Scuole italiane: le proposte dell’Unione per la Spagna

E’ in programma a Madrid, il prossimo 5 maggio, una conferenza stampa sul tema di istituzioni scolastiche. L’incontro avrà luogo nel locali del Comites di Madrid, sarà condotto da Guida Ramellini dell’Ulivo nel campo della promozione culturale e scolastica. Ai lavori i rappresentanti dell’Ulivo in Spagna si presentano con delle proposte che porranno all’attenzione della Comunità. Dieci sono le proposte che verranno messe in discussione sul tema di riforma scolastica e sono: innazitutto ridisegnare scopi e modalità dell’intervento scolastico e culturale all’estero, con particolare attenzione ai paesi CE; poi stimolare il contributo di organismi pubblici e privati a supporto della politica culturale all’estero (TV, stampa, cinema, ecc.); ridefinire e rigenerare l’intervento italiano nelle istituzioni europee; ridefinire gli ambiti di intervento di Mae e Miur; approfondire ed integrare gli interventi di scuole, lettorati, corsi, istituti di cultura; ridefinire forme d’intervento e collaborazione con le istituzioni culturali e scolastiche dei paesi ospitanti; ridefinire il ruolo istituzionale dei consoli nell’ambito scolastico e culturale, con la creazione di uffici scolastici, con personale MIUR, che abbiano il compito di promuovere e coordinare la gestione locale delle iniziative scolastiche e culturali, verificarne l’efficacia e la qualità; ridefinire gli spazi gli scopi dell’iniziativa pubblica e di quella privata; ridefinire la politica di gestione del personale delle varie istituzioni, mandato dall’Italia, assunto in loco a tempo indeterminato e determinato e superprecario. “La composizione sociale degli utenti, effettivi o potenziali, – dice Guida Ramellini – delle istituzioni culturali e scolastiche all’estero, le loro motivazioni ed i bisogni che esprimono nei confronti dell’apprendimento dell’italiano e in italiano cambiano in modo rapido e diversificato nelle diverse situazioni e riservano molte sorprese a chi cerca d’interpretarli, spesso nei vincoli della propria, limitata esperienza personale”. “Accanto ad una richiesta d’italiano – sostiene ancora la Ramellini – quale “lingua colta” per accedere al nostro straordinario patrimonio culturale persiste la necessità di mantenere o recuperare le proprie radici. Insieme al bisogno di soddisfazione culturale personale viene espressa l’esigenza dell’italiano quale strumento d’ingresso in un mercato del lavoro importante, in un paese che, nonostante gli sforzi dell’attuale governo, resta tra i dieci più industrializzati e ricchi, e che è tuttora interessante per molte categorie professionali. Per soddisfare richieste così diverse è necessario un progetto molto articolato, sicuro negli obiettivi e negli investimenti,flessibile ed efficace negli interventi”.