De Rerum Natura


CARACAS.- Nella Galleria Spazio Zero, Altamira, si è inaugurata il 31 marzo la mostra di Giuliano Bartolozzi, Anna Maria Mazzei, e la trinitaria Valerie Brathwate. Tre autori innovativi ben inseriti nel panorama artistico caraqueño, e nella scia curvilinea del novecento. Piú che le proprie opere, su quelle pareti bianche, ci sono le loro ossessioni, piú che a ” La morte di Ivan Il’ic” di Tolstoj, bisogna reimmergersi nelle opere di Kafka e Dostoevskij.


Tre autori diversissimi tra loro, accomunati dalla passione per la natura,vera grande protagonista della loro esposizione. “De Rerum Natura”, appunto(come il capolavoro dello scrittore epicureo latino Tito Lucrezio Caro).


Giuliano Bartolozzi, il primo che ci illustra la sua opera, è venuto qui in Venezuela nel ’98. Non aveva né parenti, né motivi per scappare dalla super ricca e competitiva Milano


Che strano venire in Venezuela di questi tempi?


-” Sono venuto perché il mio amico viveva qui, e mi sono trovato subito bene, anzi benissimo: è piú facile coltivare amicizie, è stato semplice entrare nel mondo delle gallerie e dei critici, cosí come è stato semplice organizzare esposizioni


Le opere che rivela al pubblico sono grandi fiori, dal diametro di circa un metro, fatti con materiali poveri, quelli stessi che hanno reso internazionale il movimento artistico italiano anni ‘60 denominato Arte Povera (tra gli altri Michelangelo Pistoletto, Iannis Kounellis, Mario Merz). Grandi fiori in cartone, tela, alluminio, carta di giornali, a volte colorati a volte no. Opere di scultura che affrontano peró una tematica (il fiore) tipicamente pittorica. Per questo inevitabilmente a metá strada tra pittura e scultura.


– ” sempre ho lavorato con i fiori, fino ad ora ho fatto fotografia e pittura, qui invece c’è molta scultura”.


Tra passapalos e vino, passiamo a visitare invece la stanza di Anna Maria Mazzei, italiana nata e vissuta a Caracas, ossessionata dal dipingere sul legno di cedro:


– ” Queste opere sono il risultato di un periodo trascorso sull’Isola Margarita, ho cercato di riprodurre il paesaggio dentro una foglia di legno.Di legno di cedro. Cerco di creare il dialogo tra la materia ed i colori ad olio. Quel che piú mi piace è la venatura del materiale che uso, è parte integrante, ineliminabile della mia opera


Le foglie di colore chiaro, ritagliate dall’autrice stessa partendo dalla tavola di legno, hanno curve morbide dentro cui si adagiano i colori: rosso, viola,arancione, ritagli di una isola tropicale che si spegne all’abbasarsi del sole bollente del mattino. Annamaria ha esposto, oltre che in Venezuela, anche a Miami, a Parigi, a San Paolo, a Colonia (Germania), e dovunque le sue opere hanno suscitato una certa attenzione. C’è dietro, oltre che un lavoro meticoloso, anche una sensibilitá tutta femminile, fatta di curve e linee dolci, talvolta materne, talvolta appassionate.


Un piccola pausa e passiamo oltre, nell’ultima sala ci attende Valerie Brathwaite, una signora trinitaria in luminoso abito giallo. A vederla cosí sembrerebbe lei la opera d’arte, ma i sue quadri, le sue sculture, sono molto meno appariscenti del suo vestito.


-” nessun messaggio filosofico, io dipingo il mio giardino, i miei fiori cosí, come io li vedo”


E le piante del suo giardino, cactus e tropicali in genere, lei le disegna come una semplice linea nera, curva, che gira e rigira fino a chiudersi: opere molto semplici che contraddistinguno l’autrice meno figurativa dei tre, la piú difficile da amare . Non è cosí, peró: le oltre cento persone che prendono parte all’inaugurazione- molti di loro artisti- si incuriosiscono, si interessano, e discutono volentieri con l’autrice.Ancora un ultimo sguardo ripercorrendo le opere e attraversando la folla usciamo dalla galleria. Tre artisti che la galleria Spazio Zero propone al proprio pubblico, nel tentativo di lanciare le difficili opere d’avanguardia.Una scommessa lanciata due anni fa in cui vale la pena perseverare.D’altronde non era di queste parti un certo Jesús Soto?