Francia: in pericolo il futuro della carta UE


PARIGI.- La Francia ha rigettato con decisione il trattato costituzionale europeo, mettendo a serio rischio la vita della carta Ue e l’intera Unione di fronte a un momento difficile. La pesante sconfitta temuta dai leader Ue potrebbe indebolire la Francia nel blocco dei 25, pesare sull’integrazione europea e creare disappunto sui mercati finanziari. Sicuramente ha ferito anche il presidente Jacques Chirac a due anni dalle elezioni presidenziali e politiche.


E’ stato lui stesso ad ammettere la sconfitta dopo pochi minuti che i sondaggi televisivi hanno mostrato una massiccia vittoria del fronte dei no.


Il presidente francese ha anche detto che annuncerà le sue decisioni sull’esecutivo, messo seriamente in discussione con il voto sulla carta Ue, nei prossimi giorni.


– Avete espresso le vostre inquietudini… Intendo rispondere dando un nuovo impulso all’azione di governo.


Ha poi sottolineato come questo passo renderà la posizione di Parigi più debole all’interno dell’Unione Europea.


– La decisione della Francia crea inevitabilmente un contesto difficile per la difesa dei nostri interessi in Europa – ha detto Chirac parlando alla tv a reti unificate.


Secondo i primi dati parziali del ministero degli interni, i no avrebbero ottenuto oltre il 56 per cento, mentre i si alla carta ue si attesterebbero al 43,86 per cento.


Secondo i sondaggisti di Csa il fronte del “No” avrebbe vinto con il 55,6 per cento dei voti, mentre secondo Ipsos i “No” si attesterebbero al 55 per cento e secondo TNS/Sofres al 54,5 per cento.


Sui mercati dove già si attendeva la vittoria del no, il disappunto potrebbe venire soprattutto dalla elevata percentuale di coloro che si sono opposti alla nuova costituzione.¡


– Questo danneggerà soprattutto l’euro, che potrebbe ora rompere la soglia di 1,25 – dice Kit Juckes, strategist di Rbs financial markets.


Il trattato, disegnato l’anno scorso per assicurare una gestione migliore dell’allargamento del blocco europeo, necessita l’approvazione di tutti gli stati membri prima di essere adottato.


Secondo Chirac il passo francese non impedisce al processo di ratifica di andare avanti.


– Se il risultato è questo, sono enormemente dispiaciuto – ha detto a caldo l’ex presidente della commissione Ue Romano Prodi secondo quanto ha confermato un portavoce -. Bisogna riflettere e ascoltare questi segnali di disagio. Ma pur tenendone conto, bisogna far proseguire lo stesso con tenacia il progetto europeo“.


– I dati che arrivano dalla Francia indicano una vittoria del no che noi avevamo atteso e che chiude una fase, quella dell’Europa nata a tavolino e dalla carta bollata – lo ha detto all’Ansa il ministro delle Riforme Roberto Calderoli commentando il risultato del referendum.


– Ripartiamo dall’Europa dei popoli – ha aggiunto Calderoli – un’Europa che parte dal basso, con la parte comune che sia gestita da organismi elettivi, perchè oggi gli organismi europei in termini di rappresentanza democratica sono una barzelletta e il Parlamento europeo è fumo negli occhi ai cittadini. Nessuno dice un no assoluto all’Europa, ma dal disastro che sta emergendo, dalla crisi dell’area dell’euro, bisogna pur trarre delle conclusioni. E a questo punto o ci sarà una politica diversa della Banca centrale europea o è meglio che si ritorni alle monete nazionali.