Il nostro licenziamento? Illegittimo


Sono passati piú o meno due anni da quando circa trecento contrattisti a tempo determinato vennero assunti nei Consolati Italiani dei paesi a maggior tasso di emigrazione.Persone assunte sul posto, spesso appartenenti alla comunitá di emigrati, in grado quindi di capire le difficoltá dei connazionali, e trattarli con gande generositá e pazienza.


Il loro compito importantissimo: aggiornare l’anagrafe consolare, in vista degli appuntamenti elettorali, che avrebbero visto il riconoscimento effettivo ( non solo cartaceo) del diritto al voto dell’italiano all’estero. Anche a Caracas, con un regolare concorso, 12 contrattisti ( di cui 2 poi si sono dimessi) si aggiunsero all’organico circa due anni e mezzo fa , e fu una vera fortuna, bisogna ammetterlo. A causa delle precaria situazione poltica venezuelana, l’afflusso di cittadini nell’ ” Av.da Mohedano” si triplicó ( si è arrivati anche a quasi quattrocento persone al giorno), e la struttura consolare riuscí a contrastare l’onda d’urto grazie soprattutto al loro contributo. Nonostante l’impegno, la loro posizione “giuridica” non è mai stata chiara ( dipendenti del ministero? esterni?a tempo determinato? fissi?). Prima hanno firmato un contratto di sei mesi, poi tre rinnovi ( per un totale di 2 anni) ed infine il licenziamento “illegittimo” . Ma loro, i contrattisti lincenziati ingiustamente, non si sono arresi, hanno impugnato le armi, metaforicamente,e hanno fondato un nuovo sindacato indipendente Salc-Mae ( Sindacato Autonomo Lavoratori Consolari) per difendere i propri diritti, e di conseguenza anche quelli delle comunitá italiane all’estero che a richiedere maggior efficienza, si ritrovano invece minor personale. Per il Venezuela dei due consiglieri sindacali uno è Ivan Chacón.


Avete fondato un sindacato a livello nazionale, su iniziativa degli ex-dipendenti del Consolato a Basilea, perché questa iniziativa?


– Si ,abbiamo fondato il Salc-Mae per tutelare i nostri diritti,è stato un passo necessario, visto che siamo stati completamente ignorati dalle istituzioni e dagli stessi sindacati, CGIL,CISL,UIL, che si sono schierati contro di noi. Ci sono stati avvenimenti spiacevoli, addirittura al Consolato di San Paolo in Brasile, sono state fatte pressioni sui lavoratori, affinché non tutelassero i propri diritti, situazioni insostenibili che non potevano lasciarci indifferenti.


Voi ex-contrattisti cosa recriminate?


Il diritto che abbiamo maturato di essere lavoratori fissi, a tempo indeterminato. Il nostro contratto di soli 6 mesi è stato rinnovato per ben tre volte, senza la pausa di 22 giorni tra un contratto e l’altro. La legge è chiara su questo punto: siamo lavoratori fissi. Va inoltre aggiunta un’altra cosa: i Consolati sono in una situazione di emergenza, come per esempio a Caracas dove l’affluenza di pubblico supera di gran lunga le possibilitá di ricezione del Consolato, di personale ce n’è un gran bisogno, quindi appare doppiamente assurdo il nostro licenziamento.


Si, difatti le anagrafi consolari sono in ritardo dappertutto. Si era pensato di convertirvi in lavoratori a tempo pieno,era pronto anche un decreto ma poi alla fine è stato bloccato, chi vi ha ostacolati?


– I sindacati confederati, che pur dovrebbero difendere i lavoratori, ed invece si sono opposti.


Che strano, come mai i sindacati si sono pronunciati contro voi lavoratori?


– Per difendere gli interessi corporativi dei funzionari del mininistero degli Esteri, che ovviamente ricevono belle indennitá se vengono inviati dall’Italia in posti come Venezuela, Brasile, mentre noi, assunti con un concorso sul luogo, spesso figli di emigrati, costiamo molto meno al Ministero. Insomma la nostra presenza riduce il personale di ruolo, anche se in fondo neanche questo è vero.


– Perché?


-Perché ci sono cose che i contrattisti non avrebbero potuto mai fare, per cui ci sempre c’è bisogno del funzionario ministeriale,come ad esempio per firmare i passaporti.


E i rappresentati sindacali presenti al Consolato di Caracas, come si sono comportati con voi?


– Per noi, i rappresentanti dei sindacati che ci sono nella sede di Caracas, non hanno fatto niente, né informazione né consigli, tutto era in segreto perché alla fine il loro parere era quello di non permettere la nostra assunzione. E invece proprio noi contrattisti, piú sensibili rispetto alle difficoltá dei nostri connazionali dinanzi alla burocrazia, abbiamo dato il massimo per loro, qualcuno ha lavorato 24 ore consecutive durante le elezioni.


Ed invece è arrivato il benservito. Come pensate di agire, come sindacato, che azioni intraprenderete?


– Vogliamo un incontro al Ministero degli Esteri, vorremo organizzare una manifestazione, vogliamo sensibilizzare tutti quei contrattisti licenziati ingiustamente che non sanno come tutelare i propri diritti, e in ogni caso procederemo per vie legali, nei tribunali