A gennaio 368 morti nel Mediterraneo, 60 bambini

Refugees and migrants on a dinghy arrive from the Turkish coast to the northeastern Greek island of Lesbos, on Friday, Jan. 29, 2016. (ANSA/AP Photo/Mstyslav Chernov)
Refugees and migrants on a dinghy arrive from the Turkish coast to the northeastern Greek island of Lesbos, on Friday, Jan. 29, 2016.  (ANSA/AP Photo/Mstyslav Chernov)
Refugees and migrants on a dinghy arrive from the Turkish coast to the northeastern Greek island of Lesbos, on Friday, Jan. 29, 2016. (ANSA/AP Photo/Mstyslav Chernov)

ISTANBUL. – Nel Mediterraneo è una strage quotidiana: dall’inizio di quest’anno più di 10 migranti morti ogni giorno, annegati nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa su barconi stracarichi e precari. Il bilancio di quelli che hanno perso la vita in mare, diffuso oggi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), parla di 368 vittime nel solo mese di gennaio, tra cui 60 bambini, spesso di pochi anni o addirittura pochi mesi. Come i due annegati ieri, affogati a poche decine di metri dalla costa, tra le 9 vittime dell’ultimo naufragio nell’Egeo, al largo dell’isola di Samo. Un’ennesima, drammatica conferma di come i minori siano sempre più a rischio in questi viaggi della disperazione.

Negli ultimi 5 mesi ne sono annegati 330, calcola sempre l’Oim. L’Egeo si conferma il tratto di mare più frequentato e più letale, con 272 vittime. I migranti sbarcati in Grecia dall’inizio del 2016 sono già più di 62 mila, quasi tutti provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan, mentre altri 5 mila sono quelli che hanno attraversato il Mediterraneo centrale, diretti dalla Libia sulle coste italiane.

Sempre di più sono i minori non accompagnati: la percentuale dei bambini migranti sbarcati senza genitori o parenti prossimi “è cresciuta enormemente”, sottolinea l’ong: se nel 2015 erano uno su 7, a gennaio sono diventati un terzo del totale. Numeri che si rispecchiano nell’ennesima tragedia avvenuta nelle acque tra Grecia e Turchia. Il barcone in vetroresina su cui viaggiava un gruppo di una ventina di profughi siriani, partito poco prima dell’alba alla volta dell’isola greca di Samo, si è rovesciato a causa delle onde ad appena 25 metri dalla costa turca di Seferihisar da cui era partito, nella provincia di Smirne.

Nove sono i corpi recuperati durante le operazioni di soccorso dalla Guardia costiera di Ankara, tra cui quelli di due bambini, entrambi neonati. Due persone sono state salvate in mare, mentre 11 erano riuscite a raggiungere la costa e dare l’allarme.

Solo sabato scorso, nell’ultima strage nell’Egeo, 39 persone erano annegate poco più a nord, mentre cercavano di raggiungere l’isola di Lesbo. Cinque erano bambini. Le immagini dei piccoli corpi, trascinati sulla costa turca dalle correnti, avevano sconvolto ancora una volta l’opinione pubblica, ricordando quella del piccolo Aylan, annegato 5 mesi fa. Nell’Egeo, però, si continua a morire ogni giorno.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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