Ambasciatore di tutti

CARACAS:- “Un ambasciatore deve essere capace di farsi portavoce dei sentimenti del paese che rappresenta e di quello in cui vive” è questo l’animo con cui partirà, tra breve, per l’Italia il nuovo ambasciatore del Venezuela Rodrigo Cháves. Chirurgo, impegnato negli ultimi anni in un intenso lavoro sociale, Cháves ha intenzione di dare una svolta importante alle relazioni tra i nostri due paesi. – Sono convinto – ci dice – che esistono aree in cui l’Italia può aiutarci considerevolmente e altre in cui il Venezuela può offrire molto agli italiani. Per individuare le potenzialità da sviluppare abbiamo in programma l’organizzazione di una serie di incontri d’affari, sia in Italia che in Venezuela. È un progetto che stiamo studiando insieme all’ambasciatore italiano in Venezuela e alla sua equipe. Abbiamo fatto varie riunioni e ad una di esse vi hanno preso parte anche importanti industriali. Sappiamo per esempio che la Fiat sta analizzando la possibilità di riprendere l’attività di assemblaggio nel paese, cosa che ci auguriamo, naturalmente. Stiamo pianificando un grande incontro d’affari in Venezuela e un altro in Italia. Per quanto riguarda l’appuntamento venezuelano quasi sicuramente si farà a Nueva Esparta. Contiamo, in quell’occasione, di mostrare agli imprenditori italiani i settori che possono essere maggiormente sviluppati nel nostro paese con l’aiuto di capitale straniero. In Italia, non sappiamo ancora bene in quale città, realizzeremo una riunione con le stesse finalità. Insomma l’idea è incrementare le relazioni tra l’Italia e il Venezuela, due paesi amici che possono aiutarsi a vicenda. Tra le aree che il neo ambasciatore considera prioritarie per un maggiore avvicinamento tra l’Italia e il Venezuela c’è quella del turismo. – In Italia – ci spiega – l’industria turistica è molto sviluppata. In Venezuela abbiamo molto da offrire ma ci mancano le infrastrutture, che a volte non esistono e altre volte non sono utilizzate al meglio. Lo stesso vale per il personale che deve essere adeguatamente preparato. In ambedue i casi l’apporto italiano può essere importante.


porto italiano può essere importante. Poi ci sono altri settori interessanti. Per esempio ho scoperto da poco che il Venezuela produce un seme che gli italiani usano per l’elaborazione dei profumi. Potremmo dunque esportarlo. Lo stesso vale per la frutta tropicale ecc.-


– In particolare l’Italia ha una grande esperienza a livello di piccole e medie imprese, esperienza che può essere molto utile al Venezuela per il suo sviluppo.-


Si, ed infatti quello delle piccole e medie imprese è un settore che noi abbiamo intenzione di esplorare a fondo. L’organizzazione italiana è molto interessante e noi possiamo ricavarne ottimi insegnamenti. Inoltre siamo sicuri che queste piccole e medie imprese possono trovare aree di sviluppo anche in Venezuela. –


– Sono progetti interessanti ma, affinchè diventino realtà, sarà necessario creare una base legale per offrire agli imprenditori italiani, interessati al Venezuela, le garanzie necessarie per investire.-


In quel senso non ci saranno problemi. Ho avuto una serie di riunioni con i dirigenti di Cadivi, di Bancoex e del Ministero degli Esteri. Gli imprenditori italiani potranno contare con la massima garanzia da parte del governo venezuelano. Inoltre potranno portare fuori dal paese, integralmente, quando lo vorranno, i loro beni e capitali. –


– Molto spesso queste imprese creano joint venture o associazioni di diverso tipo con partners locali. In quel caso valgono le stesse garanzie?-


Certo. Basta solo che l’impresa nazionale stabilisca relazioni trasparenti e non cerchi di usare quella straniera per tirare fuori capitale nazionale in maniera illegale visto che a livello nazionale vige un controllo cambiario.-


L’ambasciatore Rodrigo Cháves ha mostrato un grande interesse anche per la nostra collettività e ha avuto un incontro nel Centro Italiano Venezolano, organizzato per lui dal presidente Vincenzo Libretti, al quale hanno preso parte altri presidenti di associazioni e alcuni industriali.


