Da padre in figlio


Valencia.-

La Cavenit, Sezione Carabobo, guidata da Alvaro Peressutti, lancia una nuova sfida: aiutare- con corsi, tavole rotonde e seminari- padri e figli a gestire il passaggio di consegne nell’impresa familiare. Una realtá, lo scorrere del tempo, che soprattutto nei prossimi anni vedrá coinvolte sempre piú generazioni di imprenditori-italovenezolani; oramai stanno superando i 70 anni di etá, e di pillole della giovinezza nemmeno l’ombra .Dovranno, volenti o nolenti, preparare il terreno per la successione. «Non è facile»- aggiunge Dante De Lucia, esperto contrattato dalla Cavenit – «alcuni specialisti considerano che lo stress è pari a quello per la morte di un figlio».


Un fenomeno generazionale, dunque, che porterá l’imprenditoria italiana in Venezuela ad un crinale, nei prossimi 5 anni. O gestirá bene il «trapasso», oppure rischierá di perdere gran parte del proprio valore, nei mille rivoli di una successione mal organizzata.


Un fenomeno ancor piú pericoloso, se si pensa come ad esserne coinvolti siano famiglie intere,che rischiano di vedere deteriorarsi le proprie relazioni personali.Oltre al danno anche la beffa.


Sottolinea Alvaro Peressutti:


– «Abbiamo visto che molti soci venivano da noi e avevano un problema di successione. C’erano soprattutto padri imprenditori che non delegavano i poteri ai figli, lasciando inutilmente trascorrere il tempo». E difatti l’atteggiamento piú comune è rimandare sempre a dopo, nell’illusione che le forze continuino a reggere. Fino a quando è un interrogativo a tre punti.


A questo proposito conferma anche Dante De Lucia:


– «Dalle inchieste che abbiamo condotto viene fuori un panorama preoccupante: la maggior parte degli imprenditori-padri, pur coscienti che il problema «successione» esiste, rimanda nel tempo la soluzione, mentre i figli sarebbero desiderosi di risolverlo prima». Tutta colpa dei padri, quindi. Non proprio. La questione è piú complessa se si considera che a scontrarsi sono due vite diametralmente opposte: quella dei padri pionieri, e quella dei figli con buoni studi, spesso all’estero. Come sostiene in uno studio Stefania Zocchi, della Unione degli Industriali della Provincia di Varese:


– «L’imprenditore di prima generazione è spesso una persona fortemente carismatica che ha gestito gli affari sulla base di una logica informale e non programmata, forte del suo intuito, della sua voglia di rischiare, delle sue capacità di imprenditore. I successori hanno vissuto e sono cresciuti in realtà storiche-sociali ed economiche profondamente diverse: hanno studiato, si sono formati magari anche all’estero specializzandosi intorno a complicate strategie di organizzazione, di marketing o di vendita; hanno fatto esperienza in qualche multinazionale e poi si ritrovano a dover subentrare in un contesto completamente diverso da quello che hanno imparato sui libri di scuola o durante i loro stages. E’ su questo campo che si scontrano la logica della pratica e della operatività con quella della teoria e della competenza di programmazione strategica.


Si scontrano cosí due mondi spesso contrapposti. Da un lato padri che con il loro spirito pratico hanno costruito dal nulla grandi realtá, e mal sopportano interventi che mettono in dubbio la loro gestione, dall’altro figli con consistenti conoscenze teoriche che non riescono a ritagliarsi uno spazio di azione, e vengono continuamente ignorati nelle loro competenze. Continua Stefania Zocchi:


«Certo, per questi giovani, non è affatto facile essere all’altezza di un padre che ha costruito un impero dal nulla: le domande intorno alla propria possibilità di fallire o semplicemente di non attendere completamente alle aspettative paterne sono i cardini di un malessere che può portare il figlio a lasciare il campo del contendere».


Certo, poi quando i figli sono piú di uno la questione puó anche confondersi con rivalitá familiari, e allora la mancanza di luciditá è un lusso che non si ci puó permettere. Come dice Dante de Lucia:


– «la chiave del successo è professionalizzare l’impresa, precisare i rispettivi ruoli, e soprattutto farlo in tempo».



I corsi della Cavenit


Ecco perché la Cavenit-Carabobo ha spinto sull’acceleratore per cercare di condurre per mano i propri imprenditori verso una successione senza problemi.


Se arriveranno i finanziamenti del Ministero delle Attivitá Produttive, diventerá realtá il progetto « Trascendiendo la empresa familiar». Un azione in tre parti, fortemente voluta dal Presidente Alvaro Peressutti ( che le difficoltá di una successione le vive sulla propria pelle). Innanzitutto ci saranno delle conferenze. Un ciclo di 4, per 2 ore ciascuna. Alla fine delle conferenze i partecipanti avranno le conoscenze base sulla dinamica famiglia-impresa. Ma per chi è interessato ad andare oltre, ci sono anche interessantissimi tavoli da lavoro.Padri e figli potranno incontrarsi, parlare, in compagnia degli esperti. Ed infine un corso di 40 ore accademiche divise in 5 moduli di 8 ore ciascuna.


Una occasione che speriamo non venga sprecata.