una mia recente interrogazione sui gravi disservizi della rete consolare in Brasile, che penalizzano i 380.000 concittadini ancora in attesa di cittadinanza italiana ammette che esistono ‘tempi di attesa molto dilatati per la recezione delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana a causa dell’enorme numero delle istanze presentate’, adducendo come scusante la spending review e la precisa volontà di concentrare le ridotte risorse prevalentemente in Europa”.

A renderlo noto è il senatore Fausto Guilherme Longo, eletto nella circoscrizione dell’America meridionale. “Questo è il riconoscimento ufficiale che le leggi in Italia possono essere inapplicate senza che nessuno ne risponda. La legge 5 febbraio 1992, n. 91, sul “Riconoscimento del possesso della cittadinanza agli stranieri discendenti da avo italiano emigrato in Paesi ove vige lo ius soli” parla chiaro – spiega il senatore brasiliano eletto nelle file del PD – ma se per cavilli burocratici o insufficienza dei servizi consolari non può essere rispettata, significa calpestare i diritti di centinaia di italiani, costretti in passato a emigrare in Brasile, considerati cittadini di serie B”.

“Come loro rappresentante istituzionale avvierò nei prossimi giorni una petizione popolare – assicura Longo – perché il ministro degli Affari Esteri si impegni a far rispettare una legge di Stato, rimuovendo gli ostacoli che di fatto discriminano la più grossa comunità di italiani all’estero”.

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