Ne è emerso un dialogo molto interessante – commenta – durante il quale mi sono state fatte delle richieste molto concrete. Per esempio mi hanno parlato del problema dell’omologazione dei titoli di studio. Ho saputo che attualmente giovani venezuelani che potrebbero beneficiarsi di borse di studio italiane, perdono questa occasione perchè il loro titolo di studio non è riconosciuto in Italia. Sarà uno dei temi che curerò con particolare attenzione. Alcuni industriali mi hanno chiesto anche di farmi portavoce presso Cadivi della loro preoccupazione giacchè lavorano con prodotti importati e hanno problemi con il controllo cambiario. Ne ho già parlato con i dirigenti di Cadivi che si sono mostrati molto aperti ad un incontro volto alla soluzione, per quanto possibile, dei loro problemi.-


– Molti italo-venezuelani sono proprietari di piccole e medie imprese che, negli ultimi tempi, hanno risentito della crisi del paese. Che prospettive esistono per loro?-


Purtroppo il clima politico non ha permesso agli industriali di vedere certe realtà. Alcuni sono stati trascinati, loro malgrado, in un confronto politico al quale si sentivano estranei, altri invece vi hanno partecipato a coscienza. Comunque resta il fatto che esistono organismi il cui unico fine è proprio quello di dare impulso alla piccola e media impresa. Parlo di Foncrei, e soprattutto di Unipyme che ha la possibilità di dare crediti agevolati a basso interesse e con grandi facilità proprio alle piccole e medie imprese ma che non ha avuto fino ad ora abbastanza richieste per le sue capacità.-


– Questi aiuti di cui mi parla sono a disposizione di tutti, siano quali siano le loro posizioni politiche?-


Senza dubbio. Questi istituti sono sempre stati a disposizione di tutti. E ripeto il flusso di richieste è stato inferiore alle possibilità di credito che loro hanno per le piccole e medie imprese.-


Uguale importanza, l’ambasciatore Cháves desidera dare agli interscambi culturali.


Ho già parlato con il Maestro Abreu per organizzare un tour dell’Orchestra Sinfonica Giovanile e il mio proposito è di far conoscere in Italia la nostra cultura. Anche in questo aspetto conto di lavorare in stretto contatto con la collettività italiana del Venezuela che ha molte connessioni con la cultura d’origine.


Tra i progetti di Rodrigo Cháves c’è la creazione, in Italia, di uno spazio, una “casa” del Venezuela nella quale possano realizzarsi periodicamente conferenze, esposizioni, incontri.


Sará il luogo in cui il meglio del Venezuela potrà essere esposto in maniera permanente. Uno spazio in cui i nostri industriali potranno presentare i loro prodotti, ed avere incontri con possibili partners, gli operatori turistici potranno conoscere le bellezze naturali del nostro paese, e dove terremo una esposizione permanente del nostro artigianato. Insomma un’area in cui, sempre, ogni giorno dell’anno, il Venezuela presenterà i suoi tanti aspetti positivi nelle diverse aree.-


– Uno dei punti dolens delle relazioni tra l’Italia e il Venezuela negli ultimi anni è stato quello dell’orimulsione.


Lo so e da quando sono stato designato ambasciatore in Italia mi sono fatto una vera cultura su questo tema. Il problema dell’orimulsione è che il contratto in sè si basa su un concetto sbagliato. Per l’orimulsione si deve produrre bitume e il Venezuela non produce bitume ma petrolio extrapesante. Il petrolio extrapesante costa al paese circa 17 dollari al barile, e cioè molto di più di quanto possa guadagnare con l’orimulsione che invece viene venduta a 5,6 dollari il barile. Purtroppo chi a suo tempo ha fatto questo tipo di contratti non ha pensato al beneficio del Venezuela. È necessario che l’Italia capisca questa situazione.-


– Significa dunque che il contratto per l’acquisto di orimulsione è da considerare praticamente nullo? In Italia sono stati fatti grossi investimenti in base a questi contratti.-


So che le autorità venezuelane e quelle italiane sono impegnate a trovare un accordo che possa risultare positivo per entrambe le parti.-


– In Italia c’è una grossa comunità di venezuelani o italo-venezuelani. L’ambasciata sarà aperta a tutti, senza discriminazioni di nessun tipo?-


Io sono una persona abituata a lavorare in equipe e ciò che maggiormente desidero è che l’ambasciata sia per tutti un luogo di incontro in cui poter ritrovare un po’ del proprio paese. Senza discriminazioni di nessun tipo. Io credo nell’unità e non nella separazione.-