Gli esperti perplessi studiano lo tsunami


TOKYO.- La grande paura dopo il fortissimo sisma registrato al largo di Sumatra sta rientrando nella maggior parte dei paesi del sud est asiatico ma con il passare delle ore aumentano le preoccupazioni per i danni notevoli in alcune isole indonesiane vicino all’epicentro del sisma, a Nias e Simeleu. L’unico dato certo é che stavolta l’ondata di tsunami non é stata cosí disastrosa come quella del 26 dicembre scorso. ‘’Il meccanismo di questo sisma é stato diverso da quello del 26 dicembre scorso. Tanto che sorge il sospetto che non si sia trattato di una scossa di assestamento ma forse di una nuova faglia creatasi nelle vicinanza di quella precedente, circa 150 km a sud est’’, ha detto il direttore dell’Ufficio sismologico giapponese Masahiro Yamamoto.


Gli esperti giapponesi hanno fatto notare tre differenze tra il sisma dell’altroieri e quello del 26 dicembre, che provoco’ ondate di tsunami fino a 50 metri in una vastissima area a est, nord e ovest dell’epicentro del sisma e circa 300.000 morti. La prima e’ che i paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano, memori della tragedia precedente, sono intervenuti subito lanciando l’allarme di possibile tusnami e facendo evacuare i residenti dalle zone vicine al mare. La seconda e’ che il sisma del 26 dicembre provoco’ una frattura verticale verso nord della faqlia, particolare che provoco’ una gigantensca ondata di tsunami in direzione est- ovest dall’ipocentro del sisma. Stavolta la frattura e’ stata verso sud est e lo tsunami si e’ propagato verso nord est- sudovest. La terza e’ che l’ipocentro del sisma del 26 dicembre fu ad una profondita’ marina di 2.000-3000 metri, mentre stavolta e’ stato molto piu’ basso ad un centinaio di metri sotto la piattaforma continentale, e la massa d’acqua marina spostata e’ stata cosi’ di gran lunga inferiore.