L’America Latina sogna un Papa


BUENOS AIRES, L’annuncio dell’apertura del Conclave il prossimo 18 aprile ha dato nuovo vigore alle riflessioni sull’identikit del successore di Giovanni Paolo secondo e rispunta l’ipotesi che possa trattarsi di un esponente della chiesa latinoamericana. Alle prime autorevoli dichiarazioni in favore di un futuro Pontefice che sia espressione della regione del mondo che ospita quasi la metà dei cattolici, se ne sono aggiunte altre che sottolineano le numerose virtù dei candidati latinoamericani, soprattutto per la loro esperienza pastorale con i poveri. Fra cui quella del cardinale Fiorenzo Angelini, che a 89 anni ha perso il diritto di voto in Conclave ma che ha una visione lucida degli equilibri esistenti: ”Se si guarda la realtá dei numeri, quelli dei battezzati e quelli dei Cardinali si resta colpiti dall’importanza che ha raggiunto l’America Latina. Ora sono tanti i cardinali di laggiù, più degli italiani”.


Ed il primate polacco Joseph Glemp, al termine di una visita pastorale in Argentina è andato ancora un po’ più in là sostenendo che il suo collega Jorge Mario Bergoglio riunisce ”tutte le condizioni” per essere il successore di Giovanni Paolo secondo. Ma, ha chiesto, ”lasciamo che lo Spirito Santo operi su di noi e Lui ci dirà se l’Argentina e il mondo avranno la gioia che la Polonia e il mondo hanno avuto all’annuncio di Karol Wojtyla”. Per la verità, le ripetute allusioni alla sua condizione di ‘papabile’ non sono piaciute all’arcivescovo di Buenos Aires che ha fatto dichiarare dal suo portavoce, Guillermo Marcò, che ”la chiesa non fa congetture sul futuro”. Oltre a Bergoglio, gesuita di origine piemontese, l’America latina dispone di numerosi porporati che possono rappresentare la sintesi teologica e pastorale della maggioranza che si dovesse creare all’interno del Conclave. Fra questi, il brasiliano Claudio Hummes, l’honduregno Oscar Rodriguez Madariaga, il messicano Norberto Rivera Carrera, i colombiani Alfonso Lopez Trujillo e Dario Castrillon Hoyos, ed il cubano Jaime Lucas Ortega y Alamino. Molti teologi hanno sottolineato che nonostante i 18 viaggi realizzati in quello che ha definito ”il continente della speranza”, il Pontefice sarà ricordato per aver disarticolato la ‘Teologia della liberazione’ e chiarito che ”l’opzione preferenziale per i poveri” adottata dalle Conferenze episcopali di Medellin (Colombia, 1968) e Puebla (Messico, 1979), non voleva dire incitazione a lotta di classe o violenza. Da parte sua il sociologo delle religioni venezuelano Otto Maduro ha rilevato che ”in gran parte dell’America Latina altre chiese cristiane stanno conquistando adepti perchè si avvicinano alla gente come è, senza porre condizioni o dogmi”. Nonostante che lo stesso Pontefice si sia proposto come pellegrino nel mondo per ampliare la base della chiesa, ha aggiunto, ”è un dato di fatto che il cattolicesimo latinoamericano perde fedeli mentre sempre più gente aderisce ai gruppi ed alle chiese pentecostali, alle sette e a nuovi movimenti religiosi”. Due esempi emblematici sono il Guatemala, dove migliaia di sette raggruppano il 30% della popolazione, soprattutto di origine india, ed il Brasile, paese che perde ogni anno un milione di cattolici, attratti dai predicatori evangelici che scelgono di vivere in mezzo ai poveri nelle favelas o nei quartieri popolari. Secondo vari analisti, se i Cardinali europei o italiani non dovessero poter imporre un proprio candidato potrebbero rivolgersi proprio per le citate considerazioni verso un Pontefice espresso dall’America latina. Percependo che effettivamente potrebbe prevalere la logica dell’elezione di un autentico ‘Pastore dei poveri’, i cardinali latinoamericani in ‘pole position’ hanno cercato di mostrare, direttamente o indirettamente, di avere qualità adeguate. E così, ad esempio, l’argentino Bergoglio ha fatto distribuire una sua biografia in cui si rivela la sua propensione a spostarsi in autobus o metropolitana ed a visitare le ‘villas miserias’ (baraccopoli) della città. Il brasiliano Claudio Hummes è invece entrato nel tema ricordando che ”il Papa era sempre molto attento a quello che accadeva in Brasile, si interessava soprattutto ai poveri, ai lavoratori e alla riforma agraria”. L’honduregno Madariaga, infine, al suo arrivo a Roma giorni fa ha detto di essere arrivato per partecipare al funerale del Santo Padre e di dover restare nella capitale fino al Conclave ”non disponendo del denaro sufficiente per due viaggi aerei”.