L’Inter gioca, il Milan segna


MILANO,

Come vincere un derby senza fare i salti mortali, ma con una squadra da inventare alla vigilia e in corsa. Così il Milan beffa ancora una volta l’Inter. Accade al 27′ con un tocco strano, ma velenoso di Kakà. L’1-0 che permette ai rossoneri di comandare in testa con la Juventus; maligno perché oltre a interrompere l’imbattibilità dei nerazzurri, tarpa le ali ai cugini che a una rimonta-scudetto hanno sempre creduto.


Rivisitando la partita, Inter-Milan è un geroglifico decifrabile in poco tempo.


Per capire le intenzioni di Mancini e Ancelotti occorrono tre minuti.


Il momento in cui, cioè, Obafemi Martins arriva come una scheggia davanti a Dida che lo anticipa in uscita. Ancora di più nei due minuti successivi, allorché Manuel Rui Costa impegna duramente Toldo da pochi passi. Senza Adriano, l’insostituibile nigeriano gioca centrale, mentre Vieri agisce a piacere. Il portoghese, preferito a Serginho, è il tamburo battente alle spalle di Crespo, al fianco di Kakà, nell’albero di natale proposto a Manchester.


A dire il vero la partita la fa l’Inter, esibendo carattere e tecnica, soprattutto grande equilibrio, proprio come piace a Mancini. Ma il Diavolo è maligno.


I rossoneri spingono preferibilmente lungo le vie centrali, perché sulle fasce i cursori di Ancelotti non hanno vita facile.


E’ infatti proprio in mezzo al campo il terreno più fertile dei campioni d’Italia, dove ti può capitare di incontrare anche Cafu, imbrigliato com’è lungo il corridoio di Favalli e Stankovic.


L’uscita di Kaladze, fuori causa per un colpo alla schiena dopo trentacinque minuti di gioco, disegna un nuovo scenario: l’ingresso di Serginho. Mossa coraggiosa quella di Ancelotti che lo preferisce a un difensore: come dire, voglio vincerla.


Con la preghiera di arretrare al momento giusto.


Poi, a conti fatti, la noia prende il sopravvento.


Se all’Inter non resta che optare per i tiri dalla distanza, al Milan non rimane che il cross in mezzo, dove Crespo non ha scampo.


Ma occorre anche sottolineare che Stankovic da una parte e Kakà dall’altra non fanno la differenza.


Quel margine che potrebbe diventare divario se Dida non respingesse da mostro un bolide di Veron sul filo del recupero.


Mettiamola così: il primo tempo è servito come fase di studio, anche se vibrano ancora le mani di Dida.


Immaginiamo l’orizzonte della ripresa.


Il Milan si ripropone con due difensori veri, Maldini e Nesta. Sugli eccentrici Cafu e Serginho dipendono le sorti del Milan.


Come se piovesse manna per l’Inter che ha solo l’imbarazzo della scelta su come colpire e affondare meglio.


I mezzi li ha per passare in vantaggio: da Veron a Martins; dallo stesso Vieri a Stankovic.


Eppure il Milan trova i suoi spazi, soprattutto con Pirlo, ma non è sufficiente il regista rossonero per recare disturbo a Toldo.


I rossoneri, semmai, mostrano il fianco e solo grazie alla loro capacità di mantenere il possesso della palla riescono a tamponare gli intenti bellicosi dell’Inter, pur perdendo un numero incredibile di palle con Kakà e Rui Costa. Ancelotti quindi fa un passo indietro: toglie Rui Costa per Costacurta.


L’anziano difensore va a infoltire la difesa lasciando a Serginho ciò che tutti ipotizzavano alla vigilia, in una specie di 4-4-2, con Kakà che fa la punta con Crespo.


Ed è in quel giochicchiare che il Milan trova il gol: il destro di Gattuso toccato da Kakà per l’1-0.


Lì non per caso, forse la mossa migliore di Ancelotti. Gol preceduto dall’ingresso di Emre per Veron.


Finalmente Mancini si ricorda di avere Adriano.


E per l’occasione sfodera il tridente, perché a uscire è Cambiasso, mentre Ambrosini va a prendere il posto di Seedorf. Van der Meyde, per Stankovic, è invece l’ultima speranza di Mancini.


Nervi induriti e poca lucidità, quasi come se il gol avesse tolto la spina all’Inter.


Il colpevole?


Il Milan che conduce in porto l’ennesimo colpo con grande sapienza e abilità. Senza Shevchenko, Inzaghi, Kaladze, Stam. Mica roba da poco.


INTER (4-4-2): Toldo 6, J.Zanetti 6.5, Cordoba 6.5, Mihajlovic 6.5, Favalli 6, Veron 7 (28′ st Emre 5), Cambiasso 6.5 (35′ st Adriano sv), C.Zanetti 7 (40′ st Van der Meyde sv), Stankovic 6, Vieri 6, Martins 6.5). (15 Carini, 23 Materazzi, 3 Burdisso, 18 Kily Gonzalez). All.: Mancini 6.


MILAN (4-3-2-1): Dida 7, Cafu 6.5, Nesta 6.5, Maldini 6.5, Kaladze 6 (37 pt Serginho 6), Gattuso 6.5, Pirlo 6.5, Seedorf 6 (35′ st Ambrosini sv), Kaka’ 6, Rui Costa 6 (20′ st Costacurta 6.5), Crespo 5. (17 Abbiati, 32 Brocchi, 24 Dhorasoo, 15 Tomasson). All. Ancelotti 6.



Arbitro: De Santis di Roma 6.5.



Reti: nel st 29′ Kaka’


Angoli: 6-3 per l’Inter Recupero: 3′ e 4′ Ammoniti: Seedorf, Veron, Cafu ed Emre per gioco falloso. Spettatori: 78775 per un incasso di oltre un milione e 700 mila euro. Note: al 37′ pt Kaladze ha lasciato il campo per infortunio dopo un contrasto con Martins e Vieri; lo ha sostituito Serginho.



IL GOL 29′ st – Seedorf batte un calcio d’angolo per il Milan: la palla, ribattuta dalla difesa nerazzurra, viene calciata da fuori area da Gattuso e sulla traiettoria trova davanti a Toldo il piede di Kaka’ che devia in gol.


Milan; Kaká, momento di fortuna ed è buon segno



Un gol di ”opportunismo”: Kaka’ usa tutte le possibili cautele linguistiche per non dire chiaramente che il suo gol vittoria nel derby e’ stato frutto della buona sorte, pero’ ammette di guardare con piacere al momento fortunato del Milan. ”Dopo tanta sfortuna – ha detto il brasiliano autore dell’1-0 sull’Inter, ai microfoni di Sky – tra pali ed altre situazioni, finalmente un gol di opportunismo. E’ un momento fortunato, a Manchester e stasera abbiamo vinto nei minuti finali. Ed e’ un buon segno. Berlusconi? Sara’ contento, la sua squadra ha vinto e ha raggiunto la Juve in testa alla classifica”. .