Liste elettorali della discordia


ROMA.- I presidenti dei gruppi parlamentari Ds di Senato e Camera, Gavino Angius e Luciano Violante, hanno scritto una lettera al ministro degli Interni Giuseppe Pisanu in merito all’urgente situazione delle liste elettorali degli italiani all’estero in vista dell’imminente referendum sulla procreazione assistita.


”Signor Ministro – si legge nella missiva -, come Lei sa, la regolarità delle liste elettorali dei cittadini italiani residenti all’estero suscita in noi gravi preoccupazioni, sia da un punto di vista generale, sia in relazione agli imminenti referendum sulla legge che riguarda la procreazione medicalmente assistita. Si tratta di una questione democratica di primario rilievo perché l’alterazione dei dati relativi al numero dei votanti incide sulla validità dell’espressione del voto da parte di milioni di cittadini. D’altra parte, già nel referendum relativo all’abolizione della quota proporzionale nelle elezioni per la Camera dei Deputati si verificarono omissioni ed inesattezze nelle liste elettorali che fecero discutere a lungo sull’effettivo raggiungimento del quorum.


Occorre evitare che analoghe polemiche si riproducano in occasione del referendum sulla procreazione assistita, sia perché siamo ammaestrati dall’esperienza, sia per l’obbiettivo rilievo della materia oggetto della nuova consultazione popolare. Abbiamo ripetutamente sollevato la questione in sede parlamentare; da ultimo, con una interrogazione a risposta immediata discussa alla Camera nella seduta del 31 maggio u.s. In quella occasione il ministro Giovanardi ha affermato che ‘2.665.081 italiani residenti all’estero hanno diritto al voto e stanno ricevendo i plichi elettorali’. Lei stesso ha ribadito questa posizione, in dichiarazioni alla stampa nei giorni successivi”.


“Abbiamo però letto una intervista del console Daniele Bosio – prosegue la lettera di Angius e Violante a Pisanu -, incaricato di seguire il processo del voto al consolato di New York, a Viewpoints del 29 maggio u.s., in cui si sostiene invece che ‘nelle liste arrivate dal ministero dell’Interno c’erano circa 7.900 nomi con indirizzi irraggiungibili. Molte volte il Comune scrive ‘presso il Consolato di New York ‘ ma noi non li conosciamo e non sappiamo cosa fare.’ E inoltre: ‘nelle liste che ci arrivano dal ministero dell’Interno le persone considerate vive spesso sono decedute’.


Se questo è lo stato di cose al Consolato di New York, è lecito chiedere quale sia la situazione nelle rappresentanze diplomatiche italiane sparse in tutto il mondo. A quanto ammontano i cittadini italiani residenti all’estero con indirizzi irraggiungibili? E quanti tra loro sono deceduti e tuttavia sono considerati come aventi diritto al voto? Ci sembrano interrogativi non irrilevanti, che riguardano, ripetiamo, una grave questione democratica; su di essi sarebbe opportuno venissero fornite rassicurazioni convincenti e informazioni certe perchè la garanzia della regolarità del risultato del referendum è compito specifico dell’autorità di governo”.


“L’occasione – aggiungono Angius e Violante – ci consente di richiamare ancora una volta la Sua attenzione sull’incredibile situazione, ammessa dallo stesso ministro della difesa Martino, dei nostri 9.000 concittadini impegnati nelle missioni militari all’estero, dove prestano un servizio al Paese mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Ad essi è negata la possibilità di prendere parte alla prossima consultazione referendaria: non si dà loro la possibilità di votare ma concorreranno alla definizione del quorum e verranno annoverati tra gli astensionisti. Sembra un paradosso, ma è la realtà attuale.


Risulta, inoltre, che gli impiegati dei consolati, pur lavorando ed abitando all’estero, sono considerati come residenti in Italia e concorrono anch’essi alla determinazione del quorum, pur non potendo esercitare il diritto di voto. Anch’essi verranno annoverati tra gli astensionisti. Questa sorta di astensionismo forzoso, che rischia di interessare decine di migliaia di italiani, rischia di invalidare il risultato del referendum, sia perché essi verranno annoverati al fine del quorum, sia perché il loro voto, qualora fosse correttamente espresso, potrebbe anche cambiare l’esito finale della consultazione.


“A questo punto – conclude la lettera – sarebbe utile, per poter garantire la massima trasparenza delle operazioni di voto, ovviare ai gravi inconvenienti sopra segnalati e mettere a disposizione dei Gruppi parlamentari, che ne facciano richiesta, gli elenchi completi dei cittadini iscritti nelle liste dell’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). La situazione è assai grave; ma siamo certi, Signor Ministro, per la Sua storia politica e per il modo autorevole con il quale esercita le Sue alte responsabilità, che Lei si adopererà per evitare un’altra pesante lesione alla credibilità stessa del nostro sistema politico”.


“Questa lettera – ha aggiunto il responsabile della comunicazione del Dipartimento italiani nel mondo dei Ds Eugenio Marino – è l’ultimo di una lunga serie di atti portati avanti dai Ds fin dal 2001 per arrivare, non solo ad una seria bonifica dell’Aire, ma anche alla risoluzione della questione del voto per i cittadini temporaneamente all’estero. Questo prossimo appuntamento referendario rappresenta l’ultima prova prima del voto del 2006: per questo il governo avrebbe dovuto agire tempestivamente per risolvere i gravi problemi che oggi denunciano Violante e Angius”.