Condanna all’ergastolo per i cinque Brigatisti


BOLOGNA.- Sono stati dunque condannati tutti all’ergastolo i cinque imputati accusati di essere i membri del commando brigatista che ideò, organizzò e portò a compimento l’assassino del giuslavorista Marco Biagi, ucciso in via Valdonia mentre rientrava a casa, la sera del 19 marzo 2002, dopo una giornata di lavoro all’università di Modena dove insegnava. La Corte d’assise, presieduta da Libero Mancuso (a latere Letizio Magliaro), ha riconosciuto i cinque imputati Nadia Desdemona Lioce, Diana Blefari Melazzi, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Simone Boccaccini tutti egualmente colpevoli della stessa pena, il carcere a vita, non concedendo nemmeno al Boccacini le attenuanti generiche riconosciute dall’accusa nella requisitoria del pm Giovagnoli che per lui aveva chiesto una condanna a 24 anni. Le difese degli imputati avevano chiesto per tutti l’assoluzione. I legali di Boccaccini hanno già annunciato che impugneranno la sentenza. I cinque sono stati altresì condannati all’isolamento diurno per sei mesi e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.


Inoltre, sono stati condannati a pagare un risarcimento di circa 1 milione e mezzo di euro alla famiglia Biagi.


“Ora che abbiamo ottenuto giustizia – ha detto la sorella della vittima, Francesca, che era in aula al momento della sentenza insieme al legale avv. Guido Magnisi – non mi resta che pensare a mio fratello”.


E l’avv. Magnisi ha voluto esprimere la commozione della vedova Biagi, la signora Marina Orlandi, da lui contattata al telefono subito dopo la sentenza. La signora Orlandi, dopo aver appreso della condanna con commozione, ha rivolto un pensiero alla vedova dell’agente Emanuele Petri, morto il 2 marzo del 2003 nella sparatoria sul treno Roma-Arezzo con la Lioce e Mario Galesi. Quell’episodio rappresentò una svolta nelle indagini.