Gli occhi alle spalle. Italia ed emigrati


Torino – Le politiche e le pratiche rivolte dagli Stati di origine ai propri cittadini che emigrano giocano un ruolo determinante, nel delineare destini ed esiti dei processi migratori, delle politiche di accoglienza e integrazione attuate dai Paesi di destinazione. Se ne parlerà nell’ambito del lungo ciclo di seminari organizzato dall’associazione FIERI (Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione) sul tema «Crocevia, Emigrazione, Immigrazione, Migrazione interna». Lo storico Guido Tintori e il giurista Ferruccio Pastore terranno il prossimo 8 aprile a Torino un conferenza dal titolo «Stati e migrazioni. Riflessioni comparative tra XX e XXI secolo». Il ruolo di Pastore sarà quello di interlocutore, mentre Tintori porterà avanti una riflessione politico- giuridica sull’emigrazione italiana dal punto di vista dello Stato d’origine, attribuendole la giusta prospettiva storica.


Guido Tintori ha messo in luce come « le recenti immigrazioni verso l’Italia abbiano posto in primo piano uno dei fenomeni caratterizzanti del nostro recente passato (si pensi che secondo le stime ISTAT elaborate dal 1861 al 1990 sarebbero 28.690.000 gli espatriati)», sottolineando che gli studi effettuati e le misure pensate per le migrazioni interne e le emigrazioni possano fornire utili strumenti per comprendere i cambiamenti in corso nei processi migratori. L’impatto che questi processi determinano sulla società di origine e di accoglienza contribuiscono a fornire suggerimenti utili a migliorare le politiche d’immigrazione ai vari livelli decisionali, ma soprattutto aiutano a comprendere come «lo Stato italiano, attraverso le sue politiche, stia favorendo i rapporti e i contatti con gli espatriati «.


L’attenzione dell’editoria e del piccolo schermo, la possibilità da parte degli argentini di origine italiana di riacquistare la cittadinanza in via preferenziale rispetto ad altri stranieri sono esempi rappresentativi «dell’adesione a un’immigrazione selezionata, teoricamente più integrabile, e della presenza del sentimento dell’italianità, di un sentimento affettivo che permea le politiche e le pratiche verso le comunità italiane all’estero».


Guido Tintori analizzerà dunque «il percorso delle leggi e delle pratiche informali dall’età liberale ai giorni nostri», ma anche le «relazioni tra la popolazione italiana e di origine italiana all’estero», il problema della doppia cittadinanza nel caso in cui l’emigrante provenga da un Paese nemico rispetto a quello d’insediamento, il caso degli italiani d’Argentina. Il tutto ponendosi però sempre con un atteggiamento stupito verso un concetto chiave nei rapporti Italia-emigrati: l’idea cioè del mantenimento di un forte legame affettivo e culturale da parte degli espatriati con la terra d’origine da un lato, e dall’altro del tentativo italiano di non «perdere di vista» gli emigrati, «attuando e proponendo politiche legate, come già accennato, al sentimento dell’italianità «.


Tintori aggiunge di voler intitolare il proprio intervento «Gli occhi alle spalle. L’Italia e i suoi emigrati tra politica e sentimento», sottolineando l’interesse verso l’originale binomio emigrati-Italia.


Guido Tintori è ricercatore presso FIERI. Dottore di ricerca in Storia della Società Europea, si occupa di comunità e migrazioni italiane all’estero e storia del Nord America. Le sue ricerche si sono concentrate sull’integrazione e la partecipazione politica degli emigrati italiani negli Stati Uniti e sull’uso politico da parte del regime fascista degli italiani all’estero in difesa degli interessi nazionali. Ferruccio Pastore, invece, è attualmente vice direttore del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI) di Roma. Dottore di ricerca dell’Istituto universitario europeo di Firenze, ha svolto attività di consulenza per istituzioni italiane e organizzazioni internazionali.