Eurostat: superato il tetto del 3 per cento


BRUXELLES.- Il rapporto defit-pil dell’Italia, nel 2003 e nel 2004, ha superato il ‘tetto’ del 3 per cento previsto dal Patto di stabilità, attestandosi in entrambi gli anni al 3,1 per cento. A darne ufficialmente notizia è stata ieri Eurostat, rivedendo così al rialzo i dati sul disavanzo pubblico forniti dalle autorità italiane a metà marzo (2,9 per cento nel 2003, 3 per cento nel 2004), che l’Ufficio statistico europeo non aveva inizialmente convalidato.


Sempre ieri, la Commissione Ue ha ribadito – qualificandolo come un atto sostanzialmente dovuto – l’intenzione del commissario agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, di aprire una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia. La stessa Commissione, infatti, per quest’anno stima un disavanzo pari al 3,6 per cento del pil che, in assenza di misure aggiuntive, potrebbe crescere al 4,6 per cento nel 2006. Insieme al deficit, Eurostat ha rivisto al rialzo anche il debito pubblico italiano – dal 106,3 per cento al 106,5 per cento del pil nel 2003, dal 105,8 per cento al 106,6 per cento nel 2004 – spiegando inoltre che la chiarificazione di alcune voci di bilancio, che dovrebbe avvenire nelle prossime settimane, potrebbe portare a una “ulteriore revisione al rialzo’’ del deficit per il periodo dal 2001 al 2004.


Sul fronte italiano, fonti vicine al Tesoro sottolineano, rinviando alla Trimestrale di cassa, che l’Italia ha intenzione di avviare in tempi brevi una consultazione con il Cmfb (Committee on monetary, financial and balance of payments statistics) – sul cui parere consultivo Eurostat si è basato per rivedere al rialzo il deficit – con l’obiettivo di ottenere lo scorporo dal deficit dei versamenti alle Ferrovie dello Stato, che valgono circa lo 0,23 per cento del pil. Se la mossa del governo fosse coronata da successo, il rapporto deficit-pil potrebbe scendere nuovamente sotto il ‘tetto’ del 3 per cento, salvo ulteriori revisioni al rialzo ipotizzate sempre dall’Ufficio statistico europeo. Ma finora Eurostat ha ritenuto che secondo le regole attuali i contributi erogati alle FS vanno considerati come ‘trasferimenti di capitale’, che incidono quindi sul deficit, e non come ‘transazione finanziaria’ (che non pesa sul disavanzo), poichè la società in questione non è in attivo.


Adesso la palla – dando per scontato che la Commissione dia il via libera al rapporto di Almunia alla riunione del 7 giugno, a Strasburgo – si sposta in seno all’Ecofin, molto probabilmente alla riunione di metà luglio, che sarà chiamato ad adottare o meno la raccomandazione dell’esecutivo europeo, dichiarando cosÌ l’Italia in una situazione di deficit eccessivo. Non facile prevedere l’esito del dibattito in senso al consiglio dei ministri delle finanze europei, anche se le più recenti dichiarazioni del ministro Siniscalco – che ha assicurato la piena collaborazione dell’Italia e il rispetto del nuovo Patto – lasciano prevedere che si arriverà a una soluzione condivisa e non traumatica.


L’assise dovrà valutare attentamente tutte quelle “circostanze attenuanti’’ (o “fattori rilevanti’’) previste dalla nuova veste del Patto di stabilità – tra cui la situazione di recessione economica e la realizzazione di alcune riforme strutturali – che potrebbero pesare nel giudizio sui conti pubblici di un paese. Nel caso dell’Italia, il fatto che il disavanzo abbia superato il 3 per cento anche nel 2003 e nel 2004, oltre che nel 2005, potrebbe far venir meno il margine di “tolleranza’’ previsto dal nuovo Patto, quando parla di disavanzi “temporanei e limitati’’. Ma non si esclude che anche questo possa rifluire nel contesto più ampio di una discussione in cui il governo potrebbe far pesare la recessione economica e alcune riforme strutturali, ma non sottrarsi alle critiche relative al peggioramento della situazione del debito pubblico


– Le revisioni di Eurostat stanno smontando le operazioni di finanza creativa con le quali il governo ha cercato di nascondere il dissesto dei conti pubblici -. E’ questo il commento di Vincenzo Visco, della direzione nazionale dei Ds, dopo che l’Istituto di statistica europeo ha annunciato di aver rivisto al rialzo il deficit italiano sia per il 2003 sia per il 2004 al 3,1 per cneto del Pil da, rispettivamente, il 2,9 per cento e 3 per cento. Un quadro che denuncia la mancanza di strategia da parte del governo, secondo quanto sostiene Pierluigi Bersani, europarlamentare Ds.


“Quello che emerge è che Eurostat sta smontando, una per una, tutte le operazioni di ‘finanza creativa’ con le quali il Governo ha fino ad ora cercato di nascondere l’effettiva portata del dissesto della finanza pubblica, confermando così la puntuale fondatezza delle critiche e degli allarmi fin dall’inizio formulati dall’opposizione”, dice Visco in una nota. “Adesso occorre rivedere tutte le previsioni, che erano già tutt’altro che favorevoli, per l’anno in corso e per quelli successivi, mentre sempre più stravagante appare qualsiasi ipotesi di riduzione del prelievo fiscale”, ha precisato.


“Di fronte ad un deterioramento così grave dei conti non si capisce ancora se ci sia, e quale sia, la strategia del Tesoro, mentre la compagine di governo sembra non avere consapevolezza alcuna della situazione”, ha commentato a sua volta Bersani in un’altra nota.


“Abbiamo perso in questi anni tutte le occasioni. Da oggi qualsiasi iniziativa in campo economico e fiscale, per quanto giustificata e desiderabile, dovrà essere garantita da un quadro finanziario veramente credibile. Diversamente i mercati ci presenteranno il conto definitivo”, conclude Bersani.


– Ho parlato anche con Siniscalco. Il fatto che lo scostamento di 0,1% per cento (del deficit italiano nelle stime di Eurostat, ndr) rispetto alle previsioni del governo è minimale e non deve destare preoccupazione. Ovviamente il problema rimane sempre quello: siamo in una fase di bassa crescita e quindi occorre attuare politiche che rimettano in moto l’economia. Ma trarre da uno scostamento dello 0,1 per cento elementi del tutto negativi e pessimistici è sbagliato – Lo ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, commentando i dati di Eurostat che danno il deficit italiano al 3,1 per cento del Pil per il 2003 e il 2004 -. Rimane il problema del debito che l’Italia si trascina da molti anni a questa parte. L’impegno del governo è quello di dar vita a quel comportamento virtuoso che lo faccia calare. Non si può certo portarlo sotto al 100 per cento del Pil dalla sera alla mattina.