Tommaso Boniello «Imprenditore dell’anno». Premiata l’onestà


VALENCIA:- La consueta festa della Camera di Commercio dello Stato Carabobo, che è diventata uno dei più importanti appuntamenti della nostra collettività, quest’anno è stata particolarmente significativa. In onore a Tommaso Boniello, designato

«Imprenditore dell’anno», il sindaco di Valencia, Francisco Cabrera Santos, ha invitato il sindaco di San Giorgio del Sannio, paese d’origine del nostro connazionale. Una delegazione composta dal sindaco Giorgio Nardone, da Giuseppe Soricelli, presidente del Consiglio Comunale, Giancarlo Bruno, Consigliere Comunale e dal Difensore civico dell’Unione dei Santi Sanniti, Carmine Boniello, arrivata espressamente dall’Italia, ha visitato la capitale di Carabobo per festeggiare il meritato riconoscimento dato a Tommaso Boniello e di riflesso a tutta la sua famiglia.


Ed è proprio alla famiglia che si è rivolto Tommaso Boniello nel ringraziare i dirigenti della nostra Camera di Commercio per averlo insignito del premio «Imprenditore dell’anno» ricordando l’importanza del sostegno ricevuto innanzi tutto dalla moglie Teresa Premoli e poi dai figli Vincenzo, Massimiliano e Angelo.


Una vita da emigrante


Ha solo 19 anni Tommaso Boniello quando prende la decisione di emigrare. In Italia restano i genitori e altri otto figli. Parte alla volta del Brasile, prima a Rio e poi a San Paolo. Nonostante la giovane età è serio, disciplinato e gran lavoratore. Valori riconosciuti dai datori di lavoro che in breve gli danno incarichi di gran responsabilità. Lavora come tecnico in ditte che si occupano del mantenimento per le apparecchiature delle fabbriche di cotone. Il lavoro è duro ma, nonostante ciò, Tommaso riesce a trovare sempre uno spazio per lo studio. «Ogni volta che tornavo nella mia piccola stanza – ricorda – prendevo in mano i libri – Gli altri colleghi preferivano uscire, cercare ragazze, divertirsi. Anch’io ero un ragazzo ma sapevo che dovevo prepararmi se volevo andare avanti.» I libri avevano accompagnato la sua infanzia e adolescenza nella casa di campagna nella quale ogni sera i genitori riunivano l’intera famiglia attorno a letture dei classici del momento. Il libro preferito dal piccolo Tommaso era I Promessi Sposi di Manzoni. L’amore per la cultura è stato trasmesso a tutti i figli che negli anni hanno seguito gli studi e sono diventati affermati professionisti.


Nicola, fratello maggiore di Tommaso è presidente dell’Università della Terza Età e Carmine, più piccolo, è Difensore civico dell’Unione dei Santi Sanniti. Tommaso Boniello è un uomo semplice, con una saggezza antica e valori incrollabili che ha trasmesso ai figli con l’esempio più che con la parola. «Perchè –ci dice – è con l’esempio che si educano i figli. Le parole perdono valore se poi le azioni le smentiscono.» I principi su cui ha fondato l’intera sua vita sono il rispetto, l’educazione la fiducia e l’onestà. E poi la solidarietà, il senso della famiglia come nucleo nel quale si trova affetto, comprensione, aiuto.


Tommaso Boniello pur avendo ottime prospettive di futuro in Brasile è venuto in Venezuela proprio per aiutare una sorella che, sposata a Caracas, aveva bisogno dell’appoggio del fratello. Glielo chiesero i genitori e, senza pensarlo due volte, nonostante il dolore che provava all’idea di lasciare un ottimo lavoro e amici cari, fece di nuovo le valigie alla volta del Venezuela. In suo onore i datori di lavoro del momento, i fratelli Zanini e Biagi, fecero una gran festa di «despedida» ovviamente addolorati perchè perdevano non soltanto uno dei loro migliori lavoratori ma un giovane che, con le sue qualità, era diventato praticamente una persona di famiglia. In Venezuela, dopo un periodo a Caracas, irto di difficoltà, Tommaso non si perde d’animo. Si iscrive ad un corso per corrispondenza nella scuola internazionale e inizia a lavorare come tecnico specializzato nella ditta «Talleres Gago». «Desideravo costruire una mia famiglia – ricorda il sig. Boniello – ma volevo una moglie italiana perchè consideravo importante avere delle basi comuni sulle quali costruire il nostro futuro.»


Si trasferisce a Valencia deciso a mettersi in proprio e quasi per caso conosce Teresa Premoli che, pur essendo nata in Venezuela, è molto legata all’Italia. Si innamorano e dopo qualche mese si sposano. Oggi, dopo 39 anni di matrimonio, Tommaso Boniello si guarda indietro con soddisfazione. «Abbiamo avuto un matrimonio felice» sussurra. E lo conferma la signora Teresa che, per aiutare il marito e seguire al meglio la sua famiglia, ha lasciato il lavoro di maestra. Giorno dopo giorno è stata una valida spalla per il sig. Tommaso che ha fondato prima la ditta metalmeccanica Talleres Tobon che fabbrica pezzi per camion e poi l’Industria Vimar che opera sempre nello stesso ramo ma è molto più grande.


