Mattarella: fase drammatica per l’Europa, ora unità e scelte condivise

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STRASBURGO. – L’Europa vive un “momento drammatico”. Ne potrà uscire, ma solo con maggiore “unità” tra gli Stati. Tutto il mondo ha bisogno di una Europa unita, capace di “scelte condivise” in grado di combattere il terrorismo e le grandi sfide della modernità, a partire dall’emergenza migratoria. Guai a soluzioni apparentemente semplici, che portano solo “alla rinuncia di nostri diritti fondamentali”.

Sergio Mattarella tiene il suo primo discorso da Presidente della Repubblica all’Europarlamento davanti a una Plenaria sconvolta dalla tragedia di Parigi. A Bruxelles è ancora allarme rosso. L’Isis nelle ultime ore ha sparso il terrore a Tunisi, come in Egitto. E solo ieri la tragica vicenda del jet abbattuto ha messo a durissima prova i rapporti tra Mosca e Ankara. Ma il Capo dello Stato, agli eurodeputati riuniti in seduta solenne, lancia un appello forte a credere ancora di più al progetto di costruzione europea, di evitare ogni egoismo.

Prima di dargli la parola, il padrone di casa, il Presidente Martin Schulz sottolinea il suo profilo di grande europeista, ricordando come la sua prima visita all’estero, dopo la sua elezione, fu alle istituzioni Ue di Bruxelles. Accompagnato dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni e dal sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, Mattarella esordisce in Aula parlando di un Europa “ferita” da “lacerazioni dolorose e incancellabili”.

Dopo aver ribadito la sua vicinanza al popolo francese, torna sugli attentati del 13 novembre: “A Parigi è stata colpita la nostra vita di tutti i giorni, la nostra concezione dello stare insieme, le nostre abitudini: quel modo di essere, pensare e vivere che è proprio e caratteristico dei cittadini dell’Unione”.

E ricorda commosso Valeria Solesin, a cui ha reso omaggio appena l’altro giorno, alle toccanti esequie laiche di Piazza San Marco. “Era una ragazza italiana, una ragazza europea – scandisce tra gli applausi – la cui giovane vita è stata stroncata, assieme a quella di altre 129 persone”. Ricorda che l’Europa di oggi è quella nata dalla solidarietà del secolo scorso, frutto degli “ex nemici”, “ex avversari nella Guerra Fredda”.

Ma ora, incalza il Capo dello Stato, “tutto questo non basta più”. “A noi tutti viene oggi prepotentemente chiesto un di più di responsabilità, un di più di iniziativa, un di più di coesione. Solo così – osserva – potremo vincere le sfide arroganti che il terrorismo porta sin dentro le nostre case”.

E tra le sfide, strettamente correlate con l’incubo jihadista, c’è quella dei migranti che, ricorda Mattarella “ripetono la tragedia degli ebrei in fuga dal nazismo”, “eredi di chi, a rischio della vita, valicavano il Muro di Berlino”. E su di loro, Mattarella è netto nell’opporsi a xenofobia vecchia e nuova: “Non sono loro, che fuggono da violenza e morte, il nostro nemico”.

Ammette che bisogna difendere la sicurezza dell’Europa, ma non si può “deturparla per renderla meno appetibile”. E avanza proposte chiare. Prima mette in soffitta l’accordo di Dublino “che fotografa un passato che non c’è più “, quindi chiede alle istituzioni di aggiornare le proprie regole “improntate a principi di umanità e sicurezza, solidarietà e responsabilità”.

Chiude citando Jean Monnet, uno dei ‘padri’ dell’Europa: ”Non possiamo fermarci quando il mondo intero è in movimento”.

In Aula tutti in piedi, ad applaudire, tranne la pattuglia leghista. “Mattarella non ha detto niente…Che ha detto? Il nulla. E applaudire il nulla non mi appartiene”, spiega Matteo Salvini. Di parere opposto il Presidente della Commissione Ue: “un discorso eccellente, in linea con la grande tradizione europeista italiana’, commenta Jean Claude Juncker.

(di Marcello Campo/ANSA)