Berlusconi a Mosca ricorda i tanti caduti italiani in Russia


Roma.- “Mentre a Mosca si celebra la fine del più sanguinoso conflitto della storia europea non possiamo dimenticare i tantissimi italiani caduti nella campagna di Russia”: questo il messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alle famiglie delle vittime dei soldati dell’Armir.


“Insieme a capi di Stato e di governo di tutto il mondo mi reco a Mosca con lo spirito di chi vuole ricordare una giornata storica rendendo omaggio alle vittime di tutte le parti di una guerra fratricida. L’Europa è stata lacerata da un conflitto generato dalla criminale follia del totalitarismo nazista. Il nostro continente ha pagato un prezzo altissimo e, ancora dopo la fine della guerra per oltre quaranta anni, è rimasto diviso da una cortina di ferro oltre la quale molti popoli hanno sofferto la crudele tirannia comunista.


A Mosca – prosegue il premier secondo quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – rendiamo omaggio in particolare ai coraggiosi soldati russi, a un popolo, quello russo che ha pagato oltre ogni immaginabile limite umano il prezzo della guerra e delle dittature del XX secolo. In questo stesso giorno voglio, anche a nome del governo e sicuro di interpretare i sentimenti di tutti gli italiani, rendere omaggio ai soldati italiani che hanno sofferto in Russia, combattendo valorosamente in condizioni terribili una guerra quanto mai ingiusta. Tutti hanno sofferto e moltissimi tra loro, quasi la metà, non hanno fatto ritorno in Patria. Sono morti sui campi di battaglia, sono caduti patendo indicibili


sofferenze in una ritirata senza fine, sono scomparsi in durissimi campi di prigionia. Il governo e l’Italia – sottolinea Berlusconi – non possono dimenticare. Lo dobbiamo al loro sacrificio e alle loro famiglie. Voglio rendere omaggio anche a queste famiglie italiane, che hanno piano con dignità la scomparsa di un congiunto e che ancora non hanno un luogo in Italia dove poter onorare la memoria dei propri cari. In stretta collaborazione con la Federazione Russa, con la quale intratteniamo oggi rapporti di particolare amicizia, ci impegniamo ad intensificare gli sforzi affinché possano tornare in Italia il maggior numero possibile di salme dei nostri caduti. E’ un nostro dovere nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per l’Italia.


E’ anche nostro dovere impedire che si possa mai più ripetere una guerra fratricida in Europa. Per questo siamo impegnati a riunificare il continente, affinché la Federazione Russa e tutti i paesi dell’Est europeo si integrino – conclude il presidente del Consiglio – nella grande Europa del futuro”.All’ottavo incontro in Russia tra berlusconi e Putin, il quarto ufficiale, i rapporti tra i due marciano sul binario di un’intesa politica perfetta, che ha facilitato il nascere e consolidarsi di un’amicizia personale. Ma certo la visita che è iniziata ieri non cade nel migliore dei momenti dopo il duro scontro tra Putin e Bush su comunismo e Iraq. Anzi il clima, con i richiami a Yalta, sono da guerra fredda, da “grande gelo’’ e le accuse reciproche rievocano vecchie “liturgie’’ pre caduta del Muro con Bush che ricorda che con la vittoria nella seconda guerra mondiale, grazie al determinante contributo dell’Armata Rossa, “l’oppressione non finì’’ e Putin che replica irato che undici Paesi furono liberati dai russi e “non c’è nulla di cui pentirci’’. Berlusconi quindi dovrà affrontare il “grande gelo’’ calato tra i suoi, distinti, amici storici.Berlusconi troverà un clima gelido che fa tornare le cronache Usa -Russia a qualche decennio. Ma ci sono a favore di Berlusconi, se non altro perché la Russia sarà la sede degli incontri e delle celebrazioni il grande feeling instauratosi nel tempo con Putin.