Nonostante il successo ottenuto nel lavoro i coniugi Boniello mantengono una gran semplicità e generosità d’animo. Nella loro azienda l’ora del pranzo è il momento in cui si riuniscono con i figli, i nipoti e gli amici. Sono pranzi allegri ai quali cooperano tutti e che costituiscono momenti di riflessione, allegria, scambi. Una tradizione molto italiana che contribuisce a mantenere unita la famiglia.


Nei fine settimana le riunioni si spostano nella casa immersa nella campagna. Una casa che il sig. Boniello ama molto e che ha permesso ai ragazzi di crescere in contatto con la natura e gli animali. La proverbiale ospitalità dei signori Boniello permise i  passato a Padre Sante di organizzare nella loro casa riunioni anche per 150 persone. Oggi spesso ospitano con uguale generosità amici dei figli, amici di famiglia, connazionali che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta, in un clima sano e in allegra compagnia. Vincenzo, Massimiliano e Angelo, i tre figli dei coniugi Boniello, sono laureati in ingegneria, due in ingegneria elettrica e uno in ingegneria meccanica. Due lavorano direttamente con i genitori e l’altro in una sua compagnia che ha l’ufficio all’interno della struttura paterna. Sono giovani orgogliosi del padre e della madre, dei valori nei quali sono stati cresciuti, giovani che amano con uguale forza sia l’Italia che il Venezuela.


Nel giorno della premiazione hanno espresso pubblicamente l’orgoglio per i genitori. «Per noi – ha detto uno dei fratelli a nome di tutti – è una sfida, un impegno, essere ogni giorno migliori per seguire l’esempio che i nostri genitori ci hanno dato ora dopo ora da quando siamo nati. L’amore al lavoro, alla famiglia, i valori cristiani e morali sono gli strumenti che ci hanno dato per andare avanti. Ci hanno insegnato che per raggiungere una meta bisogna avere costanza e capacità di sacrificio. Siamo nati in una ditta a carattere famigliare, ne abbiamo seguito ogni passo vedendo l’impegno di mio padre nell’area di produzione e quello di mia madre nell’amministrazione. Un lavoro che combinava perfettamente con quello della nostra educazione. Facevamo i compiti nel suo ufficio e tra le loro scrivanie c’era la culla. I nostri primi giocattoli sono stati i ferri del mestiere.»


La preparazione e l’entusiasmo dei tre figli, le innovazioni tecnologiche unite all’esperienza dei genitori hanno permesso dare un ulteriore impulso alla ditta famigliare che si annovera tra le più importanti del Venezuela nel suo settore. Altrettanto importante è anche l’apporto di ogni lavoratore che viene trattato con lo stesso rispetto che anima i rapporti famigliari.


«C’è chi crede – ci dice il sig. Boniello – che il datore di lavoro, solo per il fatto di essere proprietario dell’azienda, ne sa più di ogni altro ma non è così. Spesso un operaio ha l’intelligenza e l’esperienza per risolvere un problema meglio di noi.»


Incontri con i corregionali


In occasione della sua visita in Venezuela il sindaco di San Giorgio del Sannio, Giorgio Nardone, e la sua delegazione hanno avuto un incontro con i corregionali, che sono molto numerosi nel nostro paese, e si sono riuniti anche con il sindaco di San Diego, Vincenzo Scarano. A Tommaso Boniello è stato conferito il Premio Sangiorgese dell’anno dal sindaco Nardone e l’onorificenza «Ordine di Arturo Michelena» della cittá di Valencia. A sua volta il sindaco Nardone è stato insignito dell’ «Ordine Arturo Michelena» e del «Bottone d’onore» della città di San Diego.

«E’ stato un grande successo – ha detto il sindaco Giorgio Nardone nel dare la decorazione al sig. Boniello – decretato dalla stima e dalla considerazione che si sono conquistati gli italiani del Venezuela per la loro laboriosita’, creativita’ e per lo spirito imprenditoriale e solidale. Incontrare i sanniti, i campani e gli italiani del Venezuela e`stato per me un grande onore e uno stimolo a mettere in cantiere importanti e nuove iniziative a loro destinate, quale momento di aggregazione e di interscambio culturale ed economico con la madre Patria».

«Gli italiani – ha aggiunto l’Alcalde di Valencia, Francisco Cabrera Santos – si fanno apprezzare in ogni parte del mondo e in Venezuela rappresentano una comunita’ che si distingue per lo stile operoso e produttivo e per l’alta umanita’ che viene espressa nella vita sociale. Significativa e’ l’esperienza di Tommaso Boniello come pure quella dell’amico Vincenzo Scarano Spisso, italo-venezuelano divenuto sindaco della Citta’ di San Diego».


La ricchezza della nostra «Italia », quella che vive nel mondo, si basa su persone come i Boniello. Più che il successo materiale ciò che conta è il loro valore morale. Noi conosciamo bene il patrimonio che abbiamo nelle collettività di cui orgogliosamente ci sentiamo parte. Chissà se un giorno lo capirà fino in fondo anche l’Italia.