L’Italia sorvegliata speciale


LUSSEMBURGO.- Per i conti pubblici nazionali si avvicina inesorabile il richiamo formale della Commissione, che a giugno redigerà un rapporto in base all’articolo 104.3 del trattato sul rischio di deficit eccessivo.


Tramite il Commissario agli Affari Economici e Monetari Joaquin Almunia l’esecutivo europeo lancia un monito sullo stato di salute della finanza pubblica italiana in occasione del primo appuntamento dei ministri finanziari Ue di fronte alla nuova, e decisamente edulcorata, versione del patto di stabilità.


Pronta la replica del ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, che in una conferenza stampa a Lussemburgo sottolinea come quella di Bruxelles sia al momento ancora una semplice intenzione i cui tempi non maturereranno comunque prima di fine giugno.


Per allora – proprio a giugno Almunia ha intenzione di presentare il rapporto – l’Italia avrà presentato le nuove stime economiche ufficiali della trimestrale di cassa, in arrivo già la prossima settimana, e sciolto nodi di contenzioso aperti con il braccio statistico dell’Unione.


Nodi, dice il ministro, di valore cruciale e determinante come quello 0,3 per cento di deficit derivante dalla classificazione Eurostat dei trasferimenti alle Ferrovie dello Stato come spesa pubblica che ha pesato sul 3 per cento del deficit/Pil del 2004.


– Ho intenzione di presentare alla Commissione un rapporto sulla base dell’articolo 104.3 per l’Italia per il deficit eccessivo, o meglio, per il rischio di deficit eccessivo – dice Almunia a margine della conferenza stampa di ieri mattina al termine dell’Eurogruppo, precisando di aver informato anche Siniscalco del fatto che il documento Ue propedeutico alla procedura sul deficit sarà presentato a giugno.


Alla luce delle stime di primavera pubblicate la scorsa settimana, che parlano di un deficit a 3,6 per cento del Pil quest’anno e al 4,6 per cento il prossimo, ad accrescere le preoccupazioni del commissario contribuisce l’attesa del verdetto Eurostat, che ancora deve certificare i dati sul 2003 (2,9 per cento) e sul 2004 e ne paventa una revisione al rialzo.


Siniscalco si dice particolarmente preoccupato sul tema Fs ma mette i puntini sulle ‘i’, precisando che i tempi di una procedura si dilatano. Riassumendo l’iter che potrebbe seguire Bruxelles – con cui l’Italia ha comunque un rapporto assai “costruttivo” – il ministro parla di una tempistica da giugno in avanti, arrivando a criticare i toni eccessivamente “allarmisti” di alcuni lanci stampa della mattina.


– L’orientamento è di trasmettere anche a lui [Almunia] la trimestrale di cassa con tutti questi dati che riguardano il 2005 poi, evidentemente, il 2006 – dice.


Si tratta poi di discutere con Eurostat e Commissione dei diversi fattori di rischio e vedere “se o meno sarà necessario scrivere un rapporto ai sensi del 104.3, naturalmente essendo la decisione della Commissione”.


– Scritto il rapporto del 104.3 si vedrà in Ecofin se questo eventualmente… insomma siamo veramente nel futuro: una cosa che comincia in giugno e andrà in avanti – rassicura ancora.


Il clima non è comunque dei più distesi, in una due giorni di incontri in cui la Commissione parla di possibile procedura per eccesso di deficit per Italia e Portogallo, Francia e Germania restano sorvegliate speciali sui conti pubblici e soltanto l’Olanda ottiene una promozione per le misure di bilancio già adottate. Per l’ultima della fila, la Grecia, i ministri della zona euro hanno condiviso il giudizio della commissione sull’appropriatezza delle misure decise da Atene per riportare il deficit sotto il 3per cento.


Come non bastasse, sul bilancio nazionale incombe l’ombra lunga delle consultazioni politiche dell’anno prossimo, con le tradizionali promesse di generosità sul fronte della spesa che di consueto accompagnano la campagna elettorale.


Il tutto in un’atmosfera di crescente tensione all’interno della maggioranza dopo lo smacco delle elezioni amministrative di inizio aprile.


A questo proposito Siniscalco si limita a ricordare come l’esperienza insegni che “le finanziarie elettorali non pagano” e anticipa che cercherà di persuadere i propri colleghi di governo.


Su questo argomento c’è piena coincidenza tra il ministro Siniscalco e Romano Prodi.


– Se i conti pubblici italiani stanno come dice il commissario europeo Almunia credo ci sia ben poco spazio per una finanziaria elettorale, se non si vuole veramente mandare in rovina il paese – Lo ha detto il leader dell’Unione a Bologna, a margine dei lavori della fabbrica del programma.


Ai cronisti che facevano notare che il ministro dell’Economia ha escluso l’ipotesi di una manovra correttiva, Prodi ha risposto:


– Credo che questa sia una affermazione che non si possa fare adesso.


Per il Professore, meglio parlarne “dopo aver visto i conti”.