OCSE: per l’Italia è tempo di Riforme


ROMA – Nonostante le riforme già avviate, in particolare quella delle pensioni e del mercato del lavoro, l’ economia italiana “sta tuttora sperimentando una graduale erosione del suo dinamismo interno e della sua competitività estera’’. Al tempo stesso, “si rivela ancora insufficiente l’azione svolta per ricondurre la finanza pubblica su un sentiero sostenibile nel lungo termine’’. Sono queste le osservazioni generali formulate dall’ Ocse nel rapporto dedicato specificatamente alla situazione italiana, in cui si sollecita alla luce di questi presupposti l’ attuazione rapida delle riforme necessarie.


Il raggiungimento dell’ ‘’obiettivo ufficiale di un disavanzo del 2,7 per cento nel 2005 potrà richiedere ulteriori misure di consolidamento nonché uno stretto monitoraggio dei programmi antievasione e del rispetto dei tetti di spesa’’. È quanto sottolinea l’ Ocse in un rapporto dedicato specificatamente alla situazione italiana, aggiungendo che il deficit del settore pubblico nel 2005 sarà superiore al 3%, mentre per il 2006 si prevede un disavanzo ancora più elevato.


‘’Gli aumenti salariali nel settore pubblico dovrebbero essere moderati, in coerenza con i nuovi tetti di spesa’’. Lo sottolinea l’ Ocse in un capitolo dedicato in particolare alle misure di contenimento della spesa pubblica nell’ ambito del rapporto sull’ Italia presentato oggi. L’ Ocse fa presente inoltre che il pensionamento della generazione cosiddetta del ‘baby-boom’ dovrebbe in prospettiva ‘’essere utilizzato per conseguire una riduzione netta degli organici’’.


Il decentramento rende più difficile il controllo dell’ andamento della spesa pubblica in Italia, in particolare per quanto riguarda il comparto della Sanitù. È quanto afferma l’ Ocse, in un passaggio del ‘report’ diffuso oggi, dedicato più in generale ai problemi ed alle prospettive dell’ economia italiana. L’ Ocse fa presente che per quanto si riferisce alla Sanità, ‘’tanto il controllo della spesa quanto l’ efficienza del servizio sono complicati dal fatto che la spesa sanitaria è decentrata pur essendo finanziata essenzialmente dallo Stato’’. L’ Ocse, con riferimento sempre alla Sanità, suggerisce inoltre ‘’un maggior livello di compartecipazione privata’’.


La reazione delle autorità competenti ai recenti scandali societari è stata ‘’rapida ma incompleta’’. Di conseguenza, sono auspicabili ‘’ulteriori, rapidi passi avanti’’ anche con riferimento alla Corporate Governance, nella considerazione fra l’ altro che ‘’la ripartizione delle competenze’’ fra le stesse autorita’ ‘’necessita di aggiustamenti’’. È quanto afferma l’ Ocse nell’ ambito del ‘report’ dedicato all’ Italia diffuso oggi, che si sofferma anche sui problemi di governo societario, alla luce dei recenti scandali, dalla Parmalat alla Cirio.


Le aliquote fiscali ‘’dovrebbero essere tagliate se e quando si sara’ in grado di finanziarne la riduzione con tagli di spesa permanenti’’. È questa l’ indicazione fornita oggi dall’ Ocse nel ‘report’ dedicato all’ Italia, in cui fa il punto anche sulla pressione tributaria. L’ Ocse fa presente anche la possibilità di allargare la base imponibile ‘’attraverso una semplificazione della normativa e sforzi piu’ intensi per ridurre l’ elusione e l’ evasione fiscale’’. Secondo il rapporto, peraltro, in Italia la pressione fiscale non è superiore alla media, anche se sussiste un problema di economia sommersa.


Il tasso potenziale di crescita del Pil, il prodotto interno lordo, in Italia è sceso, anche se forse solo temporaneamente, sotto il +1,5%. Per il 2005 ed il 2006, la ripresa gia’ avviata nel 2004 dovrebbe proseguire a ritmo moderato, anche se sarà ‘’alquanto piu’ lenta’’ di quella media europea. Quanto all’ inflazione, il divario rispetto agli altri Paesi Ue ‘’dovrebbe accrescersi di nuovo nel 2006’’. Sono queste le previsioni macroeconomiche formulate oggi dall’ Ocse nel ‘report’ dedicato all’ Italia, in cui peraltro non vengono fornite cifre precise circa l’ evoluzione della situazione congiunturale. Nel medio termine – afferma poi l’Ocse – le prospettive di crescita ‘’appaiono mediocri’’, sopratutto a causa ‘’di uno scarso aumento della produttività e di una debole competitivita’’’. Al tempo stesso, peraltro, ‘’il prolungato periodo di bassa crescita si sta concludendo’’, con l’ export in ripresa ed il rallentamento della perdita di quote di mercato.


‘’Durante la recessione 2001-2004 sono stati creati più posti di lavoro che nei precedenti quattro anni di più energica crescita del PIL’’. Lo rileva l’ Ocse, nell’ ambito di un rapporto dedicato specificatamente all’ Italia ed in cui fa il punto anche sulla situazione del mercato del lavoro. L’ Ocse aggiunge peraltro che il tasso di partecipazione resta basso, pari al 63% per le persone in eta’ lavorativa, contro una media europea vicina al 70%.


‘’Ampie aree’’ del comparto dei servizi in Italia sono ‘’troppo al riparo dalla concorrenza per avere un incentivo ad introdurre innovazioni gestionali o tecnologiche o per contrastare aumenti dei costi, che sono perciò trasferiti sui settori esposti alla concorrenza internazionale’’. È in questi termini che l’ Ocse, nel rapporto dedicato all’ Italia diffuso oggi, fa il punto sulla concorrenza nei servizi, rilevando fra l’ altro che ‘’i sussidi ancora esistenti a favore dell’ industria dovrebbero basarsi su solide valutazioni costi/benefici’’. L’ Ocse sollecita interventi sopratutto nei comparti dei trasporti, dei servizi professionali e del commercio al dettaglio. Il ‘report’ denuncia inoltre specificatamente l’ esistenza di ‘’un problema specifico nel settore dell’ energia elettrica, che resta dominato dall’ ex monopolista’’.