Renzi vola da Macri, per rilanciare i rapporti politici ed economici

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ROMA. – Matteo Renzi vola nella nuova Argentina di Mauricio Macri, in una missione di due giorni che lo vedrà lunedì e martedì a Buenos Aires per rilanciare i rapporti. Quelli politici con la nuova presidenza che, archiviata l’era del kirchenismo peronista, è orientata ad un approccio liberista ed a un nuovo rapporto con l’Europa. Ma anche e soprattutto quelli economici, spingendo l’acceleratore su quella che il premier chiama la ‘soft power’, la crescita e la penetrazione dell’Italia e delle sue eccellenze imprenditoriali.

Renzi arriva in Argentina, il ‘paese degli italiani’ che conta oltre 900 mila passaporti tricolori, pronto a mettere una bandierina: sarà il primo premier europeo dopo oltre un decennio ad atterrare a Buenos Aires. E lo farà ‘bruciando’ sul tempo il collega Francois Hollande atteso (anche lui con una scia di imprenditori al seguito) nella capitale argentina a fine mese.

Pronto, grazie anche al recente superamento del macigno dei Tango Bond che da anni ha rappresentato una spina nel fianco nei rapporti bilaterali, a stringere intese e accordi. Anche e soprattutto di ‘business’ in una regione, l’America Latina, che offre immense opportunità e una relativa stabilità rispetto a molte altre parti del mondo dove pesano emergenze globali come il terrorismo. Una regione che è tra le priorità del premier in chiave di penetrazione imprenditoriale e internazionalizzazione delle imprese italiane, come dimostra anche la missione in Cile, Perù, Colombia e Cuba dell’autunno scorso.

Chiusa la travagliata vicenda dei tango bond, con l’accordo per il rimborso ai 50mila risparmiatori italiani che non avevano accettato le ristrutturazioni del 2005 e del 2010, la partita con Buenos Aires per Renzi si gioca anche e soprattutto sui rapporti personali con il neo presidente Macri. Il premier lo vedrà in versione ufficiale alla Casa Rosada martedì mattina, ma è molto probabile che un incontro più intimo ci sia a cena lunedì sera.

In nome non solo dell’italianità che li unisce – Mauricio, è figlio di quel Franco che partendo dalla Calabria tanti anni fa costruì un impero dell’edilizia in Argentina – ma anche di un antico rapporto. Si erano incontrati quando entrambi erano primi cittadini, uno di Buenos Aires l’altro di Firenze. E all’indomani della vittoria di Macri che ha ‘spodestato’ la Kirchner, Renzi è stato tra i primi a telefonargli.

Fitta l’agenda delle due giorni del premier in Argentina, tra incontri istituzionali, lectio magistralis all’Università, incontri con la comunità italiana. Il premier visiterà anche il cantiere del progetto del sotterramento della linea ferroviaria “Sarmiento” che vede in prima fila il gruppo italiano Ghella. La sua missione sarà seguita da diversi imprenditori italiani. Quelli già presenti e consolidati nel paese come Enel, Pirelli, Fiat, Technit e Rocca, e altri che guardano alle opportunità del paese. Sul fronte energetico, ma anche infrastrutturale (da poco è stato restituito un ministero dei Trasporti).

E mentre dalla Casa Rosada – cita la stampa locale – si precisa che tra i temi dell’incontro ci saranno gli investimenti italiani, la lotta al terrorismo, il clima e le ipotesi di accordo tra Ue e Mercosur, c’è anche chi scommette che Macri è pronto a dare un benvenuto particolare all’amico Matteo: la promessa di rimettere sulla piazza di fronte al palazzo presidenziale la grande statua di Cristoforo Colombo rimossa da Cristina Fernandez de Kirchner.