Viva, Viva l’Emilia Romagna

 

La Consulta dell’Emigrazione dell’Emilia Romagna ha compiuto trenta anni (1975-2005).Una occasione che non poteva passare inosservata: andava festeggiata alla grande, e cosí difatti è stato. Dal 30 marzo al 1 aprile, a Salsomaggiore Terme (localitá ben nota per l’elezione di Miss Italia), si sono tenuti i lavori della Terza Conferenza degli emiliano-romagnoli nel mondo, con l’arrivo di centinaia di emigranti. Detto cosí sembrerebbe uno di quegli appuntamenti noiosi, in cui qualcuno parla, qualcun altro ascolta, e poi tutto finisce lí, tra qualche aperitivo e stretta di mano. Ed invece no! Non é andata assolutamente cosí, e non va mai cosí quando ad incontrarsi, in uno spazio di pochi metri quadrati, sono centinaia di traiettorie di vita, da far impazzire un mappamondo, e alle algide strette di mano si sostituiscono fragorose pacche sulla spalle. Ti aspetti di ascoltare una sola lingua, ed invece? Ed invece quel che senti è una babele continentale, lingue che si mischiano, si arrotolano, si attorcigliano, da suscitare l’invidia di qualsiasi avanguardia, se solo fosse presente.


Francese, tedesco, inglese, spagnolo, dialetto parmigiano, italiano, un elenco interminabile, un frappé delizioso, che fa da sfondo sonoro all’incontro di Salsomag-giore.


Con qualche ruga in piú, molti si reincontrano dopo decenni, a volte anche cinquanta anni, e quel che ne vien fuori sono incontri emozionanti. Come è bello perdere il controllo, per queste cose qui, una volta almeno nella vita. E’ poesia anche questa. La stessa, al rovescio, che tempo fa segnó vite, e famiglie, in quelle partenze che non si volevano chiamare addii, ma ne avevano tutto il sapore. In quella epopea degli emigranti, forse un po’troppo trascurati dalla storiografia, ma di cui adesso, come non prima, se ne riscopre il senso. Adesso che non siamo piú terra di emigrazione, ma di immigrazione, e per capire il dramma altrui rispolveriamo le foto, e le lettere, dei nostri nonni.



Colloquio con Oreste Giuffredi



Incontriamo, qui a Caracas, Oreste Giuffredi, che assieme alla moglie ha rappresentato durante la conferenza il Venezuela. Oreste è stato uno dei fondatori dell’Associazione degli Emiliano-Roma-gnoli, la stessa di cui ora è presidente la figlia Martina, cono-sciutissima nella comunitá italiana in Venezuela. Alle spalle una vita da emigrante, tutta dedicata alla sartoria, :


Facevo il sarto a Milano quando ho deciso di venire qui , in Sud-America; prima in Colombia, perché il ’58 non era un buon anno per venire in Venezuela.


Era appena caduta la dittatura, e gli italiani non erano ben visti. Chiamai un amico che mi consiglió di passare qualche mese in Colombia; aspettare che si calmassero le acque, e poi ripartire per il Venezuela. In Colombia, invece, ci sono rimasto 10 anni, poi con mia moglie e i miei figli siamo venuti a Caracas.


A questo punto interviene la moglie:


– Io invece volevo tornare in Italia.


Una frase pronunciata chissá quante milioni di volte nelle famiglie di frontiera, sotto forma di domanda, a volte ossessiva , a volte nostalgica.


Il signor Oreste è ancora emozionato per il suo viaggio appena concluso in Italia; emozione che riesce a nascondere benissimo:


Ho rivisto persone che non vedevo da decenni. E stato veramente una bellissima esperienza. E non solo per me, a tutti è capitato la stessa cosa. Per esempio, ho visto un uomo ed una donna che si incontravano dopo 50 anni. Erano stati un tempo fidanzati, poi si erano divisi, allontanati, e adesso di nuovo lí. Chi se lo sarebbe mai aspettato?.


– Di cosa si è parlato?


Di tantissime cose. Ma sicuramente il tema degli aiuti sociali è stato quello che si è affrontato con maggiore attenzione, soprattutto in relazione all’Argentina.


– Anche il Venezuela sta maluccio, non se ne è parlato?


.- No, l’argomento è stato affrontato in generale, e l’Emilia Romagna è in prima fila nel garantire l’appoggio a tutte le iniziative a sostegno dei piú bisognosi. Non a caso é una delle regioni piú generose con i propri cittadini, un vero esempio.


Non ha torto, il signor Oreste. l’Emilia Romagna da sempre è annoverata come esempio di incontro riuscito tra efficienza, ed esigenze sociali. Quella che Nanni Moretti, in uno dei suoi indimenticabili film, definiva il vero esempio di civiltá, mentre tanti guardavano all’Unione Sovietica e Cuba con troppo fervore.


– Quante associazioni erano presenti ?


– C’erano rappresentanti delle 120 associazioni regionali nei quattro continenti (5 in Venezuela, assente l’Asia N.d.R.)


La Consulta dell’Emigrazione , sotto la presidenza di Ivo Cremonini, dati alla mano, ha fatto un gran balzo in avanti. Le associazioni regionali emiliano-romagnole sono passate da 87 a 120, crescita sintomatica dell’importanza che le regioni stanno acquistando sul piano economico, e politico. Regioni che con convinzione si spingono al di fuori dei confini nazionali, per far sentire la propria voce, spesso appoggiandosi alle comunitá di emigranti. Basti pensare qui in Venezuela all’evento “Aria di Sicilia”; ai contributi della Regione Abruzzo, per la sede sociale dell’omonima associazione; l’interesse verso la i problemi sociali venezuelani della Regione Lombardia. Si riscopre pian piano non solo la propria storia, ma anche l’importanza delle comunitá italiane all’estero, da sempre vere e propre ambasciatrici silenziose. Grazie alle ridotte distanze, le associazioni europee riescono ovviamente a mantenere piú stretti i rapporti con la terra di origine. Ma nonostante questo, in tutto il mondo, chi decide di partecipare ad una associazione regionale, lo fa con convinzione, e i risultati, come qui in Venezuela, sono sempre entusiasmanti. Avanti cosí.