«Errore storico la guerra irachena»


ROMA.- «La guerra irachena é stata un grande errore storico e da presidente della commissione Ue ho sempre litigato con gli Usa su questo» dice Prodi. «In fondo -osserva il leader dell’Unione- anche la societá americana ha iniziato una profonda riflessione sul suo ruolo in Iraq e credo che lo stesso debba avvenire in Italia».


Per quel che riguarda, invece, l’Unione Europea, il «Professore» risponde positivamente alla proposta di Massimo D’Alema che un gruppo di Paesi possa procedere piú velocemente degli altri sulla via dell’integrazione europea, viste le oggettive difficoltá seguite all’allargamento e che hanno aperto anche significativi dibattiti all’interno degli Stati fondatori sulla nuova Costituzione. Ma con alcuni distinguo.


– Certamente rispondo si’ alla domanda di Massimo –

dice Prodi nel corso della tavola rotonda organizzata da Italianieuropei e che lo vede protagonista insieme al presidente dei Ds e a Giuliano Amato – quando si rimette in moto l’Europa alcuni Paesi decideranno di fare di piú, non so quale siano perché occorrerá mantenere la porta aperta senza esclusioni ed é probabile che avremo delle grandi sorprese, forse non saranno i sei Paesi fondatori. E poi verranno anche gli altri – prosegue Prodi – non si deve pensare di andare sempre alla velocitá del vagone piú lento, il problema é dare un esempio di competenza e convinzione.

Ma tutto questo processo, avverte l’ex presidente della Commissione europea, é ancora messa in dubbio dai referendum confermativi dell’adesione alla Costituzione indetti in alcuni Stati, a cominciare dalla Francia.


– Bisognerá aspettare l’esito di questi referendum – avverte Prodi – per poter poi pensare di costituire questo nucleo di Paesi che facciano da traino a tutti gli altri. Sul referendum francese mi auguro un esito positivo, non sono mai stato pessimista, ma la Francia alla fine, quando si tratta di Europa, capisce, il Paese é disorientato, deve ridefinire il suo ruolo nell’Unione europea o cedere alla nostalgia di una Francia piú isolata’.