Un importante esempio di solidarietà tra popoli


CARACAS- Il 9 giugno è stato presentato all’Ateneo di Caracas il progetto «Casa Hogar» dell’Ambar (Asociación de Mujeres por el Bienestar y Asistencia Reciproca), divenuto realtá grazie all’appoggio del Cesvi, presente in Venezuela dal 1998. Un progetto di 18 mesi finanziato dall’Unione Europea, per circa 90.000 euro, che ha come obiettivo offrire un’alternativa di vita a ragazzine sfruttate sessualmente. Fornire loro i mezzi per «ganarse la vida», senza dover ricorrere al commercio del proprio corpo.


La tematica é delicata, le ragazzine hanno alle spalle storie difficili, e sono solo una piccolissima parte dell´oceano di prostituzione infantile di Caracas. Ci sarebbero tutti gli elementi per scoraggiarsi, lasciar perdere, ed invece é dal fango che nascono nuovi stimoli.


L´entusiasmo, la forza del sogno, trascina tutti, ragazzi, organizzatori, promotori. Tutti con la stessa speranza, con la testa all´insú. Non è un lavoro da poco, il rischio perenne è che i buoni risultati ottenuti possano andare perduti da un momento all´altro, per aver trascurato alcuni aspetti della «ricostruzione psicologica» di queste ragazze; ma é proprio per evitare questo, e riportare al centro chi é stato sempre ai margini , che il problema viene affrontato multilateralmente, con tre tipi di attivitá: assistenza, sostegno e formazione.


Per le ragazze é a disposizione un esperto psicologo, un legale, un medico; durante i corsi vengono affrontate tematiche inerenti l’uso delle droghe, la prevenzione sessuale, fino ad a arrivare ai corsi per parrucchiera, di informatica, e di arti manuali. Un percorso che verrá completato attraverso tirocini finali, grazie anche ad accordi firmati con il Poliedro di Caracas, e con vari saloni di bellezza. Ma é proprio il corso di arti manuali che ha dato i frutti piú immediati . E´stata questa una occasione propizia anche per esporre, e vendere, le opere dipinte a mano dalle ragazze : delfini, mucche, gattini, e poi bambole di pezza.


Certo, ripetiamo, é un non nulla rispetto alle dimensioni del problema, e di questo ne é ben conscio anche il Cesvi. Per questo la strategia del futuro prevede di passare dall’assistenza alla prevenzione, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni. Le stesse istituzioni che sono state invitate per l´occasione, rispondendo spesso positivamente. E cosí tra il pubblico sono presenti rappresentanti della Banca Mondiale, dell’Unicef, dell’Ambasciata Canadese, di quella Britannica. Nessun rappresentante, invece, per l’Ambasciata Italiana . Tutti assieme, seduti, ad ascoltare le parole dei relatori, tra cui Gerald Hatler, della delegazione della Commissione Europea (finanziatrice) :


«E´un tema questo dell´infanzia che interessa la Commissione, ed anche se il progetto é appena iniziato, sembra valga la pena appoggiarlo» ricorda inoltre Hatler come la Commissione Europea fornisca appoggio costante al Venezuela da venticinque anni.


Luigi De Chiara, dal canto suo, gli fa eco, sottolineando l´importanza ¨della solidarietá tra i popoli¨ . Popoli che non si fanno la guerra, ma si aiutano, si sostengono. Popoli che, come nel caso dello catastrofe asiatica, hanno mostrato la propria potenza organizzativa, mobilitando la piú grande macchina di aiuti mai vista al mondo. Nel suo piccolo è quello che accadde anche qui durante la tragedia di Vargas, di sei anni fa. In quella occasione il Cesvi rispose all’appello presentando due progetti di aiuti finanziati uno dall´Unione Europea e l´altro dalla regione Lombardia. Un rapporto tra il Cesvi e il Venezuela che va sempre piú consolidandosi, e che viste le premesse, continuerá a lungo. Ce lo auguriamo di cuore.