I pensionati in Venezuela sono stanchi di promesse e attendono risposte positive

Circa un migliaio di pensionati si sono assiepati nel salone di conferenze di un noto hotel di Caracas il 26 novembre 2015 per ascoltare dalla bocca dell’Ambasciatore e dei Patronati quali possibilità ci siano di recuperare il valore della pensione.
Circa un migliaio di pensionati si sono assiepati nel salone di conferenze di un noto hotel di Caracas il 26 novembre 2015 per ascoltare dalla bocca dell’Ambasciatore e dei Patronati quali possibilità ci siano di recuperare il valore della pensione.
Circa un migliaio di pensionati si sono assiepati nel salone di conferenze di un noto hotel di Caracas il 26 novembre 2015 per ascoltare dalla bocca dell’Ambasciatore e dei Patronati quali possibilità ci siano di recuperare il valore della pensione.

ROMA – “Mentre i nostri pensionati in Venezuela sono alle prese con il dramma delle pensioni quasi azzerate ed i conseguenti e gravi disagi economici ed umani, continua da mesi lo stucchevole balletto delle responsabilità tra ministeri ed enti competenti che si sono impegnati a trovare una soluzione “giusta e tempestiva” al problema”.

La denuncia arriva dal presidente del Comitato italiani nel mondo della Camera, Fabio Porta, deputato PD eletto in Sud America, il quale riferisce che il Ministero del Lavoro e l’Inps sono in attesa del “via libera” del Ministero dell’Economia sull’adozione di un cambio parallelo e più favorevole per le loro pensioni.

– In seguito anche ai nostri numerosi, multiformi e pressanti interventi – spiega Porta – ci sembra di capire che la questione sia all’ordine del giorno del Governo e che il Ministero dell’Economia stia effettuando, purtroppo con la lentezza che caratterizza da sempre i nostri apparati burocratici, una serie di conclusive verifiche, presso Inps, Ministero del Lavoro e Banca d’Italia, sulla fattibilità delle proposte relative all’utilizzo di un cambio parallelo (ancorché sempre ufficiale) della valuta italiana in bolívares e dei relativi costi da affrontare.

Porta ricorda che da tempo “la comunità italiana in Venezuela chiede alle Stato italiano di considerare una priorità l’adozione di un sistema di cambio per le pensioni pagate in Venezuela che non penalizzi i nostri pensionati ivi residenti e che tenga conto del reale potere d’acquisto del bolívar, delle pensioni venezuelane artificialmente rivalutate negli ultimi anni dal Governo venezuelano e dell’elevato tasso di inflazione anch’esso causa di una crescente sopravvalutazione del tasso di cambio reale”.

– I nostri pensionati in Venezuela – continua il deputato italobrasiliano – sono esasperati e, data la precaria situazione socio-economica in quel Paese, la maggioranza di loro con la perdita delle prestazioni assistenziali (trattamento minimo, maggiorazioni sociali, assegni familiari) ha anche perso la serenità e il reddito di sussistenza.

Quindi il presidente Porta ribadisce di aspettarsi “una manifestazione di responsabilità e solidarietà da parte dei Ministeri competenti che non possono e non devono ignorare le istanze di aiuto e di giustizia che giungono dalla nostra comunità di pensionati in Venezuela”.

In tal senso ricorda “nuovamente che le pensioni pagate in Venezuela sono diminuite da 6.096 nel 2010 a 4.713 nel 2014 e continuano a diminuire sia nel numero che nell’importo, per un risparmio da parte dell’Inps di circa 15 milioni di euro”.

Per il deputato PD “sono senz’altro presenti quindi i margini non solo umani ma anche economici per venire incontro alle legittime richieste dei nostri connazionali residenti in quel Paese”. – So – afferma – che i nostri connazionali si aspettano, anche da me, una risposta urgente, definitiva e soprattutto positiva alle loro drammatiche istanze e sono stufi di sentire ripetere solo annunci e promesse.

Proprio per questo – assicura – nei limiti che il mio ruolo e il mio personale impegno obiettivamente comportano, continuerò a seguire, vigilare e sollecitare l’attività di Ministeri ed enti coinvolti per la soluzione di questa triste vicenda che potrebbe essere risolta senza grossi oneri per lo Stato italiano e con un segnale di solidarietà e di attenzione verso i nostri connazionali e il Paese latino americano con il quale l’Italia ha da sempre degli ottimi rapporti umani, sociali, politici ed economici.

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