Per il rientro del deficit l’Italia chiederà tempo fino al 2007


ROMA.- L’Italia chiederà all’Unione europea tempo fino al 2007 per rientrare sotto il tetto del 3 per cento del deficit/Pil. Lo ha detto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rispondendo ai giornalisti nel corso di una passeggiata nel centro di Roma.


– Due o tre anni, così come prevedono le recenti modifiche dei criteri interpretativi dei parametri di Maastricht – ha dapprima risposto il Premier a chi gli chiedeva quanto tempo avrebbe chiesto il governo italiano per rientrare sotto il tetto. Ai cronisti che insistevano su quale sarà il termine richiesto per il rientro, Berlusconi ha aggiunto contando gli anni: «2005, 2006, 2007».


Il profilo dei conti pubblici non è rassicurante, con un deficit/Pil tendenziale per quest’anno prossimo al 4 per cento ed una crescita intorno a zero. E’ quanto si legge nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, presentata dal presidente di sezione della Corte dei Conti, Fulvio Balsamo.


«Per l’Italia appare verosimile una proiezione per il 2005 non favorevole: il riflesso della caduta dell’attività produttiva negli ultimi tre trimestri prefigura una crescita del Pil prossima allo zero», si legge nella relazione, la quale conclude che «il profilo tendenziale dei conti pubblici non è affatto rassicurante né con riguardo al disavanzo

risposto il Premier a chi gli chiedeva quanto né, soprattutto, con riguardo al debito pubblico».


La Corte dice che «nel 2005 il rapporto deficit/pil tendenziale potrebbe avvicinarsi al 4 per cento». Secondo la relazione di Balsamo «i conti pubblici dell’Italia mostrano non da oggi un peggioramento che deve allarmare soprattutto perché oltrepassa la soglia che sarebbe giustificata dallo sfavorevole andamento del ciclo».


«Nel quadriennio 2001-2004, al netto degli effetti del ciclo e delle misure straordinarie, il rapporto indebitamento/ Pil è risultato pari, in media, al 4,5 per cento; anche se l’aggravamento del ciclo economico ha contribuito a produrre tra il 2003 e il 2004 una riduzione del saldo  strutturale di circa lo 0,8 per cento (dal 4,9 per cento del 2003 al 4,1 per cento del 2004). Se poi si escludono le sole misure straordinarie, il disavanzo ha superato il 5 per cento del prodotto nel 2003 e si è collocato solo marginalmente al di sotto di tale valore nel 2004″.


Per Balsamo, infine, «i livelli di disavanzo e debito così distanti dagli obiettivi […] si propongono anche come una difficile base di riferimento per lo scenario del 2006, anno per il quale devono essere definiti obiettivi programmatici di finanza pubblica compatibili con un percorso di rientro verso valori condivisi a livello Ue».